Sono decine di migliaia gli egiziani scesi in piazza oggi divisi in due fronti opposti, protagonisti anche di disordini: a piazza Tahrir si sono radunati gli oppositori del presidente deposto Mohamed Morsi, accogliendo l’appello lanciato dal capo delle forze armate, il generale Abdel Fattah El-Sisi; nel distretto di Nasr City, e non solo, manifestano i sostenitori di Morsi che continuano a giudicare un golpe l’estromissione, il 3 luglio, del capo dello Stato eletto.Secondo fonti dell’edizione online del quotidiano Ahram, anche un consistente numero di ufficiali di polizia si sarebbe unito agli anti-Morsi a Tahrir, accolto da grida di giubilo. Festeggiamenti legati anche all’annuncio, giunto nel pomeriggio, che un tribunale ha ordinato formalmente la detenzione preventiva di Morsi per 15 giorni nell’ambito di un’inchiesta aperta per presunta cospirazione col movimento palestinese Hamas in occasione di attacchi contro la polizia e della sua evasione dal carcere di Wadi Natrou il 29 gennaio 2011 durante la rivolta contro Hosni Mubarak. Accusato oggi di aver ucciso dei detenuti e delle guardie e di aver rapito alcuni soldati, Morsi è trattenuto in un luogo ignoto dal giorno della sua destituzione.
I manifestanti a piazza Tahrir hanno aderito alla convocazione di El-Sisi, ministro della Difesa e vice-premier, che ha chiesto di scendere in piazza a sostenerlo “per darmi il mandato e l’ordine di combattere le violenze e il rischio di terrorismo”. I Fratelli Musulmani hanno risposto all’appello di El-Sisi convocando a loro volta una mobilitazione di fronte alla moschea di Rabaa Al-Adawiya dove stanno convergendo a migliaia.
Scontri tra fronti opposti sono stati segnalati nel quartiere centrale di Shubra al Cairo con un numero ancora indeterminate di feriti; violenti incidenti sono stati registrati anche nella città di Gharbiya e in alter località.
L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati si è detto nel frattempo preoccupato per “il numero crescente di siriani, compresi molti minori e persone registrate presso l’Unhcr, arbitrariamente incarcerati in Egitto”.
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