Siccità: l’Italia come l’Africa

Siamo appena entrati nell’estate meteorologica (21 giugno), ma le notizie che ci giungono dai media non sono confortanti: infatti, dopo l’Emilia Romagna, la Toscana, il Veneto e la Sardegna, anche i comuni di Parma e Piacenza hanno fatto dichiarato lo stato di calamità naturale a causa della perdurante siccità dovuta all’assenza di piogge da inizio anno, con conseguente crisi idrica che sta colpendo il nostro paese a “macchia di leopardo”.

I bacini idrografici della pianura Padana, del Lazio – che grazie al fiume Po’ fornisce il 35% della produzione agricola nazionale – nonché le aree idrografiche della Sardegna registrano una grave perdita di portata delle acque alluvionali di oltre il 50%, sicché l’emergenza riguarda anche l il fabbisogno di acqua per uso agricolo; al momento, le colture a rischio sono quelle per la produzione di granoturco e foraggio per almeno 650 mila bovini della cosiddetta Food Valley Italiana, cioè i territori fra Parma e Piacenza, da cui nascono i principali formaggi e prosciutti a marchio Dop (denominazione origine protetta) e la zona del Grossetano che produce ¼ del pomodoro nazionale, oltre che foraggi, vite e ulivo in grave pericolo se non piove subito. Malgrado il governo stia gestendo la crisi con preoccupazione e il comune di Roma sta razionando l’acqua su ordinanza del sindaco, il caldo torrido di questi giorni non ci aiuta di certo, data la media stagionale che oscilla fra 35-40 gradi rendendo il 2017 l’anno più infuocato dopo il 2011 (siccità in Sicilia, con appena 26 millimetri di pioggia a Palermo in cinque mesi); se a tutta questa situazione aggiungiamo la imminente richiesta di acqua negli stabilimenti balneari delle coste italiane, in vista del grande afflusso di turisti anche di altre nazioni, ci rendiamo conto che la siccità non è un fenomeno assolutamente da prendere sottogamba.

Ma cosa dice la scrittura su questo argomento? Evento casuale anche questo, dopo il periodo di intensa sismicità che ha segnato il centro Italia a seguito dei forti terremoti ad Amatrice e Norcia di un anno fa? Ci troviamo di fronte a dei semplici cambiamenti del clima cui dobbiamo abituarci, considerandoli come naturali contrarietà meteorologiche? Beh, da un attento e veloce esame delle statistiche pluviali nel nostro paese, dal 2000 al 2016 è stata l’eccessiva acqua caduta dal cielo a segnare le stagioni, con un territorio italiano devastato da nord a sud da inondazioni, frane e torrenti straripati: oggi si brama che piova! Tuttavia, la siccità, che è un fenomeno strettamente collegato con la carestia, non è un flagello insolito nei testi sacri, anzi, l’evento in sé stesso, benché non positivo, può servire per “modificare” o “correggere” un certo comportamento o percorso, come nel caso di Abramo – ad esempio – che si recò in Egitto a motivo della carestia nel paese (Genesi 12:10); la penuria di grano gli permise di risalire da quella terra con un enorme quantitativo di buoi, asini, pecore, cammelli e servi (v. 16) che non possedeva prima, segno della benevolenza del Signore che utilizzò una circostanza sfavorevole come la carestia per sostenere il popolo d’Israele.

In Gioele si parla di “terreno devastato” a causa della siccità e carestia e di “grano, mosto e olio svaniti” (v. 10), proprio come sta accadendo adesso nelle zone di Parma e Piacenza, mentre in Aggeo è Dio a trattenere la pioggia dal cielo con relativa siccità sempre sul ”grano, olio e vino” (cap. 1:10-11), esattamente gli stessi prodotti della terra a rischio in questi territori; ma sia Gioele (2:12) che Aggeo (2:22) profetizzano, dopo questi fenomeni negativi, il governo di Gesù Cristo su tutte le nazioni! Senza dimenticare Matteo, poi, che include la carestia fra i segni dei tempi degli “ultimi giorni” (cap. 24:7), è in Apocalisse 6:6 che vengono descritti gli effetti terribili della carestia e siccità future a livello mondiale, laddove il frumento sarà razionato come l’orzo, e l’olio e il vino sussisteranno malgrado gli stravolgimenti cosmici e climatici del periodo di grande tribolazione.

Orbene, crede il lettore che quanto sta colpendo il nostro paese abbia una matrice accidentale, come spesso dicono i meteorologi?

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

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