Quando è morto, a giugno 2021, TB Joshua è stato acclamato come uno dei pastori più influenti della storia africana. Nato poverissimo, ha costruito un impero evangelico che contava tra i suoi soci decine di leader politici, celebrità e calciatori internazionali. La sua «Chiesa sinagoga di tutte le nazioni» ha un seguito globale, gestisce un canale televisivo cristiano chiamato Emmanuel TV e reti di social media con milioni di spettatori. Nel corso degli anni ‘90 e all’inizio degli anni 2000, decine di migliaia di pellegrini provenienti dall’Europa, dalle Americhe, dal Sud-est asiatico e dall’Africa si sono recati nella chiesa in Nigeria per testimoniare i «miracoli di guarigione» di Joshua. Almeno 150 visitatori vivevano con lui come discepoli nel suo complesso a Lagos, dove a voltesi fermavano per decenni. Eppure ora un’inchiesta della Bbc durata due anni svela un vaso di Pandora di orrori.
Decine di fedeli da vari Paesi, compresi Germania e Regno Unito, parlano di stupri e aborti forzati, e le accuse — gli abusi avvenivano in un compound segreto di Lagos — coprono un periodo di quasi 20 anni. La Chiesa sinagoga di tutte le nazioni non ha risposto alle accuse. La Bbc ha raccolto decine di testimonianze oculari di violenze fisiche o torture perpetrate da Joshua, inclusi casi di abusi su minori e persone frustate e incatenate; parecchie donne che affermano di essere state aggredite sessualmente da Joshua, molte delle quali affermano di essere state violentate ripetutamente per anni all’interno del complesso; numerose accuse di aborti forzati all’interno della chiesa in seguito ai presunti stupri di Joshua, inclusa una donna che afferma di aver avuto cinque aborti. Anche le «guarigioni miracolose» di Joshua, causa del suo successo, erano tutte falsificate e l’inchiesta lo ricostruisce. «Pensavamo di essere tutti in Paradiso», sospira una ex fedele di fronte alle telecamere della Bbc. «Invece eravamo all’inferno».
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