Pastore Abedini in carcere in Iran


Negli USA la moglie lancia un appello alla preghiera

TEHERAN – Saeed Abedini, pastore evangelico di origini iraniane con passaporto statunitense, è stato arrestato il 26 settembre del 2012 mentre era a casa dei suoi genitori in Iran. Domani, lunedì 21 gennaio, udienza davanti a un giudice noto per la sua linea dura verso chi lascia l’Islam per convertirsi ad altra religione. Questa notte, da costa a costa negli USA, si terrà una veglia di preghiera per la scarcerazione di Saeed.

In queste ore dopo la richiesta della moglie e di tutto il mondo evangelico si moltiplicano le riunioni di preghiera per Saeed. La moglie Naghmeh chiede a noi tutti: “Chiunque voglia partecipare è incoraggiato a farlo, vi chiedo di pregare. Stiamo incoraggiando coloro che non possono essere presenti a organizzare riunioni di preghiera alla stessa ora con altre persone”.

Stando a quanto scrive l’ACLJ (American Center for Law and Justice) il pastore Saeed Abedini sta subendo abusi indicibili in carcere in Iran perché cristiano. L’ACLJ ha lanciato una campagna internazionale per la sua liberazione. “E’ urgente che il Presidente Obama, il Dipartimento di Stato e ogni membro del Congresso prendano una posizione a favore di un cittadino americano” .

Firma la petizione a Obama:

http://aclj.org/iran/save-american-pastor-iranian-abuse-imprisonment

Abedini, convertitosi al cristianesimo quando aveva 20 anni (ora ne ha 32) e sposato con Naghmeh, cittadina americana, è stato per lungo tempo vittima delle persecuzionii delle autorità iraniane per aver aiutato la chiesa clandestina iraniana e per le sue opere di beneficenza. Nel mese di luglio del 2011 fu arrestato per l’ennesima volta durante uno dei suoi viaggi dall’America in Itan.
E’ accusato di “aver messo in pericolo la sicurezza nazionale” nel 2000, l’anno in cui si convertì al cristianesimo e in seguito alla sua intenzione di sviluppare un piano di diffusione della fede cristiana nelle case. L’ACLJ afferma che le autorità iraniane hanno anche sequestrato un conto bancario sul quale erano stati versati 105.000 dollari destinati alla costruzione di un orfanotrofio.

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