170 anni fa, quando nel 1848 re Carlo Alberto concesse i diritti civili ai valdesi, Nizza era italiana. Quest’anno il capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime, dopo più di 50 anni torna a celebrare la ricorrenza. Riforma.it ne ha parlato con il pastore della comunità locale Paolo Morlacchetti.
Roma (NEV), 12 febbraio 2018 – Al momento della promulgazione da parte di re Carlo Alberto delle “Lettere Patenti” del 1848 – con cui vennero concessi i diritti civili e politici ai valdesi (e poco dopo agli ebrei) – Nizza era italiana. Per le minoranze religiose del regno è il momento dell’uscita dal ghetto, e anche Nizza è coinvolta. Già dai primi anni ‘50 dell’ ‘800, vi sarà attiva una comunità valdese. Nel 1854 si contano circa 200 membri di chiesa, tanto che si rende necessario trovare locali più ampi. I pastori che allora curano la comunità arrivano dalle Valli valdesi del Piemonte. Sarà il moderatore della Tavola valdese, pastore Pierre Lantaret, a completare l’acquisto di un terreno in rue Gioffredo, in cui verrà eretto il primo tempio, inaugurato nel novembre del 1857. Ma solo 3 anni dopo, nel 1860, Nizza tornerà francese.
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