Profezia contro la Siria, circa 2650 anni fa

profezia2“L’oracolo della coppa della maledizione che Damasco dovrà bere”

1 Oracolo contro Damasco.
«Ecco, Damasco è tolto dal numero delle città
e non sarà più che un ammasso di rovine.
2 Le città d’Aroer sono abbandonate;
sono lasciate alle mandrie che vi si riposano,
e nessuno le spaventa.
3 Non ci sarà più fortezza in Efraim
né reame in Damasco;
del residuo di Siria avverrà ciò che è avvenuto della gloria dei figli d’Israele»,
dice il SIGNORE degli eserciti.
4 «In quel giorno, la gloria di Giacobbe sarà diminuita
e il grasso del suo corpo dimagrirà.
(Isaia 17)

Poiché le dieci tribù d’Israele sono alleate, esse devono aspettarsi che questa coppa di stordimento di Damasco sia fatta passare a tutte quante loro.
La stessa Damasco, capitale della Siria, dev’essere distrutta. Le case bruceranno, le mura, le porte, le fortificazioni saranno demolite; gli abitanti saranno deportati come prigionieri, quindi per il presente “è tolto dal numero della città” è ridotto non solo a un villaggio, ma addirittura a un ammasso di rovine (versetto 1). Ad una tale desolazione il peccato riduce la città!
Le città del paese sono abbandonate dagli abitanti, spaventati dagli invasori o costretti da questi a scappare. I vinti non osano dimorarvi, i vincitori non ne hanno motivo, poiché non le hanno conquistate per necessità. E così le città in cui dovrebbero vivere gli uomini “son lasciate alle mandrie” che vi si riposano. Palazzi signorili si trasformano in stalle. E’ strano che i grandi conquistatori si vantino di essere i comuni nemici dell’umanità. Ma per quanto siano ingiusti, Dio è giusto nel provocare l’espulsione da quelle città degli abitanti che per la loro cattiveria si sono resi malvagi. E’ meglio che esse siano “lasciate alle mandrie che si riposano”, piuttosto che continuare a ospitare coloro che si ribellano apertamente a Dio e alla Sua morale. Le fortezze d’Israele, il regno delle dieci Tribù, saranno condotte in rovina: “non vi sarà più fortezza in Efraim (versetto 3), né in Samaria, e così via. Essi avevano costruito un’alleanza innaturale con la Siria per invadere Giuda, e ora coloro che avevano condiviso il peccato avrebbero dovuto partecipare, giustamente alla rovina. Quando “non vi sarà più fortezza in Efraim”, cosa che indebolirà Israele, non vi sarà più “reame in Damasco, cosa che determinerà la distruzione della Siria. I siriani erano a capo della confederazione contro Giuda, perciò furono loro a essere puniti per prima e gravemente. “Del residuo di Siria avverrà quel ch’è avvenuto della gloria de’ figlioli D’Israele; quei pochi siriani che restano saranno nella stessa condizione dei figli d’Israele, misero e deprecabile, e la passata gloria d’Israele non sarà di alcun sollievo, né per loro né per la loro reputazione”. Le alleanze peccaminose non avranno alcuna forza, né saranno di alcun sostegno per gli alleati quando il giudizio di Dio si abbatterà su di loro. Si consideri, qui, quale sia la gloria di Giacobbe ora che Dio lotta contro di lui; perciò la Siria ha ben pochi motivi per vantarsi del fatto che la sua gloria ricorda quella di Giacobbe.

Essa è stata devastata come un uomo dalla consunzione (versetto 4). La gloria di Giacobbe consisteva nel numero. Gli Israeliti erano come la sabbia del mare per la loro moltitudine. Ma questa gloria “sarà menomata”, quando molti saranno eliminati e pochi lasciati. Allora la “pinguedine del suo corpo”, ossia il loro orgoglio e la loro sicurezza, dimagrirà, e il corpo della gente diventerà uno scheletro perfetto, tutto pelle e ossa. Israele morì di una malattia lenta; il regno delle dieci tribù fu gradualmente eliminato. Dio fu per loro “come la tignuola (Osea 5:12). Così è la gloria di questo mondo: subito appassisce e scompare. Ma c’è un tipo di gloria molto più abbondante, destinata alla discendenza spirituale di Giacobbe, che non è soggetta ad alcun decadimento: è l’abbondanza della Casa di Dio, che non dimagrirà.

Questa è una delle profezia contro la Siria per aver insultato il Signore con la sua ribellione. Il pezzo di commento preso dal commentario biblico di Matthew Herry risale al 1704, circa 310 anni fa. Oggi, più che mai ci stiamo avvicinando al grande evento del ritorno di Cristo, le profezie si avverano una dietro alle altre. Anche per la Siria ormai in guerra dal 2011 è giunta la sua ora di saldare il debito che ha con Dio. Sono passati circa 2650 anni da quando il profeta Isaia fece questa profezia contro la Siria e, oggi si sta avverando quello che per bocca del profeta Dio annunciò, che l’intera nazione sarà spazzata via, desolata per il suo peccato.
Dio non ha trattenuto il braccio con il Suo popolo, e non lo farà con le altre nazioni. Dio poteva ritirare la Sua mano e pentirsi, come aveva fatto con Ninive? Ma dobbiamo capire che Dio conosce il futuro e quando questa profezia fu fatta, già si sapeva che la Siria non si sarebbe ravveduta, e non solo lei ma tutte le nazioni che sono state e sono tutt’ora ribelle verso Dio. Quindi, se fossimo più attenti alle profezie della Bibbia, saremo meno increduli e suscettibili, meno agnostici e più capaci di vedere un mondo che si sta suicidando con le sue stesse mani, e non rimarremo poi tanto stupiti e esterrefatti di fronte a tanta crudeltà, crudeltà e violenza generata dall’uomo, l’unico e solo colpevole. Oggi la paura della crudeltà e della violenza, del terrorismo, dei Kamikaze, delle bombe e degli attentati fa tremare l’umanità, questa umanità tanto ostile al richiamo da parte di un Dio che la vuole redimere. Ahimè, l’uomo considera Dio troppo “buono”, e l’uomo troppo cattivo, ma solo fino a quando non si troverà davanti a sé un Dio giudice e severo come
YAHWEH-TSIDKENU, ” il Signore nostra giustizia”, allora capirà che la misericordia e la bontà di Dio non hanno niente in comune con la Sua giustizia. Allora e solo allora, l’umanità capirà che chi doveva essere temuto era Dio e non l’uomo. Solo allora capiranno il peccato come li avrà portati lontani dal vivere dal vero Dio e Signore. YAHWEH-SHALOM “il Signore nostra pace”, sarà per quelli che avranno lavato le loro vesti col sangue dell’Agnello, ma non per i ribelli e i peccatori che non si sono ravveduti.

Ferrentino Francesco La Manna | notiziecristiane.com
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