Dopo la carta di identità elettronica in fase di avviamento in molti comuni italiani, destinata a sostituire gradualmente quella in formato cartaceo, è adesso la volta del “sacchetto” elettronico per i rifiuti dotato di microchip: infatti, grazie a un brevetto che permette alle Pubbliche Amministrazioni municipalizzate e alle Società di raccolta (al momento sono più di 40 i Comuni che ne usufruiscono) di poter tracciare il percorso della spazzatura sino al punto di consegna degli impianti, il sacchetto fornito di banda elettronica consente di risalire all’utente per verificare la regolarità della raccolta differenziata.
Entro il 2018 si dovrebbe giungere alla codifica, a regime, dei r.s.u. (rifiuti solidi urbani) sul territorio nazionale. Orbene, se la smart-card elettronica che sostituisce la vecchia carta d’identità abilita il possessore a fruire dei servizi in rete nello SPID (Sistema Pubblico delle Identità Digitali) e funziona come strumento di identificazione avente le medesime caratteristiche del passaporto elettronico, con il sacchetto dotato di microprocessore interno stiamo facendo un altro passo avanti per digitalizzare ogni aspetto della vita pubblica e privata del cittadino. E’ inutile star qui ad elencare l’ampio settore di applicazione della tecnologia elettronica e satellitare, perché si spazia dalle boe galleggianti elettroniche – che controllano le barche ormeggiate in un qualsiasi porto – ai sistemi di videosorveglianza gestibili dal proprio telefonino, ma è indubbio che per potersi adempiere quanto descritto nel libro dell’Apocalisse (cap.13:16-18) è necessario che l’uomo venga psicologicamente preparato a vedere, nella robotica e nell’elettronica, solo e soltanto l’aspetto positivo e funzionale. Passare ad accettare con entusiasmo il futuro e innovativo marchio/sigillo che lo introdurrà nell’era dell’alta tecnologia sarà un gioco da ragazzi! D’altronde, chi dovesse rifiutare verrebbe automaticamente escluso da qualsiasi attività commerciale e sociale, ragion per cui reputo assai difficile potersi tirare fuori da questo sistema forzoso computerizzato che gestirà l’esistenza di quanti sceglieranno di farsi “microchippare”.
Oltretutto, l’anagrafe canina già operativa nel nostro paese ha da tempo introdotto la schedatura degli animali domestici a mezzo chip impiantato sulle orecchie o in appositi collari, col risultato che nessuno si stupisce; passare dalle bestie all’uomo, quanto tempo occorrerà? Pertanto, poiché nessuno sa come le cose possono evolversi dall’oggi al domani, spero che il lettore faccia tesoro dei consigli di Dio e creda che persino l’apice e lo jota non cadranno invano.
Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com
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