SEI DAVVERO LIBERO?

Anni fa ho commesso un errore al lavoro. Ho fatto un calcolo sbagliato per un progetto e presto tutti se ne sarebbero resi conto. Ho cercato di nasconderlo, di non ammettere l’errore, ma non riuscivo più a dormire bene al solo pensiero. Durante una riunione, qualcuno disse: “La verità vi renderà liberi“. Era un concetto del tutto nuovo per me, ma mi sono sentito come se qualcuno mi avesse colpito allo stomaco. Tu ne hai già sentito parlare? È un messaggio forte, diretto e difficile da emulare.  Se dici la verità, sarai libero. Davvero?

Questa frase l’ha detta Gesù.

Lui dice che ogni uomo è schiavo del peccato e spiega come sia difficile per le persone ammettere i propri errori. In effetti, è nella natura umana cercare di nascondere le cose (agli altri e a Dio) e il motivo di tutto questo, è perché ci vergogniamo. So per esperienza personale, che è difficile dire la verità, soprattutto se riguarda noi stessi. Io ad esempio, ho lottato a lungo con questo dilemma: rendo o meno partecipe mia moglie, il mio capo, i miei figli, dei miei errori? Non farlo mi portava a pensare in modo ossessivo a ciò che avevo fatto di sbagliato e nel tempo ho capito che questa situazione esercitava addirittura un controllo morboso su di me. Un giorno ho ammesso i miei errori e mi sono finalmente liberato dalle ossessioni. L’errore commesso in ambito professionale mi è costato tante ore di lavoro aggiuntive, ma ero finalmente libero e questo mi ha dato tanta energia e tanta pace.

Il messaggio che Gesù vuole darti oggi, è che il peccato cerca di catturarti, di metterti in prigione, privandoti della tua libertà. Gesù ti chiede di ammettere i tuoi peccati. Lui era senza peccato e ti perdonerà. Questa è una promessa. Il messaggio di Gesù è: “condividi con me ciò che ti tiene in prigione e io ti libererò”. Non più schiavi del passato, ma liberi per il futuro.

Grazie di esistere,

Emmanuel Gau

Gesù e Abraamo

31 Gesù disse alle persone che avevano creduto in lui: «Voi siete veramente miei discepoli, se rimanete fedeli ai miei insegnamenti; 32 allora conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 «Ma noi siamo discendenti di Abraamo», dissero. «Non siamo mai stati schiavi di nessuno. Che intendi dire con: “Vi farà liberi”?» 34 Gesù rispose: «Vi dico la verità: chiunque persiste nel peccare è schiavo del peccato. 35 Lo schiavo non è un membro stabile nella famiglia; un figlio, invece, fa parte della famiglia per sempre. 36 Perciò, se il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. 37 Sì, so bene che siete discendenti di Abraamo. Eppure, alcuni di voi cercano di uccidermi, perché il mio messaggio non trova posto nel vostro cuore. 38 Io vi parlo di ciò che ho visto quando ero con mio Padre. Ma voi seguite gli insegnamenti di vostro padre». 39 «Nostro padre è Abraamo!», esclamarono quelli. «No», rispose Gesù, «perché, se foste veramente figli di Abraamo, seguireste il suo esempio. 40 Invece cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho udita da Dio. Abraamo non ha mai fatto una cosa del genere. 41 No, voi state imitando il vostro vero padre». Essi risposero: «Noi non siamo figli illegittimi! Dio stesso è il nostro vero Padre».

42 Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, voi mi amereste, perché io sono venuto a voi da parte di Dio. Io non sono qui di mia iniziativa, ma è lui che mi ha mandato. 43 Perché non riuscite a capire quello che vi dico? Perché non sopportate nemmeno di ascoltarmi! 44 Voi appartenete al diavolo, vostro padre, e amate fare le cose malvagie che egli fa. Lui è stato assassino fin dal principio. Ha sempre odiato la verità, perché in lui non c’è verità. Quando mente è coerente con il suo carattere, perché è bugiardo e padre della menzogna. 45 Perciò è naturale che voi non mi crediate quando vi dico la verità! 46 Chi di voi può, in tutta onestà, accusarmi di peccato? E se io vi dico la verità, perché non mi credete? 47 Chi appartiene a Dio è contento di ascoltare le parole di Dio. Voi invece non le ascoltate, perché non appartenete a Dio». 48 «Samaritano indemoniato!», ribatté la gente, «Lo dicevamo che eri posseduto da un demonio!» 49 «No», disse Gesù, «io non ho nessun demonio, perché onoro mio Padre; voi invece disonorate me. 50 E anche se io non ho alcuna intenzione di glorificare me stesso, Dio mi glorificherà. Lui è il vero giudice. 51 Vi dico la verità: chiunque ubbidisce al mio insegnamento non morirà mai!» 52 La gente replicò: «Ora sappiamo che sei posseduto da un demonio. Persino Abraamo e i profeti sono morti, ma tu dici: “Chi ubbidisce al mio insegnamento non morirà mai!” 53 Sei forse più importante del nostro padre Abraamo? Egli morì e così anche i profeti. Chi credi di essere?» 54 Gesù rispose: «Se cercassi gloria per me stesso, questa gloria non avrebbe alcun valore; però è mio Padre che mi glorificherà. Voi dite: “Egli è il nostro Dio”, 55 ma nemmeno lo conoscete. Io, sì, lo conosco. E se dicessi il contrario, sarei bugiardo tanto quanto lo siete voi! Ma lo conosco e gli ubbidisco. 56 Vostro padre Abraamo esultò mentre sperava nella mia venuta. La vide e ne gioì». 57 La gente allora gli disse: «Non hai nemmeno cinquant’anni. Come puoi dire di aver visto Abraamo?» 58 Gesù rispose: «Vi dico la verità: ancor prima che Abraamo nascesse IO SONO!» 59 A quel punto essi raccolsero delle pietre per tirargliele addosso. Ma Gesù si sottrasse alla loro vista e se ne andò via dal tempio

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