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Le madri che davano l’utero in affitto, prevalentemente della Georgia, anche adolescenti, trascorrevano gran parte della gravidanza in un appartamento buio, in condizioni simili a quelle di una prigione e con un “supervisore” che aveva ordinato loro di non uscire e di non parlare con nessuno.
Un vicino di casa che ha visto le giovani georgiane le ha descritte con “le facce vuote”.
Le donne erano ospitate in 14 diversi condomini intorno a Chania e venivano pagate 200-600 euro al mese per le spese. Il compenso per il bambino – di solito altri 2.000-6.000 euro – veniva pagato alla nascita solo se il piccolo era sano.
I compratori pagavano invece 150.000 – 200.000 dollari a bambino.
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