L’EGOISMO INFANTILE CONFRONTATO CON L’EGOISMO DEGLI ADULTI

Penso che tutti possiamo notare come i bambini piccoli mostrino spesso degli atteggiamenti egoistici, litigando – ad esempio – quando qualcosa di loro viene per un attimo data ad un altro bambino, non tollerando che essa venga prestata a qualcun altro.

Questo è un atteggiamento tipico dei bambini, un atteggiamento che ci fa pensare quanto ‘egoisti’ essi siano.

Questo tratto del comportamento è comune a tutti i bambini. Per questo nella psicologia dell’infanzia (anche detta psicologia dello sviluppo) si parla, appunto, dell’ “egoismo infantile”. Questo concetto è stato ben spiegato da Jean Piaget, che formulò una teoria dello sviluppo infantile, dimostrando (con diversi esperimenti) come i bambini nella fascia da 0 a 7 anni non siano in grado di formulare pensieri elaborati, mentre restano, invece, attaccati a schemi mentali in cui il loro io è la parte o struttura predominante (rispetto all’ambiente e agli altri).

Questo sviluppo (cognitivo) incompleto, secondo Piaget, dunque, sarebbe la causa del cosiddetto “egoismo infantile”.

Ma se ora volessimo chiederci quale sia la causa dell’egoismo che moltissimi adulti dimostrano, probabilmente non potremmo rifarci a Piaget, per sostenere che esso dipende dalla loro mancanza di sviluppo! In età adulta, infatti, lo sviluppo di cui parla Piaget “dovrebbe” già essere completo!

E allora? Da cosa dipende l’egoismo degli uomini e delle donne adulte e ‘mature’?

Probabilmente, volendo rintracciarne la natura e la causa dell’egoismo degli e negli adulti, non dovremmo guardare all’aspetto del loro sviluppo cognitivo (mentale), ma ad un’altra area della loro personalità.

Mi viene in mente un episodio, che potrebbe fare da sfondo alla spiegazione di quale possa essere questa area che  determina l’egoismo, “anche” nella fase dell’età adulta.

La Bibbia riporta la circostanza in cui Davide dovette affrontare lo scoraggiamento dei suoi uomini (quando a questi furono rapite le mogli e i loro beni, dopo che gli Amalechiti saccheggiarono il villaggio in cui essi si trovavano – Siclag – ). Gli uomini di Davide, essendo abbattuti, parlavano addirittura di voler uccidere Davide (visto che secondo loro, probabilmente, l’averlo seguito era la causa di questa disgrazia accaduta loro). Ma Davide, dice la Scrittura, si fortificò in Dio e trovò, così, la forza e la fiducia per andare a combattere contro la banda degli Amalechiti che avevano fatto quella razzia ai loro danni. E con l’aiuto del Signore, recuperò tutto.

Prima di andare a riconquistare ciò che era stato perduto, Davide volle lasciare alcuni uomini di guardia all’accampamento di Siclag, portando altri con sé, perché potessero battersi con lui per la riconquista di ciò che era stato loro rubato.

Quando coloro che erano andati con Davide recuperarono tutto il maltolto ecco che Davide voleva spartire il bottino non solo fra coloro che erano andati con lui, ma anche con coloro che erano rimasti a fare la guardia ai bagagli. A quel punto, dice la Scrittura, certi uomini malvagi, che erano andati a combattere, protestarono contro Davide, dicendo: “Non è giusto che noi che siamo venuti a combattere dobbiamo spartire il bottino con costoro che, invece, sono rimasti qui a non correre pericoli”.

Ma Davide rispose loro, dicendo: “Non fate così, fratelli miei, riguardo alle cose che il Signore ci ha date: egli ci ha protetti e ha dato nelle nostre mani la banda che era venuta contro di noi. Chi vi darebbe retta in questa cosa? La parte di chi scende alla battaglia deve essere uguale alla parte di chi rimane con i bagagli; faranno tra loro parti uguali”.

E da quel giorno in poi si fece così. Davide ne fece una legge in Israele e una norma, che durano fino ad oggi.

Esaminando questo episodio si può comprendere da dove deriva l’egoismo nell’uomo (“anche” se adulto). Coloro che non volevano dividere il bottino (con i propri fratelli) non volevano farlo perché erano malvagi.

Ma Davide, che è definito nella Bibbia come ‘l’uomo dal cuore secondo Dio’, ragionava in un’altra maniera e disse dunque come ci si sarebbe dovuti comportare, per poter fare le cose secondo giustizia.

Questo episodio ci dice, quindi, che l’egoismo è frutto della malvagità, ovvero della lontananza dal bene e da ciò che è giusto.

Quindi l’egoismo non scompare dall’uomo quando questi supera il periodo dello sviluppo infantile, visto che esso non è dovuto semplicemente ad una questione di ‘sviluppo incompleto’. L’egoismo nell’uomo ha a che fare con la sua natura decaduta e corrotta, ossia separata da Dio. E fintanto che l’uomo sarà lontano da Dio, anche i suoi pensieri e i suoi modi di essere saranno lontani dalla giustizia di Dio.

Ecco, dunque, che, volendo fare un confronto tra l’”egoismo infantile” e quello degli adulti, se da un lato si potrebbe giustificare l’egoismo dei bambini col discorso della loro mancanza di sviluppo mentale (ovvero per il loro non sufficiente modo di ragionare), dall’altro lato, la  motivazione dell’egoismo degli adulti ha la sua radice nella loro natura corrotta o, più chiaramente, malvagia.

Quando, dunque, potrà cessare l’egoismo negli adulti? Quando “matureranno” ancora? Non si tratta di una maturazione anagrafica o mentale. Un adulto potrà cambiare solo quando egli (o ella, se si tratta di una donna) darà il proprio cuore al Signore e si lascerà trasformare da Lui, per convertire la propria natura malvagia in una natura redenta e trasformata da Cristo, per divenire –così – ad immagine di Dio: una creatura in grado di compiere e praticare il bene e la giustizia!

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

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