Buongiorno amici qui nuovamente ad aprire un nuovo ciclo settimanale, un nuovo ciclo di vita che ci vede tutti impegnati in questa affannata ricerca della verità tra difficoltà, sofferenze, perdite, verità spesso celate da sembianze di percorsi migliori.
Come riconoscere il percorso che Dio aspetta da ciascuno di noi? Come risvegliare la fede spesso soffocata da problematiche che come muri insormontabili della razionalità non ci portano ad incontrare il cuore pulsante della vita?
Giorni fa al risveglio come spesso faccio ho sollevato gli occhi tra i cieli che mi hanno concesso solo spessi strati di nuvole nascondendo il calore e luce veri. Poi ho sforzato la mia visione ed oltrepassando tutti quegli strati ho incontrato Dio ad attendere il mio tempo, il mio avvolgere la fede a volte dimenticata tra tormenti, rabbie, confronti non costruttivi perché tesi ad elevare solo il senso materiale delle cose.
Volgo lo sguardo al mio passato e solo oggi comprendo che gli ostacoli più grandi incontrati tra le strade della mia vita sono sono stati i mezzi a fortificare la mia volontà e determinazione che innaffiati dalla fede mi hanno condotto ai migliori traguardi; tra le conquiste principali in queste faticose strade c’è l’amore della mia mamma Livia a sostenermi sempre come faro indispensabile di gioia e amore; un faro che ha sempre illuminato la verità, il Verbo che si è fatto carne anche per me, per te laggiù che mi leggi e che ti senti dimenticato dalla vita.
Spesso le mie pazienti mi rivolgono i pensieri di rabbia per essere state chiamate ad affrontare delle prove difficili, dove noi medici se ben ispirati ed accompagnati da principi umanitari e religiosi possiamo sostenere, portare una carezza agli animi provati ma sopratutto far comprendere che dove c’è sofferenza c’è volontà di Dio… che a volte propone deserti per far zampillare acqua e ossigeno dai meandri animici talvolta offuscati nel nostro cuore.
Ho spesso riconosciuto Dio nelle sofferenze incontrate, come balsamo di speranza aleggiante intorno ai miei pazienti, nei loro occhi così desiderosi di un attimo in più… quell’attimo vissuto pienamente nella semplicità di chi ringrazia Dio per esserci ancora.
Ma ritorniamo alla riflessione esternata all’inizio di questo nuovo incontro: come riconoscere di trovarsi nella strada disegnata da Dio in questo percorso terreno?
Sono i disagi esistenziali, sono le parole dell’anima in comunione con il divino che ci fanno percepire un malessere, un’agitazione e irrequietezza spesso non comprese per scelte non consone ad un cammino di evoluzione.
L’animo si fa sentire nella gioia smisurata di buoni gesti e condotte, come anche l’incomprensibile malcontento, le insofferenze che se non ascoltate poi diventano segni tangibili del corpo; e qui si fanno avanti le considerazioni mediche, di chi constata nelle cefalee, inappetenze, o nel divorare i cibi, o ancora nell’uso di sostanze nocive, la spinta per cercare isole temporanee di benessere, ma che poi diventano nel tempo distruttive.
Riconosciamo i segni di insofferenza dell’anima ascoltando ciò che manifesta spesso al nostro corpo!
Ed ancora prendendo spunto dall’ultima riflessione nel cercare di intraprendere o continuare le strade migliori come un buon gregge, Dio attender da noi l’allungar del braccio verso chi è in difficoltà, il saper offrire un sorriso di ristoro a chi vive nelle contrarietà.
Sarò forse un puntino tra le mille strade della vita, sarò un piccola goccia di amore, ma sono certa che se ognuno di noi offrisse una goccia di considerazione per la vita saremmo tutti avvolti da un oceano incontenibile di amore a lavare i nostri peccati, ad esultare la gioia per essere chiamati a vita, capace di creare un immenso abbraccio e ponte di connessione verso la fonte di ogni cosa: che si chiami Dio, Allah o semplicemente Padre!
E come al solito concludo le mie riflessioni con una poesia nata dall’ascolto incessante della vita, con la consapevolezza che forzando il primo passo verso il cambiamento i cancelli esistenziali saranno inondati dalla gioia di essere parte del progetto divino, lasciando che quel passo sia dettato dal cuore.
Oggi: una goccia in più nel mare del mio tempo…
Non più a contarne i granelli
Ma solo passi… segni… semi coltivati
E tornando sulle orme infiniti fiori e colori che mi circondano tra solchi impervi oggi bagnati dal velo della consapevolezza:
Non c’è orizzonte che si lasci conquistare senza aver nuotato tra quei solchi… Tra Braccia che cercavano il mare per andare… Un mare in quell’istante dimenticato… Solo tempo per raccogliere nell’apparente ombra di se, la spinta per arrivare in quell’istante “finito”all’infinito del mio tempo… Certezza che nulla e’ mai perso:
Evoluzione di ciò che è stato… Un cielo grigio ed un fiore mai sbocciato… si lasciano inondare da un mare oggi impetuoso…
E nella continuità immensi prati dove i colori danzano la vita… Ed aprono strade verso l’imponente sole:
La mia vita proiezione verso L’irraggiungibile…
Solo così Non finirò mai di contare i cieli e i passi che verranno… come interminabili saranno le unità pulsanti in me!
D. Castrogiovanni | Notiziecristiane.com
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