Splendore e Separazione

La santità di Dio fra tutte le sue perfezioni è quella che esalta l’eccellenza assoluta della Sua persona!

Le persone sono affascinate e terrorizzate da un Dio santo. Il Dio spaventoso, sembra che l’incontro con Colui che è il Santo produce paura, una paura negativa invece di un sano timore.

Guardate le reazioni che alcuni uomini hanno avuto dinnanzi a Dio. Per esempio il profeta Isaia: Allora io dissi: «Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il SIGNORE degli eserciti!» Isaia 6:5

Oppure l’apostolo Giovanni: “Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: «Non temere, io sono il primo e l’ultimo”. Apocalisse 1:17

Qualcosa avveniva all’interno dell’uomo nel momento in cui si trovava dinnanzi all’Iddio Creatore.

Oggi si ha la tendenza a fare del Dio Santo, il “Dio amicone”. Sembra quasi che si cerca di portare Dio al nostro livello di comprensione, si cerca di mettere Dio al nostro livello, si cerca di comprendere Dio attraverso la nostra mente. La realtà è che Dio è Santità assoluta, Lui è La Purezza incontaminata, La Perfezione assoluta.

L’errore che si commette è quello di portare Dio al nostro livello, quando invece siamo noi che dobbiamo raggiungere il Suo livello, arrivare a desiderare la bellezza della sua santità, la bellezza di possedere sempre più in profondità le caratteristiche della santità.

“Fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo;”. Efesini 4:13

“Parla a tutta la comunità dei figli d’Israele, e di’ loro: “Siate santi, perché io, il SIGNORE vostro Dio, sono santo.” Levitico 19:2

Siamo noi che dobbiamo raggiungere Dio, e non che dobbiamo tentare di portare Dio al nostro livello di comprensione e di morale.

Nell’A. T. il termine “santità” o “santo” compare come sostantivo, verbo o aggettivo più di 850 volte. Gli studi etimologici suggeriscono almeno due associazioni per la radice di santità “separazione” e “splendore” secondo altri studiosi la radice traduce anche “tagliare” che esprime l’idea di “separare”, non tanto in modo negativo, come esclusione, ma in modo positivo, come dedicazione, consacrazione.

Riguardo alla sua santità è meraviglioso pensare ad essa come allo splendore.
Dio disse a Mosè: “Tu non puoi vedere il mio volto, perché l’uomo non può vedermi e vivere”. Esodo 33:20

La santità di Dio è così radiosa che illumina tutto l’essere dell’uomo, portando alla luce quello che l’uomo è.

Il popolo doveva ricevere il decalogo, si trovava di fronte al monte Sinai, “Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Va’ dal popolo, santificalo oggi e domani; fa’ che si lavi le vesti. Siano pronti per il terzo giorno; perché il terzo giorno il SIGNORE scenderà in presenza di tutto il popolo sul monte Sinai.” Esodo 19:10-11

Per ricevere la presenza di Dio il popolo doveva santificarsi, doveva lavare le proprie vesti.
Tutto questo ci parla della santità di Dio, della sua morale, del suo carattere.

Dio vuole essere conosciuto soprattutto per la Sua Santità, essendo questo l’attributo con il quale Egli è maggiormente glorificato.

La gloria di Dio è la manifestazione della sua santità. La santità di Dio è la perfezione incomparabile della sua natura divina; la sua gloria è la dimostrazione di quella santità.

La santità di Dio è SPLENDORE ma anche SEPARAZIONE.

Nell’Antico Testamento, le cose terrene e le persone erano sante. La Bibbia parla di una terra santa (Esodo 3: 5), assemblee sacre (Esodo 12:16), sabati sacri (Esodo 16:23), una nazione santa (Esodo 19: 6); paramenti sacri (Esodo 28: 2), una città santa (Neemia 11: 1), parole sante (Salmo 105: 42), uomini santi (2 Pietro 1:21) e donne (1 Pietro 3: 5), scritture sacre (2 Timoteo 3:15), sante mani (1 Timoteo 2: 8), il bacio santo (Romani 16:16), e una fede santa (Giuda 20). Quasi tutto può diventare santi se è separato dal comune e dedicata a Dio.

La Parola “santo” applicato ad una persona, o ad un oggetto, è un termine che esprime <<relazione>> con Yahwé (h), significando che sono stati messi da parte per il Suo servizio.

Essendo messi da parte, gli oggetti devono essere puri e le persone devono consacrarsi per vivere secondo le leggi della santità.

Questi fatti costituiscono la base della dottrina della santificazione. Per il credente la “santità” è il traguardo da raggiungere per mezzo della santificazione. La “santità” si acquisisce per mezzo della consacrazione. La santificazione è un processo in ascesa, inizia al momento della salvezza e sale fino ad arrivare alla santità perfetta quanto Gesù ci rapirà, essa cresce più o meno in noi nella misura in cui la nostra vita è in un rapporto più o meno forte con Cristo Gesù. Il processo di santificazione è crescere per arrivare alla statura perfetta di Cristo.

Il processo di santificazione deve avvenire nel credente. Ma di questo ne parleremo un’altra volta.

Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com

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