Sicuramente, qualche lettore, sin dal titolo e dalla foto dell’articolo in questione, storcerà il naso, pensando: “ma che ci fanno i pettegolezzi di un attore del mondo in un sito d’informazione cristiana? Bella domanda! Siamo qui per fare informazione da una prospettiva cristiana, cercando di descrivere una realtà che a volte è assolutamente diversa da quella che i mezzi d’informazione vogliono farci credere. Gli attori e le attrici, infatti, sono persone come noi e sbagliano quanto noi perchè nessuno in questo mondo è perfetto, eccetto uno Gesù Cristo! Il mondo dell’immagine, ogni giorno, cerca di mitizzare tutto e tutti, ecco perchè noi dobbiamo suonare la tromba e cercare di portare un messaggio di salvezza attraverso la parola di Dio e le testimonianze di vite trasformate, prima che per qualcuno sia troppo tardi, soprattutto, per quelli che si fanno falsi idoli e si fanno ammaliare dagli stili di vita dei volti noti dello spettacolo. Il nostro motto è non guardare ne a destra ne a sinistra ma andare avanti per la strada che porta a Cristo Gesù!
Qualche anno fa’, precisamente nel dicembre del 2009, veniva proposta in televisione una pubblicità Alitalia, che aveva come protagonisti l’attore Raoul Bova e la moglie Chiara Giordano. Si trattava di uno spot infelice vista l’accoppiata Alitalia in crisi e la coppia Bova-Giordano alle prese col divorzio. Un articolo di fanpage.it, commentava lo spot Alitalia affermando: “Le coppie, che rappresentano famiglie unite e felici, lontane da gossip spiccioli, funzionano. Funzionano forse perché, dopo gli ultimi scandali italiani, si avverte il crescente bisogno di sentimenti autentici, capaci di confortare le sfiduciate considerazioni che si hanno del presente e del futuro. E uno spot, ben fatto, può regalare in pochi secondi un sorriso spontaneo”.
Quello dell’Alitalia suscitava sicuramente un effetto emotivo, Raoul e Chiara, infatti, vestivano i panni del marito e della moglie, proprio com’era nella realtà. Nello spot più breve si ichiaravano palesemente come coppia sposata da dieci anni. Dieci anni? Sono volati però!
La cosa che ci rende tristi è che il legame passionale con questa giovane attrice, difatto, porta a escludere che ci sia alcun margine per ricostruire il rapporto con la moglie. La considerazione che con l’articolo di oggi, noi di notiziecristiane.com, vogliamo porvi è che non basta però far vedere uno spot, o essere testimonial di operazioni benefiche o dire di manifestare l’amore in Cristo Gesù per essere un buon cristiano; la fornicazione e l’adulterio, infatti, sono condannati duramente dalle Scritture, ma sono invece tollerato dall’attuale società.
Da un punto di vista spirituale, uno dei maggiori problemi attuali è l’eccessiva enfasi che la filosofia mondana pone sull’individuo. Facendo leva sull’egoismo innato di ciascuno, da ogni parte giungono messaggi sul proprio valore e sui propri diritti. Ciò determina una sorta di ipertrofia dell’Io, nonché dei propri bisogni e delle proprie necessità, con la conseguente legittimazione di ogni cosa possa soddisfare i propri desideri e le proprie brame.”Gli uomini saranno egoisti […] traditori […] amanti del piacere anziché di Dio” (2°Timoteo 3:2,4).
Pertanto, vivendo in un simile contesto sociale e culturale (successo, fama e notorietà), non stupisce che molti uomini e donne considerino l’adulterio come un normale modo per soddisfare i propri impulsi, giustificati dal loro cuore a cercare altrove ciò che in casa non trovano. I valori morali vengono abbandonati e i credenti si trovano a dover combattere ogni giorno contro i nuovi giganti ideologici di un’epoca che rifiuta il Dio della Bibbia, disubbidendo alle sue direttive per la coppia, per il matrimonio e per l’educazione dei figli.
Da un punto di vista puramente umano, ognuno può trovare tutte le giustificazioni possibili: la psicologia umanista, infatti, è maestra nel riversare su qualcun altro le responsabilità personali, creando pericolose illusioni di falsa innocenza. È una strategia di autodifesa antica quanto l’uomo. Adamo, nell’Eden, tentò di difendere se stesso davanti a Dio proprio con questo metodo: “La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell’albero” (Geremia 3:12). È molto più facile scaricare la colpa dei propri sbagli sugli altri, invece di dover ammettere di aver fallito.
Nella prospettiva biblica, invece, non troviamo possibili giustificazioni al peccato. La Bibbia chiama l’adulterio con il chiaro termine di peccato e lo considera addirittura una discriminante per l’ingresso nel regno dei cieli: “Non vi illudete; né fornicatori, né idolatri, né adúlteri […] erediteranno il regno di Dio” (1°Corinzi 6:9,10).
“Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adúlteri” (Ebrei 13:4). È un preciso richiamo a non illudersi nell’inseguire le vuote scusanti della cultura contemporanea.
Se si giustifica, chi commette adulterio distruggendo la famiglia, come nel caso di Bova, non lo/a si aiuta a prendere atto di ciò che ha commesso, perché le scusanti rappresentano un ostacolo per un vero ravvedimento. Invece, il fornicatore e/o l’adultero/a deve sentire su di sé tutto il peso del suo peccato, con le sue conseguenze disastrose.
“Tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste […] Per questo è detto: «Risvegliati, o tu che dormi […] e Cristo ti inonderà di luce»” (Ef 5:13-14). L’obiettivo, dunque, è il ravvedimento.
Un adulterio lascia uno strascico incalcolabile di amarezza, dolore e ferite, ma, nonostante ciò, la Chiesa ha il compito di annunciare il perdono e di operare affinché il peccatore realmente pentito sia ristabilito al cospetto di Dio.
A costo di sembrare ripetitivo, desidero ribadire che, per ricostruire la speranza, ci deve essere, da parte del peccatore, un reale e profondo ravvedimento. Solo così si può riedificare sulle macerie.
Non a caso, uno dei passi più intensi sulla misericordia di Dio, quale è quello di Isaia 1:18 – “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana” – ha un presupposto irrinunciabile: “Togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male […] cercate la giustizia” (Isaia 1:16).
Senza il pentimento, non ci può essere misericordia da parte di Dio, ma rimane solo il suo giudizio, perché il suo amore non annulla la sua giustizia.
Il ravvedimento, invece, consente il recupero dell’individuo. “Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine” (Galati 6:1).
Non è certo un compito facile. Recuperare la fiducia e ricostruire la relazione coniugale è un percorso che richiede tempo, pazienza, sollecitudine e tanta preghiera, ma di fronte ad un cuore sinceramente ravveduto, la misericordia di Gesù Cristo può risplendere in tutta la sua potenza, permettendogli di ricominciare, perché “dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata” (Romani 5:20).
(notiziecristiane.com)
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