L’inferno da Sahel a Segou tra carestia, colera e sciami di cavallette…

Nella foto, una bambina alcuni minuti prima di morire… l’emergenza umanitaria in Sahel sta assumendo i contorni di una tragedia: 18,7 milioni di persone sono colpite dalla fame tra colera, carestia e sciami di cavallette [Credit: Save the Children]. Quello che al momento mi passa per la mente è che ognuno di noi, almeno una volta al mese, dovrebbe andare su internet,  in un motore di ricerca qualsiasi,  e digitare 3 semplici parole: bambini, Africa, fame… e guardare per pochi secondi quelle immagini, sicuramente ci aiuta ad accrescere una sensibilità che viene annebbiata ogni giorno dal consumismo e dai vari problemi quotidiani che ci attanagliano. L’operazione andrebbe ripetuta, di seguito, con i nostri figli, affinchè comprendano…che il piatto a pranzo ed a cena va lasciato vuoto e che se c’è da sciegliere tra un I-phone e po’ d’acqua e un tozzo di pane duro, quei bambini sceglieranno sempre l’acqua e il pane duro. Perchè il cibo è una grazia di Dio!  
 Le popolazioni del Sahel sono in ginocchio a causa della recrudescenza della tremenda crisi alimentare che colpisce la regione africana. La scarsità dei raccolti, l’innalzamento dei prezzi alimentari e gravi conflitti interni espongono oltre 18 milioni di persone a un gravissimo rischio malnutrizione. Sciami di cavallette stanno devastando raccolti e piantagioni di datteri nella parte settentrionale del Niger, e potrebbero invadere gran parte della regione. L’arrivo della stagione delle piogge, inoltre, si accompagna alla diffusione del colera, specialmente tra i bambini malnutriti. E’ il monito lanciato a Ginevra dall’UNICEF e da Ong quali Save the Children e Human Rights Watch. Secondo il Ministero della Sanità del Mali – riferisce l’Agenzia Sir – un focolaio nel nord del Paese ha ucciso due bambini e contagiato 34 persone. In Niger, invece, vivono circa 400 mila bambini bisognosi di cure per grave malnutrizione. Essa, insieme alla fuga forzata dai conflitti armati e alle piogge, costituisce il terreno ideale per l’epidemia, che colpisce soprattutto le fasce più povere della popolazione. Nel 2012 il colera ha già ucciso quasi 700 persone in Africa occidentale e centrale e sono stati segnalati più di 29 mila casi.

Un milione e mezzo di bambini rischiano di morire di morire. È quello che avviene nella regione africana del Sahel, dove i piccoli, nella maggior parte sotto i cinque, sono gravemente sottoalimentati e ”rischiano di morire nell’indifferenza generale”. L’appello per questi bambini senza futuro è stato lanciato da Andrea Iacomini, capo ufficio stampa dell’Unicef Italia. Proprio per sostenere le attività nella regione, l’Unicef ha lanciato il 3 aprile una campagna internazionale per tutti quei bambini che rischiano ogni secondo di morire.

Le cose non vanno tanto meglio a Segou, ogni giorno, per poter sopravvivere, migliaia di bambini sono costretti a mendicare per le strade. Per far fronte a questa ennesima emergenza che colpisce il continente africano, e cercare di aiutare l’infanzia vulnerabile, la Caritas spagnola, insieme ai partner locali, ha appoggiato due centri di sostegno esistenti da anni nella città di Segou, in Mali, e di Saint Louis, in Senegal. Obiettivo comune di entrambi i progetti sono la totale tutela dei diritti e il reinserimento dei bambini di strada nelle rispettive famiglie e nella società. In questi centri i piccoli ricevono cure mediche, alimentari e istruzione scolastica. Inoltre, le due case di accoglienza collaborano con le comunità locali per sensibilizzarle contro l’abbandono dei minori e, soprattutto, per prevenire il loro sfruttamento e per proteggere i loro diritti. Il centro di Segou, per i prossimi 3 anni, prevede l’accoglienza di 1.500 bambini oltre ad assisterne altri 85 all’interno delle rispettive famiglie. Quello di Saint Louis provvederà all’istruzione scolastica, alle cure mediche e al reinserimento socio-familiare di altri 2.500 bambini. In tutto il mondo, secondo le ultime statistiche delle Nazioni Unite, ci sono circa 150 milioni di bambini che vivono per le strade di molte città dei 5 continenti.

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