La costituzione italiana, all’art. 11 recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
E’ chiaro no? La domanda allora è: come si coniuga questa solenne affermazione con la presenza dell’esercito italiano sui vari teatri di guerra; dall’ex Iugoslavia, all’Iraq, dall’Afganistan alla Libia? A già dimenticavo; quelle erano operazioni di ‘pece keeping’ (mantenimento della pace), o ‘peace enforcing’ (imposizione della pace). Certo che per essere ‘operazioni di pace’, ne sono state sganciate di bombe, e se ne sono procurati di morti!
Ma definire queste, ‘operazioni di pace’, è evidentemente, solo un espediente per aggirare il divieto della nostra Costituzione, per prendere parte a quelle che sono, a tutti gli effetti, azioni di guerra; che, come nel caso della seconda guerra in Iraq, era fondata su una menzogna costruita ad arte, da parte dei ‘cristiani George Bush Jr e Tony Blair. Questi avevano accusato Saddam Hussein di possedere armi di distruzione di massa, rivelatesi poi inesistenti, al solo scopo di giustificare l’intervento armato contro l’Iraq.
Ma quanti morti ancora tra le popolazioni civili inermi, dovranno esserci prima di rendersi conto della pazzia della guerra, che si ritorce anche contro chi la conduce? Già, dimenticavo, questo sono ‘danni collaterali della ‘guerra chirurgica’.
Ma quanti giovani ancora dovranno essere lasciati sul campo di battaglia dai paesi che partecipano alle ‘operazioni di pace’? Quante vite dovranno ancora essere rovinate, dei reduci di guerra, colpiti da malattie psichiatriche, costretti a vivere con gli incubi dell’orrore che hanno vissuto, molti dei quali sono bombe ad orologeria, pronte ad esplodere da un momento all’altro, una volta tornati in patria, mettendo in pericolo la vita di altre persone? Quanti di questi reduci dovranno ancora ammalarsi di cancro, dovuto all’impiego di armi radioattive, prima di convincersi che le guerra è una porcheria?
Ma soprattutto come cristiani; che ne è della raccomandazione di Gesù di amare i propri nemici (“Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” – Matteo 5:44), e di rinunciare alla spada, (“Allora Gesù gli disse: Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periscono per la spada.” – Matteo 26:52 )?
E invece siamo ancora qui a spendere milioni di euro per comperare aerei difettosi, vulnerabili ai fulmini, e con il motore che va in pezzi, mentre dall’altra parte si lasciano lavoratori senza il loro giusto compenso per il lavoro fatto per lo stato. Salvo poi perseguitarli per non aver di conseguenza potuto pagare le tasse, o per averle pagate in ritardo, portandoli alla disperazione, fino alle estreme conseguenze; si riducono pensioni e stipendi e si tagliano fondi alla sanità e all’istruzione.
Ma voi ce lo vedereste Gesù con un mitra in mano, o alla guida di un caccia a sganciare ‘bombe chirurgiche’ per imporre la pace, nonostante gli i danni collaterali? Qualcuno dice: “ma come fa un paese, nel mondo d’oggi, a rinunciare ad un esercito, con il rischio di essere aggredito da un qualsiasi altro paese?” Semplice: come fa ad esempio il Costa Rica, che dal 1949 ha rinunciato all’esercito, e lo ha scritto nella sua Costituzione. Tutto questo in una area geografica storicamente molto turbolenta, afflitta da guerre, e soggetta a continui colpi di stato. Eppure è li, e ha impiegato le risorse che sarebbero dovute servire per le spese militari, per promuovere lo sviluppo. Ed oggi è tra i paesi più prosperi dell’area.