Al-Nimr, arrestato a 17 anni per aver protestato contro il regime, è stato condannato alla decapitazione e crocifissione. La rabbia della madre: «Perché una sentenza così crudele?».
Per festeggiare l’elezione a presidente del Consiglio Onu per i diritti umani, l’Arabia Saudita ha condannato alla decapitazione e alla successiva crocifissione Ali Mohammed Al-Nimr. «Nessuno accetterebbe una sentenza così crudele. È disumano, è disgustoso», ha dichiarato la madre del ragazzo, Nusra al-Ahmed al Guardian.
ARRESTO E CONDANNA. Al-Nimr aveva solo 17 anni quando nel 2012 è stato arrestato con l’accusa di aver partecipato a una protesta illegale e di essere in possesso di armi da fuoco. Al-Nimr è anche figlio di un critico del regime islamico. Secondo molti giornali arabi, il ragazzo avrebbe confessato le sue colpe sotto tortura e il 17 settembre scorso è stato condannato durante un’udienza non aperta al pubblico. La sua uccisione potrebbe avvenire in ogni momento.
«È DISUMANO». «Per le altre persone, un’ora è composta da 60 minuti. Per me ogni ora è fatta di 60 colpi di dolore. Ecco come mi sento», continua la madre di Al-Nimr. «Nessun essere umano sano di mente condannerebbe un ragazzo di 17 anni a una pena simile. E perché poi? Non ha versato il sangue di nessuno, non ha rubato nulla. È disumano».
TORTURE. Al-Ahmed ha visitato suo figlio in carcere e «la prima volta non l’ho riconosciuto. Era cambiato completamente, aveva una ferita in fronte, ho capito che durante gli interrogatori l’avevano colpito con calci e schiaffi. Gli sono caduti i denti, ha urinato sangue per un mese. Mi ha detto che gli faceva male tutto».
Nonostante questo, Al-Nimr è rimasto forte: «Lui mi ha detto: “Mamma la cosa più importante è che ti fai coraggio. Qualunque cosa mi accadrà, è già accaduta ad altri. Non sono il primo a patire un’ingiustizia”. Se io sono così forte, è per merito di Dio che mi dà questa forza. Se mio figlio è forte, è merito di Dio».
La madre del ragazzo, ha terminato la sua intervista video con un appello al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: «Noi non contiamo niente in questo mondo, ma se Obama salva mio figlio, la sua considerazione aumenterà agli occhi di tutti».
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