Nuovo studio: padre e madre sono insostituibili

Couple giving two young children piggyback rides smilingLa rivista Early Children Develop­ment and Care ha dedicato il suo ultimo numero alla figura del padre nel suo contributo allo sviluppo mentale del bam­bino. Come indica la letteratura precedente, viene confermato che padre e madre so­no ugualmente importanti per il figlio ed insostituibili poiché ognuno ha un suo ruolo indispensabile per l’equilibrio psicofisico del bambino. Evidente il riferimento all’adozione da parte di persone omosessuali.Una donna non può prende il posto dell’uomo nell’educazione del bimbo e un uomo, come dovrebbero insegnarci le femministe, non può sostituire il contributo unico che solo una donna può dare al suo bambino. La scienza parla chiaro: nell’edi­toriale di questo numero monografico si ricorda infatti che i figli di genitori con ruoli madre-padre differenziati «hanno capacità sociali più sviluppate e sono più pronti alla competizione» rispetto ai figli di genitori con ruoli non differenti. Si ri­corda inoltre, citando un secondo studio, che i figli delle coppie con ruoli differenziati tra madre e padre «hanno minor ag­gressività». La specificità dei ruoli non significa un monopolio ma una complementarietà tra madre e pa­dre, un giusto equilibrio a cui tutti i bambini hanno diritto: «I padri sembrano giocare un ruo­lo maggiore nel processo di apertura dei figli al mondo esterno che è legato allo sviluppo dell’autonomia e alla ca­pacità di affrontare i rischi». Invece, «le madri attribuiscono maggior valore al lavoro in casa, al supporto e­motivo per i figli e all’educazione ses­suale». Chi pensa che un uomo possa prendere il posto di una donna nel ruolo educativo dei figli compie una violazione rispetto a quanto avrebbe bisogno un bambino.

La rivista esamina con sette ar­ticoli di studiosi internazionali proprio queste differenze sottolineando in particolare le specificità paterne, anche perché quelle materne sono ormai note e approfondite in moltissimi studi. Si sottolinea inoltre l’importanza del gio­co-lotta tra padre e figlio, e il rapporto tra divisione dei ruoli padre-madre per la crescita sociale del figlio. La complementarietà dei sessi educa e permette l’importante esperienza con una sessualità diversa dalla propria, cosa che non sarebbe possibile con due genitori dello stesso sesso. Il figlio è in rapporto di crescita con la madre per certi tratti del carattere e col pa­dre per altri.

Anche altre riviste scientifiche specializzate, come spiega Carlo Bellieni,  chiariscono i dubbi: «L’aiuto alla so­cializzazione dei figli dato da madre e padre differiscono in alcuni tratti ma servono nella loro complementarietà a creare l’impalcatura di regolazione del­le emozioni» (New Directions for Child and Adolescent Development, 2010). Per far crescere bene un figlio non è vero che “basta volerlo”, non è vero che “basta l’amore”. Avere due mamme significa condannare i bambini ad essere orfani del padre e viceversa, è la scienza stessa a ribadirlo come abbiamo mostrato in questo dossier.

Un secondo studio, citato da diversi siti web, apparso recentemente ha stabilito che «i figli minori che vivono con entrambi i genitori biologici in un matrimonio stabile hanno un welfare molto più elevato rispetto ad altri tipi di situazioni». La ricerca è realizzata dall’Instituto de Estudios del Capital Social (INCAS) della Universidad Abat Oliba CEU. Fra le altre conclusioni questa è particolarmente interessante: «si può dire con forza che la famiglia classica previene la violenza domestica contro le donne e verso i bambini, i quali hanno tutti gli indicatori di salute migliori, beneficiano di un reddito più alto e maggiori condizioni stabili e favorevoli». Secondo un altro recente studio, realizzato da ricercatori della Rice University e della University of Houston, i bambini (campione di 10.400 soggetti) che vivono in famiglie in cui i genitori sono sposati hanno meno probabilità di essere obesi. Matrimonio stabile e con genitori biologici è l’equazione d’oro, il luogo ideale per crescere i bambini.

Da Uccronline.it

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