“Putin ha già perso”: parla Yuval Noah Harari

di Nathan Greppi
Vladimir Putin avrebbe già perso in partenza, a prescindere dal fatto che ritiri le truppe o continui a bombardare le città ucraine fino a sottometterle: questa è l’opinione recentemente espressa dallo storico israeliano Yuval Noah Harari, noto per libri come Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità Homo Deus. Breve storia del futuro, divenuti in breve tempo dei best seller a livello mondiale.

“In questa guerra non si tratta di conquistare questa o quella città. È vero che Putin può conquistare tutta l’Ucraina,” ha dichiarato Harari in un’intervista all’emittente israeliana Arutz 12 avvenuta venerdì 4 marzo, “ma questa guerra riguarda l’esistenza stessa del popolo ucraino.” Secondo lui, Putin ha iniziato questa guerra poiché “si è creato la fantasia per cui il popolo ucraino non esiste, che gli ucraini siano russi e vogliano far parte della Russia, e che solo una piccola cricca giudeo-nazista al potere lo stia impedendo.”

A suo parere Putin è convinto che se continua così, il presidente ucraino Volodymir Zelensky fuggirà, i militari si arrenderanno e il popolo ucraino “accoglierà i carri armati russi con i fiori.” Al contrario, i fatti degli ultimi giorni hanno dimostrato che “il popolo ucraino esiste; Zelensky non fuggirà; l’esercito ucraino combatte con vigore; e la popolazione non lancia fiori ai carri armati, bensì molotov.”

“Sì, può conquistare il paese, ma non sarà in grado di controllarlo… Non c’è speranza. Ogni giorno che passa, egli semina sempre più semi d’odio tra gli ucraini e i russi, che prima non si odiavano. Erano una famiglia. Questo odio si tramanderà per generazioni. Egli sta assicurando di suo pugno che non ci siano possibilità di riunirli.” Quando persone come Putin si ritrovano davanti una realtà che non gli piace, di norma “tentano di distruggere quella realtà.”

Kiev come Aleppo?

Il timore di Harari è che Kiev diventi come Aleppo, pur facendo notare importanti differenze: “Un conto è bombardare Aleppo, dove quelli che combattono e uccidono casa per casa sono siriani, altra cosa è quando succede alle porte della Russia, quando sono i soldati russi ad essere uccisi, e i loro cari a rimetterci. Non credo che a Putin importi. Per quanto gli riguarda, a milioni possono morire e perdere le loro case. Ma credo che ai russi importerà. E mi auguro che il popolo russo non permetta che accada.” Ha fatto notare come gli ucraini “si sono ritrovati di fronte allo stesso bivio dei russi dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, e hanno scelto la democrazia. E col passare del tempo, quando qualcuno ha provato a minacciare la loro democrazia, loro hanno continuato a optare per essa”.

La minaccia nucleare

Un aspetto importante, emerso da questa crisi, è il ritorno della minaccia nucleare. Secondo Harari, una delle possibili soluzioni per risolvere la questione è puntare su un “Progetto Manhattan verde”, che consisterebbe nell’aumentare gli investimenti nelle energie rinnovabili fino a quando non sarà possibile fare a meno di petrolio e gas naturale. “Quando il prezzo del petrolio scenderà sotto i 20 dollari al barile,” ha affermato, “per il regime di Putin sarà la fine.”

Putin come Hitler?

Per quanto riguarda le analogie che vengono spesso fatte tra Putin e Adolf Hitler, ha detto che, sebbene ci siano alcune similitudini, “vi è una grossa differenza. Hitler aveva un’ideologia, dietro la quale il popolo tedesco era grossomodo unito. Qui c’è la guerra di un uomo solo. Non è una guerra del popolo russo, che non vuole tutto questo. Non è nemmeno una guerra della cerchia di Putin, di quegli oligarchi… loro hanno i loro yacht, le loro case a Londra, i castelli in Francia, i jet privati; questo è ciò che vogliono dalla vita.”

Israele e la guerra russo-ucraina

In merito alle posizioni d’Israele sulla guerra in corso, siccome essa si deve coordinare con i russi per contenere la minaccia dei proxy iraniani in Siria e in Libano, Harari ha spiegato: “Vi è una dittatura sanguinaria che minaccia di uccidere centinaia di migliaia di persone, di buttarli fuori dalle loro case. Il popolo ebraico ha forse bisogno che qualcuno gli spieghi dove sta la morale in questa situazione? Quindi sì, capisco che Israele abbia interessi vitali che non possono essere ignorati. Ma laddove si può aiutare, va fatto. Se non puoi inviare armi, manda attrezzature mediche. Fornisci sostegno morale. Queste sono cose che si possono fare.”

Un’opportunità contro le divisioni

Per concludere, ha dichiarato che questa situazione rappresenta un’opportunità per “porre fine alla guerra culturale in corso in Occidente: sinistra contro destra, progressisti contro conservatori, Fox News contro la CNN.” Tra le cose che più lo hanno reso ottimista, ha spiegato, “era che cambiando canale tra la CNN e Fox News mi ero reso conto improvvisamente che sembravano uguali. Hanno capito che c’è in ballo qualcosa di molto più importante e terribile di ciò di cui hanno avuto paura negli ultimi anni, e possono unirsi su questo fronte. Nel momento in cui ciò dovesse accadere, non ci sarà più bisogno di avere paura di niente e di nessuno. Il mondo occidentale è molto più forte della Russia, e anche della Cina.”

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