
Le banche del seme, infatti, stanno esaurendo le loro scorte a causa dei lockdown e la diffusa maggior povertà induce a cercare soluzioni più economiche rispetto ad esse.
Sperm Donation USA è un gruppo Facebook privato con oltre 14mila membri.
“Just A Baby”, è un’app che si può scaricare sul telefonino per trovare un venditore di sperma, una venditrice di ovociti o una donna disposta ad affittare l’utero. Assomiglia molto a un’app di appuntamenti, in cui le parti interessate possono scorrere foto e profili per trovare la persona adatta alle proprie esigenze.
Sia Sperm Donation USA che “Just A Baby” non si pongono alcuna preoccupazione per le conseguenze a lungo termine sui bambini nati in questo modo.
Gli uomini in maggioranza dichiarano chiaramente di non voler essere coinvolti nella vita del bambino risultante: non vogliono nessuna co-genitorialità, nessun diritto, nessun obbligo di supporto finanziario…
Quindi non interessa, né a loro, né ai gestori dei siti web, ma neanche ai compratori – tanto desiderosi di un figlio – delle crisi di identità che dovranno affrontare i bambini che crescendo si pongono innumerevoli domande su chi sono veramente.
Un’altra tendenza allarmante su questi siti è che non offrono alcuna garanzia sull’identità e sullo stato di salute dei venditori di gamenti.
Viceversa, molti compratori pretendono di sapere il quoziente di intelligenza, il colore degli occhi e mille altre caratteristiche per creare un bambino su misura.
Insomma, i desideri degli adulti che comprano e vendono sono da soddisfare a tutti i costi. I bisogni fisici ed emotivi dei bambini non importano.
Si considera il miracolo della vita umana poco più di una transazione commerciale: si comprano i gameti così come un divano di seconda mano.
Del resto, sono “solo bambini”: si possono uccidere con l’aborto quando danno fastidio, si possono comprare quando servono. E allora, per logica conseguenza, perché non si possono abusare, se la cosa in qualche modo arreca gusto e guadagno facile?
Fonte: Il Settimanale di Padre Pio
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