La Svizzera si allinea agli altri Paesi europei e l’elettorato con il 51.2 % approva l’iniziativa della destra conservatrice. Anche se la proposta di estrema destra “Sì al divieto di coprire il viso completo” non menzionava il burqa o il niqab, politici locali, media e attivisti lo chiamavano il “divieto del burqa” .
La proposta del Comitato di Egerkingen, iscrive nella Costituzione svizzera il divieto di nascondere il viso in pubblico, in particolare nelle strade, nei trasporti pubblici e negli uffici, nei ristoranti, nei negozi e negli stadi di calcio.
La proposta era sostenuta dall’Unione democratica di centro (UDC), il principale partito del Paese, da altri gruppi conservatori, da diversi politici dei partiti di centro-destra e centristi, così come da un gruppo di femministe e musulmane liberali.
“L’accettazione dell’iniziativa anti-burqa è un voto di buon senso”, si è rallegrato il comitato d’iniziativa, per il quale si tratta di “un chiaro segnale” a favore della libertà religiosa. “Il popolo elvetico ha voluto confermare il modello democratico basato sui valori ebraico-cristiani che fa il successo della Svizzera da 700 anni”, ha detto all’agenzia Keystone-ATS Yohan Ziehli, membro del comitato d’iniziativa e assistente di ricerca presso l’UDC. L’iniziativa, ha affermato che ha voluto contrastare un’ideologia politica medievale “che vuole compromettere i diritti delle donne” e le considera come “oggetti del desiderio maschile che vanno nascosti”. Cinquant’anni dopo l’accettazione del diritto di voto delle donne in Svizzera, questo progetto è “logico ed è ovvio per tutti”, ha aggiunto Ziehli. “Si è trattato di una saggia decisione del popolo svizzero”, ha dichiarato Walter Wobmann, presidente del Comitato di Egerkingen.
Anche per Marco Chiesa, presidente dell’UDC, il ‘sì’ di domenica rappresenta un chiaro segnale contro l’Islam radicale, contro i teppisti mascherati e a favore di una coabitazione pacifica in Svizzera. Numerosi Cantoni e altri Paesi hanno già adottato misure simili e anche la Corte europea dei diritti umani ha ritenuto accettabile la proibizione del velo integrale, secondo cui l’Islam radicale è senza dubbio un problema in Svizzera.
Il voto è rivelatore di una presa di coscienza sulla violenza sportiva e sull’Islam, sostiene Mohamed Hamdaoui, esponente dell’Alleanza del Centro e membro di un comitato a favore della modifica costituzionale. Secondo Hamdaoui occorreva stabilire in modo chiaro che la lotta contro l’hooliganismo non può essere lasciata ai Cantoni. Nel contempo, era necessario lanciare un segnale forte contro l’islamismo e non contro i musulmani, che hanno evidentemente il loro spazio nella Confederazione.
“Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; come, infatti, la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio”. 1 Corinzi 11 :10 – 16
Lella Francese
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