Per quale motivo gli ecclesiastici non si sposano? Cosa dice la Bibbia?

prete-cattivo-3I cristiani possono essere spirituali o, purtroppo, anche carnali (1 Corinzi 3:1-2). Tuttavia, una dottrina che li divida in due categorie o, addirittura, una religione a caste è completamente sconosciuta alla Sacra Scrittura che, inoltre, non conosce la distinzione fra ecclesiastici e laici. Ciò che ha provocato la sua domanda sul celibato è una costruzione mentale estranea alla Bibbia, ma presa come vera da una gran parte della cristianità.

19 Né la Bibbia né la Chiesa di Gesù Cristo conoscono la distinzione dei cristiani in ecclesiastici e laici. Invece, in Pietro 2:5 leggiamo del sacerdozio universale. Secondo Efesini 4:14 la volontà di Dio è che ogni cristiano cresca fino a raggiungere la maturità e nessuno si può mettere fra Dio e il credente.

Nella storia della Chiesa, però, sono sorti alcuni che affermavano di se stessi essere “spirituali”! Con l’insinuazione che ci sarebbero persone poste al di sopra degli altri, i “credenti normali” divennero dei laici! In Atti degli Apostoli 4, la Bibbia ci racconta come il sinedrio arrestò Pietro e Giovanni e
a) li classificò come dei “profani”, cioè laici, (Greco idiotes) senza istruzione (Atti 4:13).
b) proibì loro, minacciandoli, di testimoniare di Gesù Cristo (Atti 4:17).

La Bibbia indica molto chiaramente che ogni chiesa diretta, e lo è ancora oggi, da degli anziani o responsabili (episkopos, presbyteros). Il presupposto per poter essere un anziano si può leggere in Timoteo 3:1-7. Due degli attributi (morali e caratteriali) necessari per l’anzianato erano che l’anziano fosse sposato e dirigesse bene la propria famiglia. Gli anziani, perciò, erano sposati. Tra l’altro Paolo, che non era sposato, costituiva un’eccezione fra gli apostoli. Chi prescrive il celibato per un qualsiasi servizio nel regno di Dio, si allontana dal terreno del Vangelo e diventa legalista. Secondo la testimonianza della Scrittura, proibire il matrimonio è una dottrina di demoni ( 1 Timoteo 4:1-4).

2) Né Dio, né la Bibbia, né Paolo sono misogimi, misogamani, o contrari alla vita. Il piano di Dio per l’uomo era il matrimonio: egli creò l’essere umano come uomo e donna e disse espressamente che non è bene che l’uomo sia solo (Genesi 1:27 e 2:18). Questo è l’ordine creazionale. Nel Nuovo Testamento, il matrimonio viene paragonato al rapporto fra Cristo e la chiesa, un paragone che gli conferisce una dimensione ancora più meravigliosa (Efesini 5:22-33). D’altro canto, profanare il matrimonio (adulterio, egoismo, atteggiamenti da pascià) è peccato e viene condannato molto severamnete).

3) In I Corinzi 7, Paolo parla del celibato dei cristiani. L’occasione (versetto 1) era una domanda rivolta a Paolo dai Corinzi. Nel pensiero greco del tempo, l’opinione corrente era il corpo non aveva importanza, ragion per cui se ne poteva fare quello che si voleva, cedendo a tutte le voglie, essendone schiavi oppure no. C’era poi una convinzione opposta alla prima, secondo la quale il corpo era qualcosa di negativo, i cui bisogni e istinti andavano eliminati e, quindi, lo si poteva addirittura far morire di fame tramite l’ascesi! Le sue affermazioni fondamentali sono:
1) Il matrimonio, l’unità di un uomo e una donna è la norma di Dio.
2) Il celibato è un dono particolare dello Spirito (v.7) e, in quanto tale, non può essere, di per sé, una situazione migliore del matrimonio.

Tuttavia, Paolo consiglia chiaramente al lettore della Bibbia di rimanere così com’è, se ne è in grado (v.8). L’apostolo viveva nell’attesa dell’immediato ritorno di Cristo ( 1 Tessalonicesi 4:15-18). Di tale sua speranza, però, non ha fatto in alcun modo un insegnamento, né ha cercato di fissare una data. Egli si limitò ad insegnare, e la Bibbia intera conferma l’ispirazione della Sacra Scrittura che, quando Gesù tornerà, alcuni si saranno addormentati e altri saranno ancora in vita. Paolo non dice di se stesso che egli rimarrà in vita fino al ritorno del Signore. Sicuramente lo sperava, penso che ogni credente che ama il Signore ha questa speranza nel cuore. In vista di tale obbiettivo e a causa della pesante situazione attuale, l’apostolo ci racconta il suo stato celibe. L’abnegazione, la disciplina e l’autocontrollo sono la volontà di Dio per il cristiano e rendono felice il Signore. La nostra fede, però, non deve essere una farsa. Nessuno deve vergognarsi del corpo che Dio gli ha dato e cerare di reprimere tutti i suoi bisogni o smettere di vivere. Possiamo ringraziare Dio che egli ha ritenuto il nostro corpo degno di essere le sua dimora. Se Cristo può vivere in noi e attraverso di noi, siamo degli strumenti utili nelle mani di Dio e la nostra vita porta frutto. Sposati o ” in via eccezionale” (come dono dello Spirito) non sposati, la nostra sarà una vita di appagamento, anche se non priva di problemi, di soddisfazione, noi saremo riconoscenti e vivremo davvero in vista delle cose essenziali. Filippesi 4:19: “Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù”.
2 Corinzi 9:8: “Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona”.
Bruno S.
Francesco La Manna – notiziecristiane.com
https://www.facebook.com/storiedifedevissute.blogspot.it

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook