Teologia si teologia no?

Quando Dio stesso dichiara:

«Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: “Conoscete l’Eterno!”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice l’Eterno. «Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato». (Geremia 31:33,34)

Abbiamo bisogno che qualcuno ci “insegni” a conoscere il Signore, o sarà la Sua voce tramite la Sua Parola sussurrata dal Suo stesso Spirito che dimora in noi a farci “conoscere” il Padre?

Giovanni scrive:
Ma quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui dimora in voi e non avete bisogno che alcuno v’insegni; ma, come la sua unzione v’insegna ogni cosa ed è verace e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato. (1 Giovanni 2:27).

Anche l’apostolo Giuda ci ricorda:
Ma voi, carissimi, edificando voi stessi sulla vostra santissima fede, pregando nello Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, aspettando la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo, in vista della vita eterna. (Giuda 20,21).

Quando è che la teologia di un uomo, (teologia intendo lo studio di Dio e le cose che lo concernano scritte nella Bibbia), diventa un intralcio alla Parola stessa dichiarata nei confronti del credente?

La risposta in breve, è quando un uomo è basato e cammina secondo “l’interpretazione” della Parola di Dio secondo la sua capacità di ragionare, senza che questa abbia prodotto un azione di rigenerazione nella vita di quel uomo. Quel uomo invece si baserà ed agirà solamente su comandamenti di uomini, (Isaia 29:13), ed in questo caso allora la sua “teologia” diventa un intralcio.

Un uomo potrà pensare di credere ed agire in e per Dio, ma è solamente un illuso ed un “credente” carnale secondo i suoi ragionamenti ed intelletto. (basta guardare la vita di Saulo prima di conoscere il Signore Gesù… Atti 22:3-21)

La Parola stessa dichiara: Il timore dell’Eterno è il principio della sapienza, e la conoscenza del Santo è l’intelligenza, (Proverbi 9:10), così vediamo che senza la rigenerazione di Dio attraverso la Parola, tutta la teologia di un uomo carnale produrrà solo frustrazione ed inimicizia, (verso Dio e gli uomini). (Galati 5:19-21).

Il pericolo del “nato di nuovo” è che la sua capacità di intendere e ragionare intorno alla Parola, diventi il fondamento e la legge per le sue convinzioni ed azioni, quando invece queste dovrebbero scaturire dalle promesse e le dichiarazioni di Dio stesso (attraverso la Sua Parola scritta), definendo la sua “teologia”, speranza e chi in fondo è diventato… (Proverbi 3:1-8).

Consideriamo un minuto le promesse di Dio…

Un Conquistatore verrà per schiacciare il diavolo (Genesi 3:15), un Re verrà per regnare su di noi in pace e giustizia (2 Samuele 7:12,13), e un Salvatore verrà per portare via il nostro peccato e condanna (Isaia 53).
Dio promette di dimenticare i nostri peccati (Isaia 43:25), e di darci dei nuovi cuori e far si che noi camminiamo nelle Sue vie per amore di se stesso, (Ezechiele 36:22-26).
Lui promette di stare con noi e di risiedere in noi (Giovanni 14:15-17), e mai di abbandonarci (Ebrei 13:5).

A parte le promesse di Dio dichiarate nei nostri confronti, perché ci ostiniamo a credere che siamo ciò che siamo per mezzo della nostra teologia?

E’ per grazia e misericordia di Dio che un figlio è ciò che è, secondo le Sue promesse e dichiarazioni, (rimanendo in piedi per gli stessi motivi). E’ in questa conoscenza e realizzazione, (che non viene da noi), che possiamo affrontare la teologia, (lo studio di Dio e le cose che lo concernano nelle Scritture).

La teologia esiste per le dichiarazioni e le promesse di Dio nei nostri confronti, e non perché è la teologia in se stessa a reggere le promesse e le dichiarazioni dell’Eterno definendo chi siamo…

Per come scrive qualcuno ogni tanto, la propria teologia non si può toccare, (è intoccabile), ed in questo dimostra che la sua base è quest’ultima, (e non le promesse insieme all’opera che può solamente fare e volere Dio). Questo tipo di “credente” Dimentica invece che sono le promesse e le dichiarazioni di Dio attraverso la Sua Parola vivente che reggono tutto, (incluso il suo misero essere),  permettendo anche la sua teologia limitata.

Prendiamo in considerazione l’esempio delle due “teologie” di Whitefield e di Wesley. Due convinzioni a volte contrarie e opposte. Era la loro “teologia” a far si che erano ciò che erano definendo le loro azioni e ministeri, o erano le promesse e dichiarazioni del LORO Padre che li definivano per ciò che erano veramente?

Anche se per molto tempo si opponevano secondo la loro “teologia” alla fine si accorsero che erano ciò che erano, solamente per la grazia e la misericordia di Dio, ed alla morte di Whitefield, (su desiderio di quest’ultimo), furono affidate a Wesley la cura ed il seguito dell’opera di Whitefiled.

Ogni credente generato dal Padre deve ammettere che la sua “teologia” è limitata, e che è solamente la Parola dichiarata insieme alle Sue promesse che reggono e fanno si che quel figlio è ciò che è. Se non è così, uno, (anche senza accorgersene), sta dicendo che la sua personale “teologia” è ciò che lo regge e lo definisce, e questo è già contrario a qualsiasi teologia di valore… (1 Corinzi 15:10).

Sander Steall | Notiziecristiane.com

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