Sette anni senza Dio

AttesaSabatoSono nato il 07 Febbraio 1968 nella città di Catania (Sicilia). Fin da piccolo sono stato un bambino abbastanza vivace ed intraprendente o almeno così dicono quelli che mi hanno visto nascere. La mia famiglia era povera, ma moralmente ricca, nel senso che se poteva aiutava sempre chi era nel bisogno. Nel 1975 mia madre conobbe il Signore in una piccola comunità della chiesa Apostolica in Italia, da qui si convertì anche mio padre che era alla ricerca del Signore. Infatti, lui era stato avvicinato in Argentina da alcuni cristiani, da cui ricevette la sua prima bibbia in regalo. Partito dall’Argentina tornò in Italia, esattamente a Catania, dove si sposò e nacque mia sorella poi io ed infine mio fratello. Nel periodo che mia madre si convertì mio padre era alla ricerca, infatti, era stato prima nella sala dei mormoni, poi nella sala dei testimoni di Geova, ma sia nell’una sia nell’altra non trovava il solo vero Dio; finalmente con la conversione di mia madre mio padre poté trovare la vera chiesa. Io avevo solo sette anni e subito incominciai a frequentare a scuola domenicale, ero talmente monello e vivace che il pastore di quella Chiesa mi chiamava terremoto, ma nonostante tutto ero sicuro che la vera Chiesa fosse quella e così incominciai ad evangelizzare i miei amici, ma mi accorsi subito che non ero gradito quando parlavo del Signore e della Chiesa più giusta, sapete capivo e sapevo le cose a quei tempi, una cosa sapevo e quella dicevo, che la Chiesa dove andavo era quella giusta perché lì non si pregavano le statue e neanche gli uomini, ma Dio soltanto e questo mi bastava. Ma con l’andare del tempo mi cominciarono a buttare le pietre così smisi di parlare loro del vangelo. Così fino all’età di dodici anni continuai a frequentare la scuola domenicale, imparando a memoria i versi della bibbia e i cori. Ma molto presto il mondo cominciò a piacermi e attrarmi verso esso, cosi cominciai a frequentare cattive amicizie e brutti locali, tipo sale da bigliardo, zone isolate dove si faceva baccano etc. Ma tutto questo non era che l’inizio di ciò che avrei passato. Infatti, dopo qualche anno cominciai a fumare a dire le parolacce, a fare a botte con le persone, ad andare in giro offendendo la gente; e man mano che passava il tempo diventavo sempre più cattivo e nervoso, incominciai a non pensare più a Dio, anzi cominciai a odiare tutti quelli che erano religiosi o appartenevano a qualche denominazione, per me le chiese erano come i partiti politici, ognuno buttava l’acqua al suo mulino tutte parole e niente fatti. Così più tempo passava più mi allontanavo dalla vita religiosa, al punto che quando il pastore o qualche fratello veniva a casa a trovare i miei, loro entravano ed io uscivo.

Un giorno il pastore mi trovò a casa, perché non mi accorsi che stava salendo le scale, così mi cominciò a parlare e mi disse delle parole vere ma che non volevo che i miei genitori sapessero. Ma lui come le sapeva? Sicuramente lo Spirito Santo le rivelò al suo cuore. Ma quelle parole mi fecero male così gli risposi mentendo e quasi gli mettevo le mani addosso, se non lo feci fu solamente perché c’era la mia famiglia. In quel periodo avevo incominciato a fumare lo spinello così dimenticavo la mia insoddisfazione. Dopo l’incontro col pastore quel giorno incominciai a sentirmi molto agitato e nervoso e così la mia ribellione crebbe e peggiorai, infatti, iniziai a fare uso d’erbe (fumo), di birra e di cattive amicizie! Ben presto incominciai a frequentare gente che rubava, gente che giocava al poker e al bingo, e così anch’io incominciai a giocare al bingo e soprattutto al poker, tanto che per me divenne una schiavitù; giocavo tanti soldi, poche volte vincevo e tante volte perdevo. Ma più perdevo più mi accanivo contro quel gioco, la mia vita incominciò a non valere più nulla, ero schiavo di tante cose, come la sigaretta, lo spinello, il poker, il bigliardo, il sesso, e i vari vizi che avevo. Non so perché facevo certe cose, il fatto sicuro è che per farmi vedere dagli amici ed essere come loro ero disposto a tutto, infatti, li superavo, al punto che alcuni avevano paura di me e mi tenevano buono. Però devo ammettere che il seme della parola di Dio c’era sempre. Un giorno con altri compagni andammo a rubare una vespa per venderla e dopo dividerci i soldi, e mentre gliela levavamo dalle mani, quel ragazzo mi fece tenerezza e dentro mi veniva da piangere e intervenni dicendo di lasciarlo stare per questa volta, ma loro non mi ascoltarono e gliela rubarono, perché io non partecipai, anzi da quel giorno cominciai a pensare che non era giusto fare ciò che facevo. Infatti, da quel giorno cercai di frequentarli il meno possibile, però c’erano tutte le altre cose che mi tenevano schiavo, come il poker, il bingo, la sigaretta, il fumo (spinello), il sesso e tutte le altre cose che il mondo offre.

Una sera io ed un amico andammo da un mio cugino, e lo trovammo che stava comprando uno spinello, ma non avendo i soldi lo prendemmo noi, così trovammo cosa fare per quella sera. Non vedevamo l’ora che facesse buio, per andare in qualche via solidaria dove poterlo fumare tranquillamente. Si parlava in macchina del fatto che finalmente si poteva fumare una canna tranquilla, senza che nessuno ci d’asse fastidio e così parlando eravamo contenti di quest’occasione. Per me si stava preparando qualcosa di soprannaturale e io non sapevo e non potevo neanche immaginare una cosa simile, neanche se qualcuno me lo avesse detto. Infatti, quella sera fu indimenticabile per me, dopo che fumammo, il mio amico già sotto l’effetto dello spinello mi disse: «ora fammi dormire così me lo godo meglio». Rimasi come solo dentro quella macchina, e mi ricordo che guardavo davanti e dietro, a destra e a sinistra, c’era un silenzio terribile e pauroso non passava nessuno, ma tutto ad un tratto cominciai a sentire rumore di sirene e di campane, tanto che svegliai il mio amico e gli chiesi se anche lui sentiva gli stessi rumori, ma lui rispose: « No! Non rompere fammi dormire». Così mi ammutolì e mi sdraiai anch’io cercando di dormire, ma subito sentì dei passi e cercai di girarmi per vedere se c’era qualcuno, ma inaspettatamente mi resi conto che il mio collo non si girava, cosi mi spaventai e cercai di alzarmi ma non potevo, cercai di muovere le braccia e le gambe, ma niente da fare, era come se tutto fosse paralizzato. Allora cominciai a gridare ma mi accorsi che la mia voce non usciva e cominciai a piangere e a chiamare aiuto, ma nessuno mi sentiva poiché la mia voce non usciva e neanche le mie lacrime uscivano. Ebbi molta paura, ero là ma non potevo muovermi, tutto ad un tratto successe qualcosa di più terribile: incominciai ad uscire dal corpo e mi vedevo sdraiato come morto e il mio amico che dormiva. Cominciai a piangere chiedendomi cosa stava succedendo, neanche finì di parlare che fuori cominciò a far giorno e tornai a sentire la sirena e vidi dei giornalisti che scrivevano “morti per droga. Allora passai attraverso il vetro della macchina e cercai di fermarli dicendogli di non scrivere questo, perché se lo avesse letto mia madre sarebbe morta anche lei dal dispiacere. Lui non mi sentiva ed era come se non mi vedeva, infatti, io lo toccavo per farlo girare ma non si accorge va che io ero lì. Cominciai allora a dire: non può essere, cosa succede, cosa succede? E proprio in quel momento tutto ritorna buio e non c’é più la macchina e i giornalisti, ma rimango io solo e subito mi accorsi che non ero sulla terra. Infatti, mi trovavo in una specie di tribuna-le molto grande, e lì mi ricordai che Dio esiste.

Non so se potete provare quello che io provai, capì dove ero e cosa ml aspettava, ero perduto, non meritavo la vita, ero un delinquente, un ladro, un fornicatore, insomma ero un peccatore. Lì mi ricordai di tutti gl’insegnamenti di mia madre e anche di quelli della scuola domenicale, ma ora a cosa mi servivano? Ero lì ad aspettare un giudizio! Allora cominciai a piangere e a dire: ” Dio perdonami, perdonami, perdonami ti prometto che se mi riporti sulla terra, io ti servirò per tutta la vita e non fumerò più né sigaretta né spinelli, farò la tua volontà per sempre, ti prego non lo faccio più”. Mentre dicevo ancora: “Ti prego perdonami, mi ritrovai nuovamente nel mio corpo, dentro la macchina vicino al mio amico. Allora cominciai a piangere dalla contentezza e mi accorsi che le lacrime uscivano, provai a muovermi e mi sono potuto muovere, così alzai il sedile di corsa accesi la macchina e andai in un bar svegliai il mio amico, mi comprai un panzarotto e lo accompagnai di corsa a casa. Erano passate soltanto due o tre ore non mi ricordo bene l’orario perché avevo ansia di andare a casa, e per quella sera non toccai neanche una sigaretta. Il giorno dopo uscì da casa e mi comprai un pacchetto di sigarette, e andai come di solito nella sala giochi che frequentavo ed ero tutto silenzioso. Durante la giornata cominciarono a venire i miei amici e anche mio fratello, cominciarono a farsi uno spinello e notarono che io non mi avvicinavo come facevo di solito così mi domandarono cosa avevo. Allora cominciai a raccontare quello che mi era successo la sera precedente e si misero a ridere e a prendermi in giro, così andò avanti per qualche giorno. Non passò molto tempo che dimenticai quest’avventura e così ripresi a fare tutto ciò che facevo prima, ma non passò molto tempo che il Signore mi ricordò la mia promessa. Come? In questa maniera. Passò circa un mese che una notte mi sentii male, era come se il cuore si fosse fermato, così incominciai ad invocare il sangue di Gesù, mia madre mi aveva insegnato fin da piccolo che quando mi succedeva qualcosa di male dovevo invocare il Signore e Lui mi avrebbe aiutato. Feci così e, infatti, mi sentii subito meglio, ma da quella notte m’invase una paura terribile della morte e da qui incominciò la mia di stretta, che però mi portò ad incontrare il Signore.

Non potevo più dormire perché il freddo e la paura m’invadevano, cosi invece di dormire la notte dormivo la mattina e non potevo andare più al lavoro, cominciarono le liti con mio padre e con tutti quelli. Che mi stavano attorno, infatti, diventai più cattivo e più nervoso, ogni giorno perdevo chili ed ero sempre più sciupato, più passava il tempo più stavo male e la paura aumentava al tale punto che qualsiasi dolore che provavo mi sembrava una terribile malattia. Mi stavo distruggendo senza accorgermene, soffrivo e stavo perdendo il senso della vita vedevo tutto in modo negativo. Un giorno mia madre decise di portarmi dal medico e lui mi assicurò che non era niente, mi consigliò di eruttare e tutto sarebbe passato, ma non fu così, infatti, non passò molto tempo che vi tornammo e questa volta mi diete delle pillole ma neanche queste mi fecero nulla, anzi i disturbi aumentarono e stavo davvero male. A questo punto i miei genitori capirono che la situazione era davvero seria, allora decisero di portarmi da uno specialista, uno dei migliori della mia città. Quando mi visitò non trovò niente di particolare, gli disse a mia madre che forse era un inizio di depressione ma niente d’allarmante, così mi diede dei medicinali per farmi dormire la notte e si guadagnò le sue duecentomila, ma la malattia c’era ancora e io soffrivo e stavo sempre più male al punto che ritornai dallo specialista. Il dottore mi visitò nuovamente e non capiva cosa potesse essere, cosi incominciò a provare un altro tipo di farmaco, ma anche questo non mi faceva niente. Un giorno mio padre non capendo la situazione si arrabbiò con me e decise di picchiarmi perché non andavo a lavorare e io mi feci prendere dall’ira e gli diedi uno schiaffo, non l’avessi mai fatto; la coscienza mi rimordeva ogni secondo e questa situazione mi faceva stare ancora più male. Ma non solo avevo problemi io, eravamo anche nei guai con la casa nel senso che ci avevano sfrattati ed eravamo in una pensione da tre anni. In pratica vivevamo in una sola stanza in cinque persone, quindi eravamo veramente provati come famiglia.

A questo punto della situazione DIO mandò una sorella della chiesa a casa mia e consolò mia madre, sicuramente parlando e pregando con lei, ma la cosa più bella fu che voleva parlare con me e mia madre gli disse a che ora mi poteva trovare, cosi un giorno iniziò a parlarmi affermandomi che Gesù poteva guarirmi ma io non capivo il suo parlare. Una sola parola mi toccò e cioè il fatto che c’era un predicatore che se avesse pregato per me, affinché io non fumassi più, io non avrei più fumato, cosi accettai di accompagnarla. Finalmente una sera andammo in chiesa e mi fece sedere nei primi posti, ero imbarazzato perché mi sentivo un estraneo. Dopo dieci minuti incominciò la riunione e incominciarono a cantare inni e cori al Signore e a pregare, c’era anche qualcuno che piangeva. In quell’istante mi accorsi che in quel luogo c’era veramente la presenza del Signore! Non mi sentivo degno di essere là perché mi vedevo troppo sporco in confronto a loro. Mi feci piccolo piccolo nel mio posto e pensavo: “Questi sono santi, se sanno che io sono un peccatore mi buttano fuori di qui” invece loro lo sapevano, infatti, quelle riunioni si facevano apposta per quelli come me. Intanto la riunione andava avanti e si passò alla predicazione, il predicatore era un missionario brasiliano di nome Evaristo, un servo del Signore veramente unto di Spirito Santo. Cominciò a parlare non ricordo le parole esatte, ma una cosa la so e cioè che mentre parlava iniziai a piangere. Al termine della predica fece un appello per chi voleva accettare il Signore, qualcuno alzò la mano poi ancora un altro, a poi un altro ancora, arrivati alla quarta persona nessuno più alzò la mano, ma il predicatore insisteva affermando che c’era tra noi un’altra persona che doveva accettare Gesù, ma la cosa strana è che mentre diceva questo, con la mano alzata guardava proprio me, ed aveva ragione perché io volevo accettare Gesù, ma mi vergognavo ad alzare la mano, Passò il momento dell’appello ed io non accettai il Signore. Subito dopo ci fu l’appello per la preghiera della fede così lui la chiamava. Questa preghiera consisteva nel pregare per gli ammalati, per i posseduti e per coloro che avevano il vizio della sigaretta. Appena senti che avrebbero pregato per il vizio della sigaretta corsi subito avanti per essere liberato da questo vizio, perché ero stanco di fumare e di distruggermi con la sigaretta. Dopo aver pregato. per diverse persone finalmente venne il mio turno. Non capii nulla di ciò che diceva forse perché era brasiliano o il perché non so proprio, fatto sta che dopo la preghiera non mi successe niente.

La mattina seguente dopo essermi alzato come sempre andai nella sala giochi, dove subito mi procurai una sigaretta, ma quel giorno successe qualcosa di speciale. Dio in tutto questo tempo mi stava preparando ad un incontro personale con lui, si stava usando di tutto quello che facevo normalmente per farsi conoscere da me e di mostrarmi il suo amore ed il suo perdono. Quella mattina mentre stavo fumando la mia sigaretta passò là sorella che il giorno prima mi aveva portato all’incontro. Incominciai a prenderla in giro e gli dissi: “Guarda fumo ancora il tuo Gesù non é riuscito a liberarmi” Lei tranquilla mi rispose: “Ma tu lo hai accettato il Liberatore, il Guaritore, il Salvatore? Rimasi senza parole, anzi le sue parole mi colpirono come una spada a doppio taglio. Rimasi qualche minuto senza parlare poi dissi: Senti questa sera voglio tornarci, ti accompagno. OK? Lei mi rispose che mi avrebbe aspettato.
Quella sera andammo ed accadde l’immaginabile. Durante tutta la riunione mi scendevano le lacrime e sentivo qualcosa dentro di me, che mi con-vinceva di peccato e avevo vergogna di stare lì. La riunione procedeva e finalmente arrivò il turno della predicazione sembrava che quell’evangelista parlava proprio a me,alla fine del messaggio fece un appello e quattro persone accettarono il Signor Gesù come personale Salvatore. Il predicatore affermava che c’era ancora una quinta persona che doveva accettare Gesù e guardava nella fila di sedie dove ero seduto io, poi addirittura incominciò a guardare proprio me e sembrava che avesse qualche cosa per me, ma io resistevo e così non andai avanti per accettare il Signore. Dopo l’appello ci fu il momento per la preghiera della fede, allora mi alzai perché volevo veramente smettere di fumare ed essere guarito da quella malattia che mi stava distruggendo, mentre pregava per quelli che stavano davanti a me tutto ad un tratto ebbe una parola di conoscenza.

Quel giorno mi era venuto un leggero mal di testa e mal di gola e ci soffrivo tanto, non avevo detto a nessuno di questo fastidio perché pensavo che fosse passeggero. Tornando ora alla riunione ricordo che l’evangelista ebbe una parola di conoscenza e diceva cosi: C’é un giovane che in questo momento ha mal di testa e mal di gola, il Signore mi sta dicendo che Satana se lo vuole portare con sé e sta preparando un omicidio per lui affinché lo possa prendere, ma Gesù lo vuole Salvare da questo soltanto se lui lo accetta. In quel momento mi sentii le gambe tremare, sapevo che stava parlando di me, conoscevo benissimo la mia situazione e la mia compagnia, (infatti in quel periodo della mia vita a causa anche della malattia che non mi consentiva di alzarmi presto, frequentavo dei ragazzi poco raccomandati rapinatori, scippatori etc), così mi ritrovai davanti al pulpito e voltandomi mi chiesi com’ero arrivato là, riflettevo del passo che dovevo fare perché sapevo che si trattava di una cosa seria.
Feci sicuramente il passo giusto e cioè accettai il Signore come mio personale Salvatore, Guaritore e Liberatore. Dissi al pastore: “Voglio accettare Gesù, ma non lo dica forte perché mi vergogno degl’altri che mi guardano”? Ma il pastore non capì o fece finta di non capire, fatto sta che lo disse al microfono e in quel momento diventai tutto rosso, ma mi sentii anche molto felice. Poi l’evangelista pregò per me, e contrariamente alla prima volta, capii quel che diceva pregava per me affinché il Signore mi liberasse dal vizio del fumo, dello spinello, del poker e per la malattia che tanto mi distruggeva. Chi glielo aveva detto poiché lui non mi conosceva? La risposta è il Signore. Infatti da quel momento sono stato guarito e liberato, gloria a DIO!
Da quel giorno non ho fatto altro che seguire Gesù e servirlo con tutto il cuore,. con tutte le mie debolezze e difetti ,ma con Lui ho ricevuto vittoria.
Ho scritto brevemente la storia della mia conversione perché vorrei che tutti quelli che hanno una vita difficile, o addirittura una vita simile alla mia possono avere speranza e soprattutto fede che Dio li ama e li ascolta ed ha un piano anche per loro. Sono passati diciannove anni dalla mia conversione e non ho avuto mai più sintomi della mia malattia né desiderio di fumare o giocare al poker, ma ho soltanto il desiderio di servire il Signore Gesù.

Orazio Motta

notiziecristiane.com

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