OMS lancia nuovo allarme e dichiara: “Un monito per tutto il mondo”

Mentre si parla di una terza ondata in Italia, si riportano dichiarazioni allarmistiche dell’Organizzazione mondiale della sanità da tutto il Pianeta.

In Paesi come ad esempio il Brasile, l’Oms ci spiega che l’incremento dei contagi sta portando a tragedie come quelle a cui abbiamo assistito negli scorsi mesi, dallo scoppio della pandemia esattamente di un anno fa.

Il bisogno di fermarsi a riflettere di fronte agli allarmismi

Tuttavia, di fronte al panico, spesso più indotto dai media che naturale, c’è bisogno di fermarsi a riflettere. E a porsi seriamente delle domande con spirito critico, non per partito preso o per esternare giudizi affrettati e inconsapevoli, ma al contrario per aprire gli occhi sulla realtà, questa sì altrettanto drammatico, sociale economica e psicologica che ci circonda.

Gli allarmismi che arrivano continuamente nelle case della popolazione, che partono dalle istituzioni e vengono veicolate dalle casse di risonanza dell’informazione, sono giusti? Fanno il bene delle persone, portano ad affrontare la pandemia in modo più consapevole? Oppure stiamo assistendo a un vero e proprio tentativo, sistematico e globale, di terrorizzare la popolazione?

L’utilizzo del corpo e della vita da parte del potere ai fini di controllo

Eminenti intellettuali di fine novecento parlavano di “bio-politica”, vale a dire l’utilizzo da parte della politica del corpo umano e della vita al fine si realizzare un maggiore controllo sulla popolazione. Uno dei primi a parlare fu il filosofo francese Michel Focault, che spiegava come questo incontro tra sfera del potere e della vita, con il primo che si serve della seconda per fini terzi, si realizza in un preciso sistema economico, quello del capitalismo finanziario.

I grandi poteri economici del pianeta sfruttano i sentimenti e le vite delle persone per portare avanti i loro profitti e i loro piani, anche quando esplicitamente diabolici. Quale strumento migliore di una pandemia per mettere in campo questo genere di operazione? Tra l’altro, i dati parlano chiaro: ci sono settori, come quello digitale, aziende, come le big Tech della Silicon Valley, e interi Paesi, come la Cina, che dalla crisi internazionale ne stanno traendo grande profitto.

Come interpretare le notizie allarmistiche da cui siamo bombardati?

Alla luce di tutto ciò, come interpretare le notizie che arrivano dall’altra parte del Pianeta, in cui si parla di “quarta ondata”, o quelle che arrivano da casa nostra, ad esempio dalla Lombardia, per la quale si spiega che la crescita costante dei casi che si stanno registrando, che la curva in aumento proseguirà per almeno trenta giorni, che la “terza ondata” è già qui e che il picco si registrerà non prima della seconda metà di marzo?

L’invito, quindi, non è a trasgredire le regole, ma a riflettere. Ci sono molti metodi alternativi che la politica potrebbe mettere in campo, ma non lo fa. Basta pensare ad esempio a tutto il sistema delle cure domiciliari, che durante la prima ondata ha permesso al Veneto di abbattere notevolmente il numero dei contagiati, a differenza della vicina Lombardia che ospedalizzando la crisi ha ingenerato un alto tasso di contagio proprio negli ospedali e nelle Rsa.

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Le strade alternative, come le cure domiciliari, che non vengono prese

Insomma, più i malati venivano portati negli ospedali più rischiavano la vita, mentre al contrario più si curavano a casa, con i mezzi messi a disposizione dal Servizio sanitario nazionale, più la probabilità di affrontare la malattia con esiti positivi aumentava. Si vuole quindi commettere nuovamente gli stessi errori? A chi giova? Per quale ragione durante i primi mesi della pandemia, e chissà forse ancora oggi, abbiamo assistito alla conta dei decessi tristemente gonfiata, con persone passate a miglior vita per cause del tutto estranee al Covid, ma che venivano comunque conteggiate in questo calcolo?

Ci si chiede quali siano i reali interessi economici in campo, e perché alla popolazione non viene detta la verità. Ora si è insediato un nuovo governo, per il quale il “Great reset” della transizione ecologica e digitale è il punto focale della ripartenza post-Covid, ma le modalità di lotta alla pandemia sono le stesse. Anche il ministro della Salute, Speranza, non è mutato. Per molti politici, invece, sono cambiate le condizioni e quindi anche il focus delle loro battaglie. In tutto ciò, la popolazione è quella che sta soffrendo maggiormente la crisi.

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La popolazione necessità di risposte, che devono arrivare al più presto

Ogni giorno saracinesche di esercizi commerciali vengono abbassate consapevoli che probabilmente non si rialzeranno più. Draghi lo ha detto chiaramente: le attività a basso tasso di innovazione verranno abbandonate a sé stesse. Ma visto che sono state chiuse proprio dalle istituzioni, parrebbe che più che abbandonate sono state spinte direttamente giù dal burrone. Molte famiglie si sono ritrovate da un giorno all’altro senza entrate, senza la possibilità di sfamare le loro famiglie, le file alla Caritas si sono ingrossate notevolmente, e di persone che prima mai avrebbero pensato di finire in quella condizione.

Di loro, nei prossimi mesi, quando il blocco del licenziamenti arriverà a termine, cosa ne sarà? La politica, le istituzioni, i tecnici, insomma chiunque si trova a dover decidere come affrontare la pandemia, optando per la vita o la morte di interi settori aziendali semplicemente con un paio di firme da apporre sui provvedimenti, deve dare delle risposte alla popolazione. Al più presto. 

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