La decima è biblica?

Quello della decima è uno dei temi più controversi nel mondo evangelico, e per questo sentiamo la necessità di rendere disponibili al pubblico alcune parti del libro Dízimos e ofertas são para hoje? (‘La decima e le offerte sono da dare oggi?’), scritto da Hernandes Dias Lopes e da Arival Dias Casimiro.

Questo articolo risponde alle domande più comuni su questo tema e possono mettere bene in chiaro alcune cose ai fratelli.

Io non do la decima perché la decima fa parte della legge cerimoniale che è stata abolita sulla croce

Di tutte le critiche fatte alla dottrina della decima, forse la più frequente è questa: “La decima fa parte della legge cerimoniale che è stata abolita sulla croce. Dunque, non sono obbligato a dare la decima”.
A questa critica, rispondiamo che la pratica della decima invece è presente in tutta la Bibbia. Nell’Antico Testamento, è presente nei Libri della Legge (Numeri 18.21-32), nei Libri Storici (Neemia 13.10-14), nei Libri Poetici (Proverbi 3.9,10) e nei Libri Profetici (Malachia 3.8-12). Nel Nuovo Testamento, è presente nei Vangeli (Matteo 23.23), così come nelle Lettere (Ebrei 7.1-19; 1Corinzi 9.13,14).

È importante sottolineare che la pratica della decima è antecedente alla Legge Cerimoniale (Genesi 14.20; 28.18-22). Abraamo infatti, quattrocento anni prima che la Legge fosse istituita, diede la sua decima a Melchisedec, un tipo di Cristo (Genesi 14.20; Ebrei 7.1-10). La decima fu inclusa nella Legge, poiché fu il modo in cui Dio provvide al sostentamento della tribù di Levi, ovvero di coloro che lavoravano al ministero (Levitico 27.30-33; Deuteronomio 14.22-29; 18.1-8).

Gli stessi princìpi di sostentamento dei sacerdoti e dei leviti nell’Antico Testamento sono usati per il sostentamento degli operai di Dio nel Nuovo Testamento:

Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali? […] Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all’altare, hanno parte all’altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo. (1 Corinzi 9.11,13,14).

Dunque, coloro che svolgono il ministero oggi (a tempo pieno), nella vigenza della Nuova Alleanza, devono vivere del ministero stesso. Nonostante l’ordine levitico sia finito con l’avvento della Nuova Alleanza (Ebrei 7.18), le decime non sono finite perché Abraamo, come padre della fede, diede la sua decima a Melchisedec, un tipo di Cristo, e noi, come figli di Abraamo, diamo la nostra decima a Cristo, sacerdote dell’ordine di Melchisedec: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell’aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre” (Matteo 23.23).

Se non siamo obbligati a dare la decima per la Legge, allora non siamo nemmeno obbligati a seguire gli altri precetti della Legge, come la giustizia, la misericordia e la fede, poiché anche queste appartengono alla Legge. È evidente che Gesù riprende gli scribi e i farisei per la loro pratica legalista e in cerca di lode della decima, poiché pensavano che la decima fosse una specie di “lasciapassare”. Pensavano che, dando la decima, avessero il diritto di ignorare gli altri precetti della Legge. Anzi, gli scribi e i farisei, pieni di ipocrisia, stavano sopravvalutando la decima e sottovalutando i precetti principali della Legge.

Tuttavia, mentre Gesù riprende la visione distorta degli scribi e dei farisei, che davano grande enfasi alla decima a scapito della giustizia, della misericordia della fede, sta dicendo, riguardo alla decima: “Queste sono le cose che bisognava fare [la pratica della giustizia, della misericordia e della fede], senza tralasciare le altre [la decima]”. Nonostante le deviazioni di alcuni e le critiche di altri, dobbiamo continuare a dare fedelmente la decima a Dio, poiché questo è un chiaro insegnamento di Gesù, conforme al fedele insegnamento delle Scritture.

È necessario mettere in chiaro che la decima non è una questione meramente finanziaria. Si tratta di riconoscere che tutto ciò che esiste appartiene a Dio. “Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla” (1 Timoteo 6.7). “Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele” (1 Corinzi 4.2). La decima, più che un valore, è un emblema. È un simbolo di fedeltà a Dio e di fiducia nella Sua provvidenza. Dare la decima è un comandamento divino. Non abbiamo il diritto di trattenerla,di  sottrarla né di amministrarla (Malachia 3.8-10).

Io non do la decima perché oggi il contributo cristiano deve essere volontario e non imposto con la decima

Alcuni predicatori sostengono che ci siano due tipi di contributi nella Parola di Dio: uno obbligatorio e uno volontario. Il contributo per il governo sarebbe sempre obbligatorio, mentre quello per Dio sempre volontario. Sarà così?

Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio» (Matteo 22.21). Dov’è la differenza tra contributo per Cesare e per Dio? Entrambi sono obbligatori! Quando diamo la decima a Dio, noi Lo stiamo adorando per la Sua fedeltà; quando paghiamo un tributo al governo, gli stiamo dando ciò che è suo di diritto (Romani 13.7).

Quelli che usano il testo di 2 Corinzi 9.7: “Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso”, per regolamentare il contributo cristiano in sostituzione alla decima commettono un serio errore ermeneutico. Paolo non stava parlando di decime, ma di un’offerta speciale, raccolta per aiutare i poveri della Giudea (Galati 2.10; 1Corinzi 16.1; 2 Corinzi 8.1-5, 9.1). Un’offerta che doveva essere fatta una volta per tutte. È anche vero che i princìpi lì elencati sono permanenti, e in nessun modo opposti a quelli della decima, poiché parlano di individualità, di sistematicità e di proporzionalità.

Nessun teologo, nessun pastore, nessuna chiesa, nessun consiglio hanno l’autorità o la competenza di smentire un ordine divino. Le decime e le offerte non smetteranno di essere applicate perché questo o quel leader religioso ha scritto una tesi di dottorato contraria dicendo che siano una pratica in prescrizione. “L’erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (Isaia 40.8).

La verità di Dio non smette di essere vera perché negata o distorta da qualcuno.

 

Io non do la decima perché l’apostolo Paolo non ha detto alle chiese di dare decime, ma offerte

Paolo non usò la parola “decima” nelle sue lettere, ma insegnò il principio della decima, quando disse che gli operai del Nuovo Testamento devono essere sostentati allo stesso modo dei Leviti nell’Antico Testamento (1Corinzi 9.1-14). D’altro canto, praticare la decima non impedisce ai credenti di essere generosi nelle offerte.

I credenti devono seminare con abbondanza nella vita delle persone, e questo non in sostituzione alla decima, ma in aggiunta ad essa. In questo vediamo il compito del ricco e del povero: “Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare” (1 Timoteo 6.17,18).

Dunque, usare la volontarietà delle offerte, come insegnato nelle lettere ai Corinzi, in sostituzione alle decime, significa non comprendere il carattere specifico di quell’offerta raccolta tra le chiese dei gentili per aiutare i santi della Giudea, in una situazione di emergenza (2 Corinzi 8.1-4; 1Corinzi 16.1-4).

Anche se, dunque, l’apostolo Paolo non ha usato la parola “decima” nelle sue lettere, ha sicuramente insegnato i princìpi della decima. Quando si tratta di sostentare gli operai (di Dio), l’apostolo Paolo ha fatto riferimento al sostentamento dei Leviti (1 Corinzi 9.13,14). Quando parla delle offerte volontarie per i poveri della Giudea, insegna che devono essere personali, metodiche e proporzionate (1Corinzi 16.1,2). Questi non sono gli stessi princìpi che regolano le decime?

Precedentemente pubblicato sul sito federiformata.com. Per gentile concessione

https://www.coramdeo.it/articoli/la-decima-e-biblica/

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