“In Mozambico, noi cristiani siamo sotto attacco, stiamo subendo molta persecuzione. Tanti cristiani sono stati uccisi, violentati e diverse chiese e case distrutte” – a parlare è il pastore Mario Arthur (pseudonimo), in seguito ai numerosi attacchi subiti dalla popolazione cristiana. La violenza colpisce da vicino anche i cristiani sfollati all’interno del Paese.
Il 27 gennaio 2024, i jihadisti hanno attaccato tre sfollati cristiani nel villaggio di Pulo, nella regione di Metuge, mentre rincasavano dal lavoro.
“Abbiamo subito un’imboscata da sette terroristi, intorno ce n’erano altri che non siamo riusciti a identificare. Ci hanno chiesto se avessimo visto la polizia o i militari e noi abbiamo risposto di no; subito uno di loro si è avvicinato e ci ha detto: ‘ognuno parli della propria religione’. Quando hanno scoperto che eravamo cristiani, abbiamo iniziato a correre”, ha raccontato uno dei sopravvissuti.
Secondo i partner locali di Porte Aperte, i ricorrenti attacchi hanno costretto molti degli sfollati che risiedono nei centri di reinsediamento a svolgere lavori saltuari e a nutrirsi di lumache e ntete, un’erba locale usata come alternativa ai cibi piccanti e che secondo il personale sanitario è dannosa per la salute. I partner sul campo affermano che a molti sfollati sono stati diagnosticate patologie ematiche a causa del consumo di ntete.
L’impatto spirituale ed emotivo di questi attacchi sulla Chiesa è paralizzante. Molti pastori hanno riferito ai partner di Porte Aperte di non essere in grado di svolgere il loro ministero tra la Chiesa profuga, perché loro stessi faticano a elaborare i violenti attacchi.
Secondo l’UNHCR, nel nord del Mozambico ci sono 668.939 (79%) sfollati interni a causa del conflitto in corso. (Secondo il rapporto pubblicato il 25 ottobre 2023, gli sfollati interni nel Paese sono 850.599; il restante numero di sfollati interni è dovuto a disastri naturali).
Il Mozambico è alla posizione numero 39 della World Watch List 2024. Da quando è iniziata la rivolta nel 2017, nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese, i cristiani sono bersaglio di violenze. I ribelli, militanti islamici, si sono sin da subito assicurati il sostegno dello Stato Islamico.
Lo scorso 31 gennaio, a conferma dello stato di violenza crescente, nel villaggio Chai del distretto Macomia, cinque cristiani sono stati attaccati da estremisti islamici mentre tornavano dalla caccia. Uno di loro è stato catturato mentre cercava di difendere suo padre, che è stato decapitato durante l’attacco, e rimane ancora disperso.
Il bisogno di preghiera è urgente, i cristiani del Mozambico fanno i conti con un estremismo islamico crescente e vivono nella paura.
https://www.porteaperteitalia.org/mozambico-cristiani-sotto-attacco/
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook