NON ESSERE INCREDULO MA CREDENTE

Cari amici fratelli e sorelle in Cristo, voglio condividere con voi quello che il Signore ha fatto per la mia famiglia.

Mi chiamo Marianna de Rosa, ho 31 anni e appartengo alla Chiesa evangelica di San Marcellino.

Mio marito si chiama Arturo Poerio, siamo sposati da 5 anni. Lui ha 31 anni e all’età di 20 anni gli diagnosticarono due ernie paralizzanti e due protusioni di ernie: secondo i medici mio marito era prossimo a restare sulla sedia a rotelle.

Capitava più volte infatti, che rimanesse paralizzato e che fosse obbligato a rimanere a letto per diversi giorni e, solo dopo un ciclo di punture antidolorifiche (non curative), riuscisse a rimettersi in piedi.

Doveva comunque fare sempre molta attenzione perché anche un movimento un po’ più brusco, poteva causare lo stesso problema. Tutto ciò, gli vietava di prendere in braccio i nostri figli perché anche solo un minimo sforzo avrebbe potuto scatenare un dolore atroce lasciandolo paralizzato.

Ci eravamo quasi rassegnati al pensiero di vivere per sempre così, ma posso dire con tutto il mio cuore e con le lacrime agli occhi che Dio è potente e va al di là di ogni nostro pensiero e richiesta.

Ogni giorno mi chiedevo se veramente gli occhi miei dovessero essere costretti ad assistere ad uno scempio del genere, un ragazzo di appena 31 anni costretto sulla sedia a rotelle. Desideravo vedere mio marito nelle vesti di un padre forte che potesse prendere i figli in braccio con la massima naturalezza e che magari facesse fare loro l’aereoplanino. Mi sarebbe bastato anche poterlo vedere caricarsi il proprio figlio sulle spalle e fargli fare una passeggiata a cavalluccio. Sono cose che come figlia le porto nel cuore.

Durante una riunione di culto nella nostra comunità, il pastore chiese ai membri della Chiesa di mettersi ognuno vicino alla propria famiglia per pregare insieme. Ci chiese di tenere vicino anche i nostri bambini e poi iniziò a citare un passo della Bibbia che si trova in salmo 8:2 nel quale vi è scritto che “dalla bocca dei lattanti Egli ha tratto la lode ed una forza per mettere a tacere
l’avversario”. Poi continuò è disse: “Il Signore è il Dio delle famiglie e Satana vuole rubare i nostri figli e i nostri bambini ma saranno proprio loro lo strumento scelto da Dio per distruggere il nostro avversario”.

Incitava i membri a fare la propria richiesta al Signore ed io chiesi che mio marito Arturo guarisse. Dopo la riunione, mio marito mi raccontò che aveva avuto una visione di se stesso guarito. Giubilai perché per me era una conferma del Signore alla mia richiesta.

Più tardi, mentre ero intenta nelle faccende di casa, mio marito cercava di far addormentare i bambini. Poco dopo, andai a sincerarmi che i bambini si fossero addormentati ma trovai mio marito a terra. Il nostro primogenito di 3 anni, per gioco, lo aveva colpito con un giocattolo alla schiena e questo gli aveva causato dolore paralizzandolo.

Non sapendo cosa fosse successo pensai che fosse un gioco tra il papà e il bambino e tornai alle mie faccende non essendomi resa conto dell’accaduto.

Dopo un poco, però, ripensai a quella scena, lasciai ogni cosa e tornai da loro e vidi mio marito che si alzava di sbalzo del pavimento e diceva: “Ho chiesto a Pasquale di pregare per me affinché il signore mi guarisse e lui ha appoggiato le mani sulla mia schiena nel punto delle ernie, si è avvicinato con la sua bocca sulla mia schiena e ha detto semplicemente “Gesù guarisci papà, benedicilo, amen”; in quel momento ho sentito un calore uscire dalle sue mani e attraversarmi la schiena. Quel calore è sceso nelle mie gambe, ed ho sentito tanta forza che andava a sostituirsi al dolore e, il dolore è completamente sparito”.

Arturo iniziò a fare una serie di flessioni e di esercizi, cosa che non avrebbe mai potuto fare; ad ogni esercizio lo stupore aumentava ed esclamava: “Marianna, guarda! Questo non lo potevo fare!”.

Capimmo allora che il Signore si era servito di Pasquale per portare guarigione definitiva a mio marito; gioimmo grandemente e citammo con forza il salmo 8:2.

Non basterebbero parole per ringraziare il Signore, non potremmo mai trovare le frasi giuste per esprimere quello che provammo e non potremmo mai, pur con tutto l’impegno, far capire le angosce che assillavano il nostro cuore prima della guarigione.

Oggi siamo qui per dire che Dio è vivente, “Egli è lo stesso, ieri oggi e in eterno”.

Se hai bisogno di guarigione non esitare! Ma chiamaLo, perché Lui ancora oggi è pronto a guarire come è scritto in Isaia 53: “… è nelle sue lividure che noi abbiamo avuto guarigione”.

Ancora oggi Dio dice: “Non essere incredulo ma credente, a Dio tutto è possibile”.
Marianna de Rosa
Ferrentino Francesco La Manna

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