Morti per droga: la colpa è anche dei consumatori

  1. Quando una persona muore per droga si sollevano le solite polemiche sull’incapacità dei governi di contrastare i trafficanti di droga. Nessuno però punta il dito contro i consumatori, sottolineando che drogarsi è una scelta volontaria e non un atto imposto dai mercanti di morte che hanno tutto l’interesse a vendere droga per far salire i profitti.

Oggi la consapevolezza sui pericoli legati all’uso delle sostanze stupefacenti, del resto, è molto diversa da quella degli anni Settanta, quando la droga cominciò a circolare tra i giovani. In quel periodo la sostanza più in voga era l’eroina. I ragazzi la consumavano in “solitudine”, nascosti nei sotterranei delle metropolitane o nei giardinetti delle periferie, perché nell’eroina non c’era la ricerca dello sballo, ma il desiderio di evadere da una realtà ritenuta frustrante. Un desiderio che trovava la sua fonte di approvvigionamento nella criminalità organizzata che piazzava la droga sui mercati occidentali, raggranellando profitti impensabili. I ragazzi non sapevano a cosa stavano andando incontro. Lo capirono solo quando, caduti vittime della dipendenza, cominciarono a riempire la cronaca nera di morti per overdose.

Da allora sono passati anni e molte cose sono cambiate. Sono cambiate le mode, le abitudini, le tendenze,  è cambiata anche la droga. La cocaina ha in gran parte soppiantato l’eroina per motivi di immagine e di convenienza. Si è emancipata dai salotti dell’aristocrazia per estendersi nei bassifondi della società grazie a un inabissamento dei prezzi che ha reso la droga d’élite in una droga di massa. Ormai tutti sniffano come dei matti. I politici assumo cocaina per allietare una serata mondana, gli artisti per avere l’ispirazione giusta, gli sportivi per migliorare le prestazioni agonistiche, gli attori per resistere ore sul palcoscenico, gli studenti per superare un esame universitario, i ragazzini per provare il gusto del proibito. La cocaina è diventata un rito sociale per gente che la usa come aperitivo per borghesi e non come veleno per reietti. Nelle feste tra amici al posto dolce ti offrono la cocaina. Ma nessuno si sogna di venderla ma solo di regalarla, altrimenti sarebbe spaccio.

Il suo consumo non è considerato un segreto o un peccato, ma uno status symbol accompagnato dalla convinzione che la cocaina non faccia male come l’eroina. Una convinzione sbagliata perché anche la cocaina può avere conseguenze devastanti sulla salute del consumatore. A livello psicologico conduce a una progressiva modificazione dei tratti della personalità in senso paranoideo: prevale il sospetto, l’irritabilità, la sensazione di trovarsi in un ambiente ostile fino, talvolta, al delirio paranoide. A livello fisico causa tremori, convulsioni, aumento della pressione arteriosa, anomalie del ritmo cardiaco, fino a condurre un soggetto alla morte per arresto cardiorespiratorio.

Una fine impietosa per chi, a differenza del passato, è consapevole dei rischi legati al consumo di droga. I media su questo hanno svolto il loro compito, sensibilizzando l’opinione pubblica sui drammi causati dalla droga. Adesso nessuno può dire non sapevo. Sanno tutti i rischi che corrono nel far uso di droga, per cui è inutile incolpare i governi se i ragazzi accettano volontariamente di farsi avvelenare e uccidere dai venditori di morte.

Mario Barbato


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