Una scelta intelligente non sempre ti farà evitare la sofferenza

sceltaLa maggior parte della gente si definisce cristiana, cioè seguace di Cristo. Si identifica con quel Cristo che ha lasciato la Gloria del Padre per venire sulla terra, diventare uomo, vivere per un tempo su di essa e poi adempiere al piano divino di Salvezza per l’umanità: morire sulla croce e risuscitare vittorioso dalla morte il terzo giorno.

Coloro che si definiscono credenti hanno Dio come Padre.
“…ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome …” Giovanni 1:12

L’apostolo Paolo ai Romani dirà: “Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.” Romani 8:17
I credenti a differenza di altri fanno parte di un regno spirituale,

del regno dell’Iddio invisibile.
Quando Gesù venne sulla terra predicava il regno dei cieli, lui annunciava: “il regno dei cieli si è avvicinato a voi”.

C’è un regno spirituale nel quale si può entrare e vivere aspettando il Re che ritorna, stavolta per regnare per sempre. Tu che sei credente, stai aspettando il Re?
Coloro che si identificano con Cristo hanno tutti i diritti riservati a loro come figli di Dio, ogni ricchezza celeste è a loro disposizione.
Tutti coloro che si definiscono cristiani hanno a che fare con il Gesù di cui la Bibbia parla. Un Gesù che compie grandi miracoli, potenti operazioni. Dà la vista ai ciechi, i sordi recuperano l’udito, i zoppi camminano, i morti resuscitano, i cuori rotti sono curati e guariti, e i peccatori trovano il perdono dai loro peccati. Un Gesù meraviglioso.
Coloro che si identificano come cristiani hanno da Dio l’autorità per compiere grandi cose.
Un giorno Gesù stesso disse: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori …” Giovanni 14:12
Come cristiani abbiamo da parte di Dio e nel nome di Gesù, l’autorità per compiere grandi cose per il suo regno.
Coloro che si identificano come cristiani sono anche coloro che si identificano con le sofferenze di Cristo. Abbiamo letto prima in romani che siamo coeredi di Cristo, e lo siamo sia della gloria come anche della sofferenza (eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui).
La cosa strana, che a volte accade, è il fatto che i cristiani accettano di identificarsi nella gloria di Cristo ma non nelle sue sofferenze, e nelle sofferenze del suo popolo. Ci sono alcuni che si definiscono cristiani ma davanti alla sofferenza scappano, girano le spalle, cambiano luogo. Persone che quando c’è da soffrire come popolo di Dio e a volte come chiesa locale, girano le spalle e vanno in cerca della gloria.

Sono cristiani che non hanno compreso il cuore di Dio. Abbiamo letto in romani che siamo eredi di Dio e coeredi di Cristo, SE VERAMENTE SOFFRIAMO CON LUI, PER ESSERE ANCHE GLORIFICATI CON LUI.
PRIMA DELLA GLORIA C’E’ LA SOFFERENZA.
Colui dal quale prendiamo il nome di cristiani, prima di essere glorificato ha dovuto subire l’umiliazione, lo scherno e infine morire sulla croce. Prima di vincere la morte ha dovuto morire.
Fratello, sorella in Cristo, prima di vincere devi “morire”. Morire a te stesso e alla tua umanità.
La maggior parte delle persone non da il minimo credito a Dio. Per tanta gente Dio non è nessuno, un‘entità astratta, per alcuni non esiste neanche, ma quando le cose nella vita non vanno bene indovinate di chi è la colpa? Di Dio. Chi viene bestemmiato e maledetto? Dio.
Le persone di fuori non hanno conoscenza, non hanno una mente spirituale per tanto tale atteggiamento è comprensibile ma non giustificato.
Quando però quest’atteggiamento lo si riscontra nei credenti, allora c’è qualcosa che non va. Magari di starai chiedendo: “ma io non bestemmierei mai Dio, non lo maledirei mai”, infatti, questo sarebbe davvero assurdo, ma non ti è mai capitato di dare la colpa a Dio? Quando ti sei ritrovato in una situazione difficile non te la sei mai presa con Dio? Non gli hai mai detto: “Signore perché mi capita questo, perché permetti questo nella mia vita, nella mia casa?”.

Nella Bibbia ci viene narrata la storia di una donna che incolpava Dio della sua situazione.
Nel libro di Ruth si parla di Naomi che era la suocera della stessa Ruth. Una donna che fa un percorso ragionevole ma non di fede. Alla fine di questo percorso guardate Naomi cosa dice: “chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente mi ha riempita di amarezza. Io partii nell’abbondanza, e il Signore mi riconduce spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando il Signore ha testimoniato contro di me, e l’Onnipotente mi ha resa infelice?” Ruth 1:20-21
Naomi desiderava essere chiamata Mara, che significa amarezza. Il suo nome invece era Naomi, che significa dolcezza. Desiderava che il suo nome cambiasse. Non si identificava più con quel nome. Dentro di lei non c’era più dolcezza ma amarezza.
Quello che avviene ad alcuni cristiani è esattamente la stessa cosa. Quando nella difficoltà il credente incolpa Dio, in realtà non si sta identificando più con Cristo. Non sta accettando questa appartenenza. Quando non accetti la sofferenza non ti identifichi più con Cristo. Nel momento di profondo dolore forse desidereresti essere chiamato in un altro modo e trovarti in un altro posto.
Naomi faceva parte del popolo di Dio, ed ora incolpava Dio per tutte le sue sventure, ma cosa era successo?
Lei viveva con suo marito e i suoi due figli in Betlemme di Giuda. Arriva la carestia e decide di andarsene via e andare a vivere nelle campagne di Moab. Arrivati a Moab, il marito di Naomi morì e lei rimase con i suoi due figli. I figli trovarono due moabite e si sposarono. Dopo 10 anni i due figli morirono. Lei rimase sola con le nuore e decise quindi di ritornare a Betlemme perché aveva sentito che il Signore aveva visitato di nuovo il suo popolo benedicendolo e mandando pioggia dal cielo.
Naomi e suo marito, durante la carestia fecero una scelta. Una scelta apparentemente saggia. Nel paese vi era carestia, dovevano sopravvivere loro e i loro figli, decidono di cambiare terra. Una scelta logica e intelligente. Una scelta però non guidata dalla fede. Li in Israele c’era la presenza di Dio, li avevano modo di servire Dio, di stare con i loro fratelli e sorelle in Cristo. Loro invece vanno a Moab.

Sappiamo molto bene che i moabiti, insieme agli ammoniti sono stati gli eterni nemici di Israele. Per tantissimi anni i moabiti hanno lottato contro Israele cercando di distruggerlo. Tra l’altro Moab aveva una divinità crudele, assurda. Loro adoravano Chemos, al quale erano offerti sacrifici umani, specie di bambini. In quelle campagne non si adorava l’Iddio vero. In quelle campagne i figli non trovavano la benedizione di Dio, ma trovavano la morte.
Cominciate a comprendere la gravità della scelta? Naomi e suo marito fecero apparentemente una scelta saggia, ma fu una scelta che li portò a vivere lontano da Dio.
Non furono disposti a soffrire per un breve tempo. Davanti alla carestia fuggirono via. Questa fuga dove li portò? A nulla. Il marito di Naomi appena si stabilì in quelle campagne morì. Poi morirono i suoi figli.
Le scelte che noi facciamo sono molto importanti. In esse possiamo trovare vita o morte. Alcune di esse in apparenza sembrano portare giovamento, ricchezza, benessere. Le campagne di Moab erano ricche.
“E che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua?” Marco 8:36
“Infatti, che serve all’uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso?” Luca 9:25
Guardate bene alle scelte che fate. Se esse vi portano lontano da Dio e dal suo popolo, non sono scelte intelligenti come sembrano.
Potreste dirmi: “Francesco ma io qui non c’è la faccio più, se sto qui muoio io e la mia famiglia” …
Il Signore ti dice di attendere, Lui visiterà ancora il suo popolo, manderà ancora la pioggia dal cielo, la carestia finirà. A Betlemme finirà la carestia e ci sarà di nuovo abbondanza.
Dio non ha smesso di farti del bene.
“Poiché l’ira sua è solo per un momento, ma la sua benevolenza è per tutta una vita” Salmo 30:5

Caro fratello, sorella, ti stai identificando con Cristo? In qualità di figlio di Dio stai accettando la sofferenza? O stai pensando di allontanarti da Dio? Allontanarti da Colui che desidera farti ancora del bene?
Ricorda la sua benevolenza è per tutta la vita. L’ira, la sofferenza è solo per un momento.
Anche se stai incolpando Dio per ciò che di brutto è avvenuto nella tua vita, oggi puoi decidere di fare una cosa buona … tornare come Naomi a Betlemme.
Il nome Betlemme in ebraico (Beit Lehem) significa “Casa del Pane”. Torna alla “Casa del Pane” torna dove davvero puoi trovare cibo per la tua anima, torna nel popolo di Dio, rimani nel popolo di Dio, in esso vi trovi Gesù che è IL PANE DELLA VITA.
Hai fame? Non cercare cibo altrove, il pane è a “Betlemme”.
La scelta intelligente non sempre è la strada che ti fa evitare la sofferenza.

Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com

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