L’Isis dilaga sulla costa della Libia, a due passi dall’Italia

libia-640x409Il Cairo – Mentre i jihadisti della filiale libica dello Stato Islamico prendono il controllo della città di Sirte, la sorte dei 21 cristiani rapiti in Libia e tenuti da loro in ostaggio da rimane al momento sconosciuta. Così ha riferito nella giornata di venerdì 13 febbraio il Primo Ministro egiziano Ibrahim Mahlab in una dichiarazione – rilanciata dai media nazionali – in cui ha anche ribadito che le autorità egiziane stanno seguendo d vicino la situazione, secondo le istruzioni impartite dal Presidente Abdel Fattah Al Sisi.
Nella giornata di giovedì, i website jihadisti avevano diffuso il numero 7 di Dabiq, la rivista ufficiale online dello Stato Islamico, che pubblica le foto dei rapiti vestiti con tenute arancioni e tenuti in ostaggio da uomini armati dal volto coperto. L’articolo delirante che accompagnava le foto lasciava intuire l’intenzione dei jihadisti di trucidare gli ostaggi.

Nell’articolo si accusava i cristiani copti – definiti “crociati d’Egitto” di aver in passato costretto con la violenza alcune donne copte a rinnegare la propria conversione all’islam. Nel testo si cita anche la strage compiuta nel 2010 dai terroristi di al-Qaeda nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad, presentata come una prima “vendetta” per le presunte violenze dai copti in Egitto.
Nella giornata di ieri, le famiglie dei copti rapiti – che erano stati sequestrati nei pressi della città libica di Sirte all’inizio di gennaio – hanno tenuto al Cairo una manifestazione di protesta contro il governo, da loro accusato di non aver trattato con disinteresse la vicenda.
Intanto, intervenendo telefonicamente a una trasmissione, il consigliere presidenziale per le questioni tribali Ahmed Taram ha riferito che secondo alcuni capi tribali contattati in Libia i copti sequestrati sarebbero ancora vivi, e nelle prossime ore ci sarebbero ancora margini per tentare una trattativa che porti alla loro liberazione. (GV) Agenzia Fides 14/2/2015).

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