Summit Nobel a Roma: pace e armonia!

Apertura 14mo Summit Mondiale dei Premi Nobel per la PaceSi è concluso, a Roma, il Summit dei Premi Nobel per la Pace dedicato alla memoria di Nelson Mandela. L’evento, intitolato “Peace. Living It!”, ha visto la partecipazione di alcuni Premi Nobel del passato fra cui Mikhail Gorbaciov, Betty Williams, l’arcivescovo Desmond Tutu, Jody Williams, Shrin Ebdai e il Dalai Lama, la figura più importante e più attesa del meeting. Tenzin Gyatso, questo il nome del leader buddhista tibetano, già Premio Nobel nel 1989 per la resistenza del Tibet contro la Cina, è stato salutato con striscioni e musica tradizionale tibetana ed è stato accolto calorosamente con lo “Standing Ovation” di tutti i presenti, ivi compreso un gruppo di fedeli italiani rappresentanti della comunità tibetana in Italia. Malgrado costui non si sia potuto incontrare col pontefice romano Jorge Bergoglio, a quanto pare per i rapporti ancora tesi tra Pechino e la Santa Sede, il summit è stato un grande successo nonostante una breve contestazione di alcuni seguacidel culto Shugden presenti in sala che, sostenuti da Pechino, chiedono libertà religiosa e accusano la massima autorità spirituale tibetana di aver ordito una discriminazione nei loro confronti. Il Dalai Lama è salito sul palco per ultimo, accompagnato dal sindaco Ignazio Marino. Il monaco buddhista dal “sorriso ambiguo” (come lo definisco io), è il quattordicesimo Dalai cioè “Maestro Spirituale Incarnato; egli è nato a Taktser nel 1935 e dal 1959 porta avanti la causa dei tibetani per l’occupazione politica e militare del Tibet da parte della Cina che revocò lo statuto di autonomia di cui il Paese da secoli usufruiva. Dopo la lettura dei saluti di papa Francesco, “grato” per l’impegno del leader tibetano, il sindaco di Roma ha anch’egli espresso solidarietà al Dalai Lama per il tenace sforzo nella promozione della “pace e fratellanza tra i popoli”.

Tenzin Gyatso ha rivolto agli studenti presenti un invito al dialogo quale “unica via per realizzare la pace”, ribadendo che per realizzarla è necessario controllare la rabbia e i sentimenti negativi. Il monaco buddhista ha invitato a “considerare l’Umanità come un’unica grande famiglia, un gruppo di animali sociali che devono comunicare fra loro”, mentre il sindaco Marino lo ha riconosciuto pubblicamente come un “amico fraterno” venuto in Italia per ricordare al pianeta i principi come la giustizia, la pace e il contrasto a qualunque intervento militare e ad armi terribili come le mine anti-uomo. Il Dalai Lama ha concluso il suo discorso evidenziando che bisogna promuovere l’armonia tra le religioni come avviene già India, esempio di convivenza pacifica. Ebbene, alla luce di questo evento cui i media han dato grande risalto, troviamo riscontro delle parole profetiche di Paolo apostolo riguardo gli ultimi tempi, allorché dal mondo intero si alzerà un grido corale di “pace e sicurezza” (1^ Tessalonicesi 5,3) che, contrariamente alle aspettative del summit e di quanti auspicano un’Era di armonia (.), avrà una brevissima durata perché foriero di quelle “doglie di parto” e di quella “subitanea rovina” che si abbatterà sulla terra! Babilonia la “Grande Meretrice” ha già gettato le basi (Isaia 47:1), perciò invito il lettore a non farsi accecare da questi bagliori “effimeri” di serenità e armonia che stanno ingannando intere nazioni, dato che il Signore Gesù ci chiama a confidare nelle Sue promesse. La “Pace”, quella vera, reale e duratura, è prerogativa di Cristo e non del Dalai Lama o di chi per lui.

Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook