5 CONSIGLI BIBLICI PER EVITARE LA MALDICENZA

Le conversazioni inoffensive e informali a proposito di amici e di conoscenti si propongono molto spesso come uno strumento di comunicazione ed un mezzo per intrattenere delle relazioni con i nostri simili. Tuttavia nulla può giustificare la maldicenza né il pettegolezzo. Le dicerie così diffuse fanno male e lasciano profonde ferite. Possiamo anche rovinare delle buone relazioni, compromettere la reputazione e la serenità dei nostri simili.

La maldicenza e il pettegolezzo sono due mali grandi che dominano la vita di molte persone in questo mondo. Oggi, in tv trasmettono persino interi programmi dove si discute di gossip. Tutti parlano di tutti. È un continuo pettegolezzo. Purtroppo, questo male si è radicato profondamente anche all’interno del popolo di Dio, dove ci sono credenti che parlano male di altri credenti per i quali Gesù ha dato la Sua vita. Quante volte, purtroppo, anche noi ci siamo fatti guidare dalla leggerezza e siamo caduti in questo peccato… La maldicenza – dice la Bibbia – è come ghiottonerie, diventa così piacevole da penetrare fino nell’intimo delle viscere dell’uomo.

Il Signore  però, è irremovibile su questo peccato e ha dato alla Sua Chiesa un comandamento chiaro riguardo al peccato della maldicenza, dicendo: “Non andrai qua e là facendo il diffamatore in mezzo al tuo popolo, né attesterai il falso a danno della vita del tuo prossimo. Io sono il SIGNORE” (Levitico 19:16)

Ma qual’ è la via d’uscita per evitare che diventiamo vittime della maldicenza e del pettegolezzo?

La Bibbia ci offre 5 preziosi consigli:

1) Controlla la tua lingua.

La Bibbia dice: “Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente” (Prov. 10:19). Vale a dire: “Riflettiamo prima di parlare”. Prima di dire qualunque cosa su qualcuno, domandiamoci: “Oserò ripeterlo in sua presenza? Che cosa avrei pensato se ciò fosse stato detto di me?” (Matteo 7:12). Nel Salmo 39:1, si legge: “Farò attenzione alle mie vie per non peccare con la mia lingua; metterò un freno alla mia bocca”.

2) Non prestare ascolto alla maldicenza.

Le chiacchiere incontrollate non sono le sole da mettere sotto accusa; coloro che prendono piacere ad ascoltarle hanno anche la loro parte di responsabilità! Il semplice fatto di ascoltare può essere interpretato come un’approvazione silenziosa e rappresentare al tempo stesso un modo per favorire la propagazione delle dicerie perniciose: “Il malvagio dà ascolto alle labbra inique, e il bugiardo dà retta alla cattiva lingua” (Prov. 17:4). Di conseguenza, quando una conversazione scivola su un terreno scabroso, dobbiamo avere il coraggio di dire: “Forse è il caso che parliamo di qualcos’altro!” E se i nostri amici si rivelano dei pettegoli inveterati, è opportuno cercare altre compagnie! “Chi va sparlando palesa i segreti; non t’immischiare con chi apre troppo le labbra” (Prov.20:19). Una traduzione rende il verso nel modo seguente: “Evita quindi la gente che parla molto”. Sarebbe d’altronde sorprendente se prima o poi non diventassimo proprio noi l’oggetto di conversazione!

3) Non reagire in modo eccessivo al pettegolezzo.

La maggior parte delle persone ama spettegolare finché non sono loro ad essere chiamate in causa. Immaginiamo, però, che si faccia correre sul nostro conto una storia menzognera o delle cattive dicerie. È possibile talvolta risalire alla sorgente e rettificare con calma le cose. Che fare, poi, se questo risulta impossibile? Andare in collera non servirebbe a nulla. Infatti chi è pronto ad andare in collera compie degli atti insensati. Dalla bocca di Salomone ci viene questo consiglio: “Non porre dunque mente a tutte le parole che si dicono (…); poiché il tuo cuore sa che sovente anche tu hai maledetto gli altri” (Eccl. 7:21,22). Il pettegolezzo “fa parte della vita” ed è probabile che in un momento o nell’altro anche noi ci siamo lasciati andare.

4) Non gettare benzina sul fuoco.

Se la diceria continua a diffondersi, chiediamoci se non siamo noi a fornire agli altri materia per spettegolare! Può succedere infatti che proprio con un comportamento dubbioso suscitiamo dei sospetti. Quindi se siamo noi ad essere vittima della calunnia, perché non domandarci se la nostra condotta, il nostro comportamento di fronte agli altri non portano acqua al mulino dei nostri denigratori?

Forse potremmo contribuire a far sì che cessino le dicerie cambiando qualche cosa nel nostro stile di vita: “Quando manca la legna, il fuoco si spegne” (Prov. 20:26); “Non v’ingannate; non ci si può beffare di Dio; poiché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Gal. 6:7); “Perciò chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere” (I Cor. 10:12).

5) Occupati degli affari tuoi.

Eviteremo molti dispiaceri, agli altri e a noi stessi, applicando alla nostra vita questo saggio consiglio: “Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri… e l’Iddio della pace sarà con voi” (Fil. 4:8,9).

Come dimostrano queste parole, Dio in persona s’interessa al modo in cui noi parliamo degli altri. Gesù Cristo ha lasciato questo avvertimento: “Or io vi dico che d’ogni parola oziosa che avranno, detta gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato” (Mat. 12:36,37; vedi anche Salmo 52:3-6).

Desideriamo intrattenere buoni rapporti con gli altri, conservare la pace interiore e, soprattutto, onorare il Signore, nella nostra vita? Allora seguiamo il consiglio della Sua Parola. Interessiamoci agli altri ma in modo amorevole e nei limiti della buona educazione. Soltanto così riusciremo a evitare il pettegolezzo dannoso.

Benedizioni

riflessionicristianehome.wordpress.com

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