Mi chiamo Chiara e la prima volta che sentii parlare di un Dio grande e buono fu da Manuel, un ragazzo che frequentava la chiesa evangelica. In quel periodo della mia vita non badavo molto alle cose spirituali… tra l’altro ero sempre stata cattolica e sporadicamente andavo a messa, quindi decisi di continuare la mia vita come se niente fosse e a fare quello che facevo sempre: uscite, discoteche, alcool… mi divertivo come ogni ragazza di 23 anni. Ero molto ribelle, sentivo di avere il mondo nelle mani e avevo appena vinto un concorso a Torino per studiare infermieristica – quello che avevo sempre sognato. Così partii e andai a vivere in Piemonte.
In quel periodo frequentavo un ragazzo mio coetaneo. Pochi mesi dopo, mi accorsi di essere incinta… Dovevo cominciare il tirocinio in ospedale ed ero spaventata a morte perché non volevo affrontare quella situazione per me troppo grande. Avevo paura di prendermi le mie responsabilità, così pensai di richiamare Manuel, che mi aveva tanto parlato di Dio, per essere aiutata a prendere la giusta decisione… Ero molto propensa ad abortire, per me era impensabile avere un bambino a 23 anni. Avevo una vita davanti, dovevo laurearmi e mi avrebbero bloccato il tirocinio. Ma quel ragazzo mi disse che dovevo pregare affinché Dio mi desse la forza di non abortire, e che solo Lui poteva essere la mia ancora di salvezza. Così, seppur poco convinta e presa dalla disperazione, iniziai a pregare. Pregavo e piangevo ogni giorno… ma le risposte non tardarono ad arrivare, Dio è fedele e non ci abbandona nelle difficoltà. Ritrovai una forza innata dentro il mio cuore… tutto mi diceva di non abortire, di non uccidere quella vita che già nasceva dentro di me. Dio mi stava parlando e mi dava coraggio, adesso potevo sentire la Sua presenza forte come non mai.
Fu così che cominciai a instaurare un rapporto intimo con Lui, pregando e leggendo la Bibbia. Portai avanti la gravidanza restando da sola a Torino per ben 8 mesi, e scoprii di aspettare una femminuccia.
Ritornando a Catania, purtroppo la mia relazione col padre della bambina si interruppe, e questo mi fece piombare in un forte sconforto. Tuttavia, incontravo Manuel e il suo gruppo missionario. Scoprii di non essere sola: altre ragazze si trovavano nella mia stessa situazione e questo mi dava coraggio. Dio mi aveva messo a fianco le persone giuste per non mollare.
Cominciai a frequentare la chiesa evangelica… tutto lì dentro mi parlava, tutto mi faceva stare bene: i canti, la lode la predica, le persone… col tempo arrivai alla scelta di convertirmi e battezzarmi.
In tutto questo tempo Dio ha cambiato la mia vita e l’ha riempita di gioia e forza. Con la nascita della piccola Adele tutto si è trasformato, le mie priorità non sono più quelle di andarmi a divertire, ma di pensare alla mia bambina, glorioso dono di Dio!
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