Riciclaggio allo Ior. Monsignor Scarano svela: “I soldi celati nei conti”

scarano-300x161Nei colloqui avvenuti a luglio con i magistrati, Monsignor Scarano è tornato a raccontare quanto in sua conoscenza in merito al riciclaggio che si consumava tra lo Ior e l’Apsa.

Lo scandalo legato allo Ior non accenna a scemare e, ora, ad attizzare le braci è tornato Monsignor Nunzio Scarano.
L’uomo, ai vertici dell’Apsa -l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica-, si trova agli arresti dallo scorso giugno a colpa di un’operazione sospetta di riciclaggio: 20 milioni di euro che dovevano essere trasferiti dalla Svizzera presso un conto dello Ior. Proprio di questo, lo scorso luglio, avrebbe parlato, ricostruendo quanto accadeva in seno al banco del Vaticano.
Nelle sue ricostruzioni, Scarano ha fatto riferimento anche ad alcune operazioni di riciclaggio effettuate attraverso i conti aperti dell’Aspa. Questo ha offerto agli inquirenti nuove piste su cui indagare. Per esempio, sono stati rinvenuti depositi non riconducibili ai religiosi, atti a schermare i passaggi illeciti di denaro.

“Noi come Apsa non potevamo avere clienti esterni, ma pur non potendo in realtà facevamo banca”, ha spiegato Scarano, “nel senso che avevamo unaraccolta di risparmio e forme di reimpiego con corresponsione di interessi ai depositanti.”
“Fui ricevuto dal cardinal Bertone alcuni anni fa”, ha aggiunto, “subito dopo la sua nomina, ma l’incontro non ebbe alcun effetto”

Poi, ha continuato, riportato dal Corriere della Sera, “di recente mi recai dal cardinal Filoni al quale dissi dei conti laici. Dato l’incontro al 2010 e in seguito a questo in effetti alcuni funzionari furono allontanati dall’Apsa. Mennini era arrivato quando Stoppa andò in pensione e si trattava di trovare qualcuno che si occupasse anche di coprire gli scheletri da lui lasciati nell’armadio.”
“Mennini portò con sé De Angelis.”, ha esplicato ancora, interrogato dai pm. “I due avevano uno stretto rapporto con Marco Fiore che lavora per i D’Amico a Montecarlo. Stoppa gestiva in maniera padronale e opaca il suo settore. Mennini gli riconobbe un trattamento pensionistico molto lauto. Mennini si era portato anche una certa Maria Teresa Pastanella che godeva di un trattamento privilegiato pur non avendo alcun titolo di studio. Per effetto del mio incontro con il cardinale Filoni furono anche chiusi dei conti di laici”.

Ai magistrati, inoltre, Scarano ha raccontato di aver avuto colloqui con alti funzionari del Vaticano in merito ad un’operazione effettuata dal banchiereNattino, il quale “aveva un conto all’Apsa.” “Un figlio di Mennini, Luigi, lavorava nella banca da lui diretta”, ha illustrato. “Fece un’operazione di aggiotaggio di cui si parlava nei corridoi che riguardava titoli della sua banca che subivano oscillazioni e che venivano comprati e venduti sotto mentite spoglie. A quanto ricordo i titoli erano stati fatti artatamente scendere di valore e Nattino li riacquistò al momento giusto senza apparire e servendosi dello schermo Apsa.”

“Vi furono più operazioni simili”, ha concluso. “Quando il cardinale Filoni prese provvedimenti, la cosa scatenò il finimondo e io fui promosso in seguito a questi eventi, anche se la promozione, di fatto mi collocò fuori dal perimetro operativo.”

FONTE


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