Vincere se stessi, il proprio “io”, pare sia la più grande battaglia che l’essere umano tende ad affrontare.
Convinzioni, tradizioni, cultura, orgoglio, sono risorse importanti da tutelare,ma spesso, diventano ostacoli per la nostra crescita.
I luoghi dove siamo nati, le persone che frequentiamo, inevitabilmente influenzano i nostri pensieri ed avvolte anche i nostri atteggiamenti.
La cultura ed una menta aperta consentono di “leggere e comprendere“ ogni situazione, ma dobbiamo pur sempre fare i conti con il nostro carattere!
La cultura forma gran parte della nostra identità. Attraverso essa impariamo a conoscere e a riconoscerci come parte del sistema sociale. I comportamenti che incarniamo sono forme del nostro pensiero, del nostro modo di esercitarci in un ruolo: madri, padri, fratelli, amici, fidanzati. La nostra cultura è quindi foriera di forme di vita e di “morte”.
La nostra identità appartiene a Cristo, poiché siamo parte della Sua parola. Lo scopo del vangelo è la trasformazione. La trasformazione non è semplicemente accettare una nuova dottrina, ma è assumere nuove abitudini di vita ed un nuovo carattere.
Il vangelo vuole portare in evidenza la nostra vera personalità, vuole trasformare il tuo modo di pensare rinnovando la nostra mente e portarci in una nuova sfera di azione.
Uno dei versi che più amo della Santa Parola si trova nel primo capitolo di Giosuè; dove, Dio stesso ci invita a meditare ogni giorno la Sua Parola per formare in noi una “cultura nuova”, la cultura del Suo Regno, scoprire Lui stesso in noi e donarci vittoria, quella vittoria nel nome di Gesù! Si vittoria in ogni situazione, anche nelle “letture” del vissuto quotidiano.
“Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai…”
Vincenzo Lipari
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