Omosessuali travestiti da Cristiani

p_e61566afe4Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? (1Corinzi 6,9-12). Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. (Ef 5:3-8; Cl 3:5-10; Tt 3:3-7).

Che ci sia stato il primo Forum Italiano dei cristiani omosessuali (dal 26 al 28 marzo scorsi ad Albano Laziale) è già una pessima notizia. Che questo evento sia stato ospitato in una struttura religiosa, la casa dei padri Somaschi, è certamente un’altra brutta notizia. Ma ciò che lascia perplessi è la forte partecipazione, più di 1000 persone provenienti dai molti gruppi presenti sul territorio nazionale, di tante e tanti gay pseudo credenti, a testimonianza che “il tempo del silenzio è finito” e che il movimento ha ormai superato definitivamente la fase “catacombale”, come dimostrano i recenti contatti avvenuti con le diocesi cattoliche di Torino e Cremona.

I lavori del Forum si sono aperti il pomeriggio del 26, alla presenza di Enric Vilâ Lanao, presidente dell’European Forum of Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender Christian Groups (l’organismo continentale che riunisce i gruppi di pseudocristiani omosessuali): segno di una capacità di collegamento che travalica ormai i confini nazionali. La sera del 26 i partecipanti hanno assistito alla proiezione del film-documentario “L’altra metà del cielo” (Italia 2008, regia di Salima Balzerai), alla presenza dell’autrice, Maria Laura Annibali, militante del movimento lesbico romano che ha intervistato se stessa e altre donne affrontando le tematiche più “calde” della questione omosessuale e mettendo in discussione vecchi cliché su gay, fede, stabilità delle relazioni affettive, età dei partner.

Durante una di quelle mattinate, sono stati presentati i dati del Rapporto 2010 sui gruppi di cristiani omosessuali in Italia che i volontari del Progetto Gionata (www.gionata.org) hanno raccolto presso tutti i gruppi di credenti italiani, dal novembre al dicembre 2009, con l’intento di far uscire questa realtà da quella linea d’ombra in cui, spesso, è stata tenuta. 24 pagine fitte di grafici e dati che testimoniano del declino che attraversa sempre più le comunità cristiane italiane, cattoliche ed evangeliche, sempre più attente ad accogliere e a confrontarsi con queste realtà.

Sono 538 gli omosessuali a dir loro credenti italiani legati a realtà di vita comunitaria presi in considerazione dal Rapporto; appartengono a 21 diversi gruppi, costituiti all’84% da uomini e per il restante 16% da donne. Se si aggiungono i 2 gruppi che non hanno partecipato alle rilevazioni e, i 3 le cui risposte non sono state inserite nel rapporto (le informazioni fornite dal gruppo In Cammino di Bologna sono state inviate oltre il limite di tempo indicato per partecipare alla ricerca; i dati forniti dalla Rete Evangelica Fede e Omosessualità e dal gruppo L’albero di Salvarano non sono invece stati inseriti a causa del rischio di duplicazione dei dati, essendo la prima un’organizzazione nazionale formata da più gruppi presenti in diverse realtà; l’altra, una realtà inter gruppi), si arriva a un totale di oltre 700 gay credenti dichiarati, sul territorio nazionale, inseriti in una realtà di gruppo.

Minoritaria in termini assoluti, la presenza femminile (quasi sconosciuta in passato), risulta, però, notevolmente cresciuta negli ultimi anni e si sta consolidando: vi sono, infatti, gruppi formati ormai per il 40% da donne, e in alcune realtà le donne rivestono ruoli di responsabilità. Viaggia invece sul 7% medio annuo l’incremento a livello nazionale dei partecipanti ai gruppi di gay credenti: un dato che deriva dalla differenza tra i molti nuovi arrivi (20%), e il consistente numero di abbandoni (13%). Colpisce poi che l’81% dei gruppi siano di tipo informale (senza cioè uno statuto, né un riconoscimento giuridico), anche se esistono e lavorano da molti anni.

Più comprensibile, perché in gran parte spiegabile con la difficile accettazione da parte dell’autorità ecclesiastica, il fatto che solo 5 gruppi siano diretti da preti o pastori. Ma ci sono anche casi in cui preti e pastori partecipano alle attività dei gruppi senza rivestire alcun ruolo all’interno delle comunità, oppure in veste di collaboratori dei laici che guidano il gruppo. In ogni caso, i gay cattolici che fanno parte dei gruppi sono praticanti nel 52% dei casi, a fronte di una pratica religiosa cattolica in Italia che si attesta sul 37%.

Ospite della mattinata anche Marco Politi, oggi vaticanista del Fatto quotidiano. Il suo intervento non poteva che prendere avvio dai temi più immediatamente “politici”. Il giornalista ha, infatti, accennato ai continui interventi della gerarchia nella sfera politica, che – ha detto – non incidono in maniera significativa, perché “convincono solo chi è già convinto”, e di conseguenza non spostano un’apprezzabile quantità di voti. Ormai, ha rilevato il vaticanista, c’è “una soggettività di massa in campo etico e religioso”, e l’opinione pubblica cattolica è impermeabile ai continui interventi dei propri vertici.

Del resto, ha commentato Politi, la Chies cambia e si evolve, nonostante tutto. Lo prova “anche il fatto stesso che il convegno dei gruppi gay credenti si sia potuto svolgere proprio all’interno di un prestigioso istituto religioso, di preti per giunta, come quello dei padri somaschi. In un territorio, quello di Albano, che è sempre stato uno dei ‘feudi’ del card. Camillo Ruini. Solo 10 anni fa un evento del genere sarebbe stato impensabile”. Anche la montante violenza xenofoba e omofoba, ha rilevato Politi, si spiega in questa chiave: “Quella dei gay (analogamente a quella dei migranti o di altre minoranze) non è più una presenza ghettizzata. È ormai diffusa e integrata nel nostro tessuto sociale. Ed è proprio di fronte a questo nuovo ed ineluttabile scenario che si scatena la xenofobia di gruppi minoritari”.

Durante la mattina di domenica sono state presentate le attività di diversi gruppi. In uno spirito ecumenico, poiché al convegno era presente anche il gruppo Varco di Milano (acronimo che sta per “Valorizzazione e Riconoscimento della Comunità Omosessuale”), che riunisce credenti delle Chiese Battiste, Metodiste e Valdesi.

Alla luce degli avvenimenti che tendono a deviare la Verità e a traviarla, bisogna stare saldi e attenti a ciò che dice la Parola di Dio, e a non lasciarci ingannare da chi compiendo le opere del diavolo dichiara di essere cristiano. La Parola di Dio, naturalmente, non condanna il peccatore ma il peccato ed in questo caso condanna l’omosessualità: «Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole. Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. Chiunque praticherà qualcuna di queste abominazioni, ogni persona che le commetterà, sarà eliminata dal suo popolo» (Levitico 18;22;24;29).

«Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro» (Levitico 20,13).

«Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno. […] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa» (Rom 1,24-28.32).

Francesco Comito – notiziecristiane.com

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