MESSICO – Donne indigene costrette ad emigrare o a dedicarsi al narcotraffico

Oaxaca (Agenzia Fides) – La povertà e l’abbandono sociale nei quali vivono le donne indigene di Oaxaca le obbliga ad emigrare o a lavorare come narcotrafficanti. (Nella foto, lo stencil dipinto nel muro di una strada del Sud America che ripercorre i fatti di Oaxaca del 2006 e ritornano con insistenza alcuni elementi caratteristici: i bambini; il tema del viaggio e del volo; stormi di uccelli neri, che a seconda del contesto si trasformano da dolci a minacciosi; paramilitari armati e manifestanti incappucciati, scontri con la polizia, mentre le donne rimangono sempre più emarginate).Le donne ancor’oggi in quel paese rimangono soggette al dominio patriarcale, abbandonate a se stesse con i rispettivi figli, per sopravvivere alle condizioni di povertà estrema sono costrette ad emigrare o a darsi al traffico di stupefacenti. Secondo alcuni ricercatori locali, molte di loro, tra il 2002 e il 2006, sono state arrestate durante raid della polizia su autobus provenienti dalle altre regioni, dove è noto alle forze dell’ordine che ci sia mariuana.

Quasi tutte analfabete, donne abbandonate o ragazze madri sono ree dei crimini più comuni, rapine, furti, sequestri di persona. Commettono questi che vengono definiti “delitti di povertà” esclusivamente per mangiare, mandare a scuola i figli e provvedere al loro sostentamento.

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