Palermo: Ebbi fame… Ebbi sete…

3405_n“Venite, voi, i benedetti del Padre mio… perchè ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere… fui nudo e mi vestiste.” (Matteo 25:35,36).

Da circa sette anni, un gruppo di fratelli e sorelle ci rechiamo all’interno della Stazione Centrale di Palermo per incontrare delle persone bisognose. Infatti, una domenica al mese ci riuniamo nel pomeriggio presso il vecchio locale di culto sito a Palermo in Via Luigi Razza, 23 e prepariamo, oltre che alcuni sacchi pieni di indumenti puliti e selezionati per tipo, anche una quarantina di sacchetti con una vaschetta di pasta, un panino, una bottiglietta d’acqua ed altro (inizialmente questa preparazione avveniva nelle nostre case, dove ogni famiglia ne preparava un certo quantitativo), e dopo avere ringraziato il Signore, intorno alle ore 20, 45/21,00 andiamo appunto nel luogo suddetto per incontrare “Giovanni, Renata, Barbara, Pietro, Francesca, Giuseppa, Gaetano, ecc. ecc.” e quanti altri dimorano proprio lì, in quanto non hanno altra “casa”. E’ da premettere che la compattezza dei nostri intenti non si ferma nemmeno davanti alla necessità di dover contribuire economicamente a quelle che sono le reali spese che bisogna via via affrontare. Capita che, rendendoci conto sul posto per via del numero di persone presenti, i sacchetti che portiamo risultano insufficienti ed allora andiamo a comprare delle pizze familiari in qualche pizzeria vicina, per cercare di non scontentare alcuno.

Il nostro scopo non è soltanto quello di sfamarli per una sera, ma è soprattutto quello di portare loro un sorriso, una buona parola di incoraggiamento e di forza per andare avanti, ma anche un pó di amicizia al fine di far conoscere loro il messaggio della Parola di Dio e l’amore che Gesù ha sparso sulla croce per l’umanità. Al nostro arrivo, intanto, nel salone della Stazione davanti la biglietteria, ci incontriamo con altri fratelli che vengono da fuori città e tutti insieme ringraziamo, lodiamo e preghiamo il Signore affinchè ci dia l’opportunità di metterlo al primo posto e di dare a Lui la Gloria dovuta. Dopodichè ci avviamo verso i posti dove loro di solito stanno abitualmente e quando ci vedono, alcuni di loro che già ci conoscono, ci vengono incontro e ci salutano con simpatia. Queste persone hanno tanto bisogno di affetto, di attenzioni, di essere ascoltate e ognuno di loro ha una storia da raccontare; un’infanzia non troppo felice, una adolescenza tra le più brutte ed una realta fuori dall’ordinario. Abbiamo incontrato ad esempio una giovane coppia con un bambino piccolo; un’altra coppia con una figlia con problemi di salute che dormivano a terra perchè erano stati sfrattati dalla casa che abitavano; ancora un’altra coppia che incontriamo spesso e che dormono (come dicono loro) nella loro stanza da letto, cioè davanti all’Ufficio Postale interno alla stazione; abbiamo anche incontrato un uomo straniero su una sedia a rotelle, bisognoso di cure mediche che a stento parlava la nostra lingua.

Ci sentiamo impotenti davanti a queste realtà e alle storie che ci raccontano, ma siamo lì per dire loro che se è vero che quello che possiamo fare noi per loro, è ben poco, c’è un Dio al di sopra di noi che può con la Sua potenza cambiare in meglio le loro situazioni, se essi stessi si affidassero completamente a Lui. Tutti i fratelli e le sorelle presenti, insieme ai barboni (oggi si direbbe “clochard”) che via via incontriamo, in un certo spazio della stazione ci mettiamo in cerchio ed iniziamo un vero e proprio culto al Signore. Qualcuno prega, qualche altro spiega in maniera molto semplice come ha conosciuto il Signore Gesù; com’era prima e com’è diventato ed esorta i nostri “amici” ad affidarsi a Gesù, l’amico fedele; qualche altro ancora legge un passo della Parola di Dio meditandolo brevemente per tutti ed invitandoci a perdere tutto e guadagnare ogni cosa nel Signore. Molti dei “barboni” ascoltano, rimanendo al loro posto con stupore misto a meraviglia, perchè noi “…venuti dal nulla…” ci interessiamo a loro. Alla fine, dopo la preghiera di ringraziamento finale, distribuiamo i sacchetti preparati prima, ma diamo loro anche dei Nuovi Testamenti, degli opuscoli e dei volantini cristiani creando anche delle opportunità per intrattenerci in maniera più riservata con qualcuno di essi in modo che due/tre fratelli preghiamo per quanti lo desiderano. Li esortiamo ad accettare Gesù come loro personale Salvatore e Signore, li invitiamo a venire nella nostra Comunità, ma soprattutto li invitiamo a leggere la Parola di Dio e anche a pregare il Signore che ha sempre una risposta per tutti e per tutto. Uno dei problemi principali (molti sono anche giovani) è la mancanza di lavoro; molti sono stranieri e probabilmente anche irregolari come cittadini; c’è chi ha perso la famiglia per problemi di alcool, di droga, ecc. ecc. e sentirli parlare dei loro bisogni ci fa sentire piccoli piccoli.

Ci rendiamo conto che è una situazione molto difficile da poter gestire; abbiamo estremamente bisogno che il Signore ci assista; ci guardi con il Suo occhio benigno; ci guidi con il Suo Santo Spirito e ci metta in bocca le parole e le esortazioni giuste che possano toccare i cuori di chi ha perso la fiducia e la speranza in Dio per una vita migliore e l’amicizia nelle persone che spesso si comportano da indifferenti e da emarginanti. Stiamo facendo delle raccolte di indumenti vari, scarpe, pantaloni, maglioni, magliette, cappotti ed altro e tutte le volte che andiamo lì, chiediamo loro se hanno bisogno in tal senso. A volte sono loro stessi che direttamente ce li chiedono, e noi, da parte nostra facciamo in modo da poter accordare tutti. Li vediamo, infatti, che scelgono gli indumenti più adatti a loro tra quelli che di volta in volta portiamo con noi e solo il vedere queste scene ci mette tanta tristezza e tanta commozione. Purtroppo abbiamo delle limitazioni; magari siamo un pò sprovveduti, ci sentiamo spaesati, ma abbiamo nel cuore il desiderio di servire il Signore e di portare anime a Cristo. Nei tempi scorsi qualcuno di loro è anche venuto in chiesa di domenica mattina. In particolare c’è stato un certo Mimmo che aveva una gamba sola. Più di una volta, insieme ad un’altro fratello siamo andati a prenderlo vicino la stazione; lo abbiamo portato nei locali della nostra Comunità; gli abbiamo dato la possibilità di lavarsi e di cambiarsi con abiti puliti e decorosi. Sembrava che avesse un vero interesse per il Signore, anche perchè aveva manifestato il desiderio (così ci aveva lasciato intendere, anche con le sue stesse parole), di volersi battezzare in acqua, ma purtroppo ha deciso volontariamente di non venire più in chiesa. Questo ci ha un pò scoraggiati, ma non al punto da fermarci dal continuare le nostre visite alla stazione, anzi desideriamo andare avanti in quello che è il nostro desiderio. Vogliamo pregare il Signore affinchè ci riempia di quella carità che è paziente, è benigna, che non invidia, che non si vanta, che non si gonfia, che non si comporta in modo sconveniente, ecc. (1a Corinzi 13:4-10).

Caro fratello, cara sorella che stai leggendo queste poche righe, ti vogliamo invitare a pregare il nostro Padre Eterno, unico Dio, Creatore di ogni cosa, nel nome di Cristo Gesù, affinchè:
– possa farci degni di essere Suoi figlioli e servitori e possa aumentare lo zelo che ha messo nei nostri cuori per andare avanti nell’opera che abbiamo iniziato;
– possiamo incontrare dei “barboni” che si rendano realmente conto che senza il Signore non possono continuare a vivere e decidano con il Suo aiuto di cambiare vita. Prega il Signore affinchè possa dare loro una dignità umana ed una identità cristiana;
– possa suscitare dei nuovi operai in questo campo difficile, zelanti per Cristo e desiderosi sia di piacere al Signore e sia di riversare su questa gente più bisognosa di tanti altri, quell’amore che Dio ha sparso nei nostri cuori.
Gesù, parlando di due comandamenti ci dice in Marco 12:29-31: “…il primo è: Ascolta, Israele: il Signore Iddio nostro è l’unico Signore: ama dunque il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua e con tutta la forza tua. Il secondo è questo: Ama il tuo prossimo come te stesso. Non v’è alcun altro comandamento maggiore di questi”. Dio ci benedica.

Fr. Aurelio Palazzolo – notiziecristiane.com

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