Meloni contro l’ideologia gender. Ecco cosa ne pensano le parlamentari di maggioranza

«Per essere donna, si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza. Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile». Insomma, in sintesi, il gender svilisce la donna. Queste sono state, ormai lo sappiamo, dichiarazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’ideologia gender, rilasciate in esclusiva al settimanale Grazia in vista della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo.

E proprio alle donne della maggioranza in Parlamento abbiamo voluto dare la parola per sapere cosa ne pensano delle dichiarazioni della loro leader e premier. Tra queste – ad essere agguerrita sul tema – è Elisabetta Gardini, esponente di spicco di Fratelli d’Italia che ai microfoni di Pro Vita & Famiglia ha spiegato: «D’accordo al mille per mille con Meloni: è chiaro che per un uomo indossare una gonna e dire ‘sono una donna’ è cosa che svilisce la donna stessa, è cosa che va contro il nostro essere femminile. Si è mai sentito dire persone in luogo di “donna” con le mestruazioni? E che un trans il quale perché ha corpo di donna vuole partorire ma contemporaneamente vuole essere papà? E’ una idea violentissima come sono tutte le ideologie e qui in Italia è più difficile che in altri paesi aprire un dibattito; qui il politicamente corretto è diventata una religione, forse proprio perché hanno espunto la religione dallo spazio pubblico. Abbiamo delle nuove divinità partorite dalla mente illuminista dell’uomo che non possono mai essere messe in discussione».

Per la Gardini questa ideologia è totalmente scollata dalla realtà, proiettata in un mondo che è il futuro impersonale del transumano, e pericolosa per i giovani, in balìa di un bombardamento mediatico che rischia di minare le loro certezze e la loro corretta crescita: «Stanno veramente scardinando le basi della nostra società. Dai tempi antichi l’uomo è lo stesso da millenni ma loro rinnegano l’umano, sono già proiettati nel mondo transumano che è poi l’inferno sulla terra. Un mondo lontano dalla realtà: come sempre l’opinione pubblica sta da una parte, l’opinione pubblicata è poi un’altra. Vai al supermercato, vai in farmacia, saluti la gente e ti rendi conto che le persone pensano alla famiglia, a come aiutare i figli, non a queste cose. Però quello che mi preoccupa di tutta questa faccenda è ciò che questa società sta facendo ai giovani. Sono confusi, va aperto un dibattito, una riflessione. Paesi come l’Inghilterra hanno visto che i detransitioner stanno aumentando, si stanno pentendo di questo passaggio gender. Occorre sensibilizzare sull’argomento perché quando tu incidi nei ragazzi nell’età evolutiva può essere davvero pericoloso».

Anche la sua collega al Parlamento, Grazia Di Maggio, si allinea sulle posizioni di Giorgia Meloni e della Gardini: «Condivido totalmente le parole espresse dal premier Meloni in merito alla deriva dell’ideologia gender. Le teorie gender sono una piaga pericolosa volte a minare le basi della società, in primis la famiglia. È folle e offensivo per le donne che per qualcuno basti dichiararsi donna per ritenere di esserlo davvero ed è vergognoso che ci siano forze politiche che facciano di questa follia un proprio cavallo di battaglia. A prescindere da artificiali operazioni chirurgiche, farmacologiche o amministrative, l’uomo nasce uomo, la donna nasce donna. Questa è la legge della Natura» conclude senza se e senza ma la deputata.

Infine il commento della senatrice Lavinia Mennuni, che propone anche di agire fattivamente per sottolineare l’importanza della donna e il suo ruolo: «L’attenzione, che negli anni diviene spasmodica per coloro che coltivano la convinzione di appartenere ad un sesso diverso da quello della nascita, da quello naturale, preoccupa anche perché spesso distoglie l’attenzione da un lavoro fondamentale che le associazioni, le istituzioni dovrebbero compiere. Le donne, ragazze, studentesse, madri, lavoratrici, chiedano alle istituzioni di sostenere la loro quotidiana fatica promuovendo progetti fattivi perché la società possa beneficiare del loro genio, del genio delle donne. È indiscutibile, è un fatto naturale e insito dell’umano essere donna o uomo e dalla loro unione, dalla complementarietà della dualità femminile e maschile, dall’Unione dell’uomo e della donna deriva la costruzione della storia e della procreazione».

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