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Potrei dirlo anch’io?

Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio. Genesi 45:8

“La percezione del favoritismo è uno dei fattori che determina la rivalità tra fratelli,” scrive la dott.ssa Barbara Howard, esperta di problemi comportamentali, in un articolo su nytimes.com. Un esempio di questo problema potrebbe essere Giuseppe, personaggio dell’Antico Testamento, figlio prediletto di suo padre. I suoi fratelli lo odiavano per questo (Gen 37:3-4), così vendettero Giuseppe ad alcuni mercanti diretti in Egitto, inventandosi che un animale feroce lo avesse sbranato (37:12-36). I suoi sogni erano all’improvviso infranti e il suo futuro sembrava senza speranza.

Eppure, nel corso della sua vita, Giuseppe decise di restare fedele a Dio, affidandosi a Lui anche quando questa decisione sembrava peggiorare le cose. Nonostante fosse stato accusato ingiustamente dalla moglie del suo capo e messo in prigione per un crimine che non aveva commesso, Giuseppe continuò a confidare nel Signore.

Anni dopo, i suoi fratelli arrivarono in Egitto per comprare del grano in tempo di carestia. Scoprirono, terrificati, che il primo ministro egiziano era niente di meno che loro fratello Giuseppe! Ma lui li rassicurò: “Ma ora non vi rattristate, né vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi portato qui; poiché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita . . . Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio” (45:5, 8).

Le parole amorevoli di Giuseppe mi fanno pensare a cosa avrei fatto io: avrei meditato vendetta o avrei dato grazia, col cuore pieno di fiducia nel Signore?

Caro Padre, donaci la fede per confidare in Te oggi e la capacità di vedere la Tua mano benevola durante il percorso della nostra vita.
Nelle ore più buie della nostra vita, solo con gli occhi della fede possiamo vedere la mano amorevole del nostro Dio.

Da David C. McCasland | ilnostropanequotidiano.org

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