Sono innamorato di un uomo.
Scommetto di essermi guadagnato la tua attenzione.
Per 15 anni ho tenuto un segreto. Per 15 anni sono stato in schiavitù. Le catene della schiavitù mi hanno legato in quarta elementare, ed è stato solo il 19 settembre del 2016, in un parco, che l’amore e la forza di Dio mi hanno liberato.
Ecco la mia storia…
I miei genitori (entrambi ebrei) hanno deciso di mandarmi in una scuola media cristiana, senza badare molto al lato cristiano della cosa, perché interessati di più agli emeriti professori e alle opportunità che la scuola offriva. Il giorno seguivo le lezioni sulla Bibbia e ho imparato Gesù, mentre la sera seguivo le lezioni alla Scuola Ebraica per prepararmi al mio Bar Mitzvah all’età di 13 anni. Inutile dire che ero confuso e combattuto. Da un lato volevo diventare cristiano perché stavo cominciando ad avere la convinzione che Dio e della Sua vera identità come Padre, Figlio e Spirito Santo, mentre dall’altro mi sembrava assurdo rinnegare tutto quello che sapevo fin dalla nascita (Giudaismo). Nel bel mezzo di comprendere se volevo oppure no dare la mia vita a Gesù, stavo nuotando nelle profondità di un segreto. Un segreto che ho tenuto per 15 anni, fino ai 24 anni. Una battaglia con l’omosessualità. Quello che mi intrigava di Gesù non era soltanto che mi prometteva di perdonare i miei peccati (passati, presenti e futuri), o che mi aveva anche promesso di essere suo amico, il mio consolatore, mio Padre, specialmente di qualcuno che ha avuto un vuoto paterno; la Sua parola prometteva che nessuno nasce gay (Genesi 1:27) e che quelli che si mettevano in ginocchio e che permettevano a Gesù di essere il loro Signore e Salvatore, avrebbero ricevuto guarigione, redenzione e grazia alla CROCE DI GESÙ CRISTO. (1 Corinzi 6:9-11)
Quindi, il 23 maggio del 2006 ho dato la mia vita a Gesù Cristo credendo nel mio cuore che lui era Dio e che mi ha amato di più di quanto potessi immaginare; che ha dato la Sua vita per me come ultimo sacrificio per pagare per i miei peccati, affinché potessi vivere pienamente su questa terra, ed eternamente con Lui dopo la morte! (Giovanni 3:16)
Questo è successo in terza media e anche se ero stato perdonato di tutto il mio passato, presente e futuro, mi trovavo ancora nella schiavitù del mio segreto. Anche se facevo quella preghiera nel caldo rovente di una cappella esterna e mi sentivo istantaneamente lavato e purificato da ogni peccato, ero sempre schiavo. Anche se dicevo a Dio che volevo soltanto Lui affinché fosse semplicemente il mio Dio, ero sempre nelle catene della vergogna e dell’imbarazzo. Ogni singolo giorno, a letto la sera, lungo i corridoi della scuola media e delle superiori: catene di cui tanti hanno visto gli effetti. Catene marce che prendevano d’assalto la mia anima e che mi marcivano dentro. Catene che mi facevano piangere. Catene che mi portavano a interrogativi opprimenti. Ho mai avuto un proposito? Cosa vuol dire essere un uomo maschile? Sono nato sbagliato? Se morissi, qualcuno si farebbe vivo al mio funerale? Radici di un albero oscuro che mi facevano ODIARE me stesso. Oscurità nella mia vita, un mondo sui generis che non potevo nemmeno dire ad alta voce senza che le mie viscere si contraessero, senza che il mio petto non battesse.
Mentre gli anni scorrevano, dalla terza media sono passato al primo superiore e poi al secondo superiore, ed eccomi camminare due anni dopo su un palco montato in un campo di calcio, per il mio diploma. Dio si stava muovendo nella mia vita, ma continuavo a tenere il segreto seppellito nella mia anima. Non avrei mai detto a nessuno che lottavo con l’omosessualità. Poi eccomi nella ventina e Dio continuava ad operare. Immagina per un secondo: un soldato va in Medio Oriente e si ritrova con un braccio ed una gamba spappolati, perché gli hanno sparato un paio di volte. Ecco Dio venire giù, gli restituisce il braccio e la gamba e gli guarisce i buchi provocati dalle pallottole. Il soldato ritorna a casa, negli Stati Uniti, e tutti presumono che nulla gli sia accaduto, perché non ha nessun infortunio evidente, e il soldato concorda: «Sì, sto bene. Tutto a posto. Non è successo nulla.» Ma la verità è che il soldato sta occultando i fatti accadutigli, di come fosse ferito e di come Dio lo ha guarito.
Questo è quello che mi è successo. Questa è la mia storia. Ero distrutto e combattevo contro l’odio per me stesso, una vergogna che avrebbe potuto riempire dieci volte il Grand Canyon, una depressione che assillava la mia psiche con i pensieri suicidi. Ero soltanto un bambino, e la sola cosa che volevo era essere come gli altri ragazzi. Ganzo e popolare come gli altri ragazzi alle superiori. Volevo una fidanzata. Volevo essere normale. Volevo dei migliori amici maschi. Volevo essere visto come un ragazzo maschile. Volevo essere visto nel modo in cui Dio mi aveva destinato ad essere visto. Invece, quasi dal nulla (e assolutamente indesiderato) ero non solo attratto sessualmente dal mio stesso genere, ma inoltre lo desideravo ardentemente e lo bramavo. Quello che nell’infanzia era un cuore rotto si è piano piano col tempo trasformato in una incontrollabile libido; una libido in fiamme di cui sono diventato schiavo. Nel bel mezzo di tutto questo, di questo dolore, di questa negazione, di questa confusione, andavo a scuola (la Scuola Cristiana) e non mi sentivo al sicuro. Sentivo anche lì di non avere nessuno con cui parlare. Nessun amico, nessun professore. Nessuno di cui potevo fidarmi. Ero terrorizzato innanzitutto dalla reazione di quelli attorno a me se l’avessero scoperto. Mi avrebbero detto che ero uno strano? O mi avrebbero detto di distruggere le mie convinzioni, disubbidire alla parola di Dio e accettare che io ero quello che sentivo, la mia libido, le attrazioni e i desideri? Sentivo come se la mia virilità e la mia mascolinità fossero in pericolo. Sentivo come se la mia identità fosse in bilico. Se la gente l’avesse saputo, non mi avrebbe più visto come l’Uomo di Dio che ero veramente o come volevo che gli altri mi volessero. La schiavitù della paura aveva dato un punto di appoggio al nemico. La schiavitù della vergogna e della ripugnanza avevano dato al nemico il potere su di me ogni singolo giorno. Un segreto è come un veleno marcio nel profondo della nostra anima. Nessuno sa che è lì, ma sentiamo come delle fitte che bruciano ogni singolo giorno. Quando alla fine diciamo a qualcuno il nostro segreto, stiamo dando una medicina curativa che fa sparire il veleno.
Avevo così tanta vergogna (anche dai 20 anni in poi), ma invece di dire orgogliosamente «Sono un uomo di Dio, la mia identità è in Cristo, non nelle mie tentazioni. Fammi dire come Dio mi ha guarito, redento e ristorato», al contrario, ho fatto come il soldato silenzioso: non ho detto a nessuno quello che Dio aveva fatto nella mia vita e quello che ha fatto nella mia vita in questi ultimi anni. Mi vergognavo della mia storia. Mi vergognavo del mio passato. In segreto, stavo guardando Dio fare delle cose meravigliose nella mia vita. Cose che nessun uomo potrebbe fare da solo. Dai 22 ai 23 anni, poi 24 e 25, Dio stava intessendo un nuovo uomo. La libido sessuale, le attrazioni e i desideri che avevano devastato tutto il mio essere con fiamme roventi, cominciavano lentamente a svanire dalla mia vita. Immagina per un secondo le attrazioni sessuali, la libido e i desideri sessuali in una scala: 10 indica attrazione intensa, lascivia ardente e desiderio sconvolgente; 0 indica nessuna attrazione, nessuna libido, nessun desiderio. Stavo guardando la scala del peccato e del mio disastro interiore invertirsi. Le attrazioni omosessuali, la lascivia e i desideri sono passati a 10 a 9,9; da 9,9 a 8 a 7 a 5 a 5 a 3, e così via… Dio mi stava letteralmente risanando, mi stava dando una pace al di là di ogni intendimento. Quel ragazzino distrutto che piangeva in quel luogo solitario stavo ricevendo da Dio molto più di quello che si poteva immaginare. Nel corso di questo lungo percorso, ho realizzato che la libido, le attrazioni e i desideri scaturivano da una parte profondamente dilaniata della mia anima. Come poteva essere che da uomo bramassi un altro uomo? Dio mi ha chiamato a farmi bastare la mia stessa mascolinità; eppure, volevo la mascolinità degli altri uomini (in una maniera sessuale, innaturale). Al di là della lascivia, dell’attrazione e del desiderio, Dio mi ha parlato e mi ha rivelato la Sua saggezza con amore. L’omosessualità alla radice non ha nulla a che vedere con il sesso (sebbene diventi quasi sempre una questione di sesso). In realtà è una caccia, una caccia alla mascolinità. Questo è quello che era per me. Dio è venuto ed era il Padre che non avevo mai avuto, la fonte della perfetta mascolinità. Un vuoto profondo come le gole di Marte stava per essere colmato. Il mio mantra: «Tu sei mio Padre e io sono tuo figlio.» Così breve, così semplice; sedersi all’ombra della potenza della Paternità di Dio era COSÌ incredibilmente curativo. A 20 anni, per la prima volta nella mia vita, stavo cominciando a sentirmi maschile e sicuro di me. Ero pronto a precipitarmi su un cavallo in battaglia spada alla mano. Volevo battermi il petto in mezzo alla foresta. Mi trovavo in una bufera di desideri eterosessuali, mentre i desideri omosessuali diventavano semplici memorie di un passato quasi dimenticato. Stavo infuriando con questa nuova mascolinità che Dio stava versando in me da un bicchiere puro e celeste. Questo vuoto gigantesco di mascolinità sin dalla mia infanzia stava traboccando dell’amore della Paternità, e le mie sofferenze dovute all’omosessualità stavano iniziando a svanire, perché Dio mi stava mostrando quello che non mi era mai stato mostrato mentre crescevo. Questo non significa soltanto essere un uomo, ma un uomo secondo il cuore di Dio. Mi stava ristorando. Mi stava guarendo.
Anche passando attraverso queste esperienze sovrannaturali, vivevo ancora nelle catene del terrore. Paura di te, caro lettore. “Non sarò mai preso sul serio. Non sarò mai un uomo virile. Non sarò mai normale. La gente penserà che sia fuori di testa. I non cristiani penseranno che Taylor sia un represso. I cristiani…beh loro non sanno cosa farsene di uno che lotta per la maggior parte del tempo con l’omosessualità, quindi non dirglielo a neppure a loro.
Poi, il 19 settembre del 2016, ho detto forte per la prima volta ad un fratello in Cristo quella parola. Ho visto uno stormo di uccelli bianchi posarsi sul parco in cui eravamo seduti, che poi volavano via…e ho sentito Dio dirmi: «Va tutto bene, figlio mio. Sii libero. Sono qui con te.»
Mi sono sentito nervoso ed impaurito. Il mio corpo si è sentito come sciogliersi e contorcersi. Mi trovavo come su delle montagne russe che mi facevano star male e da cui sarei voluto scendere. La sola via per uscirne era dire forte al mondo quella parola, quella parola che odiavo più di ogni altra parola! Una parola che appariva come un demone parato di gioielli luccicanti. Una parola che portava un piacere peccaminoso e una valanga di bugie.
«Omosessualità. Io lotto con l’omosessualità.» ho detto al mio amico. E, in un attimo, ogni catena si è staccata dal mio corpo. In un attimo ho sentito la libertà che non avevo mai sentito prima, la libertà da un segreto che era cominciato in quarta elementare. Una lotta che ho negato a tutti quelli attorno a me. Quando venivo bullizzato o mi interrogavo, mi davo sempre la stessa risposta: «Non sono gay.» Me la sono portata fino all’età di 24 anni e il peso di questo segreto si faceva ogni giorno più pesante. Ma ecco che in un attimo, come un uccello che sbatte le ali per la prima volta e prende il volo, sono stato liberato quel giorno in quel parco. Mio fratello in Cristo non ha reagito secondo le mie paure, le paure che avevo covato per anni su come avrebbero reagito. Invece è stato lo specchio dell’immagine di Cristo. Non ho mai avuto nella mia vita qualcuno (specialmente del mio stesso genere) che mi ascoltasse in un modo così compassionevole e altruista. Mio fratello in Cristo mi ha fatto sentire amato. Mio fratello in Cristo mi ha visto proprio come volevo essere visto. Solo perché lottavo con l’omosessualità, non significava che ero da meno. Ho capito che Dio mi aveva intessuto nel grembo di mia madre (Salmo 139:13). Ho capito che Dio mi aveva creato per essere un uomo di Dio virile, e mio fratello in Cristo mi vedeva proprio così. Un uomo sicuro di sé, un servo di Dio. Mi ha visto come mi vedeva Dio e quello che era travolgente era che non solo ero libero, ma anche sapere che c’erano cristiani che erano semplicemente questo, cristiani.
Queste sono le paure di qualcuno che non conosco più. Sono forte in Cristo. La mia identità è solida nella mia fortezza (Salmo 18:2). Il riflesso nello specchio è cristallino.
BASTA! SONO PRONTO! Pronto per dire al mondo quello che Dio ha fatto nella mia vita. Pronto a condividere la speranza di Gesù Cristo con tutti quelli che ascolteranno! Pronto a smetterla di vergognarmi! Pronto per urlare dai tetti che Dio è per te! Dio NON È contro di te! Dio ti ama! Dio ti vuole! Non importa quanto sia stato buio il tuo passato, non importa quanto pesanti siano state la vergogna e il senso di colpa: NIENTE è così potente per il SIGNORE! Voglio dire al mondo intero che c’è SPERANZA PER GLI OMOSESSUALI! Che tu NON sei le tue voglie, attrazioni e desideri per gli uomini. Dio non ha mai voluto che la tua identità fosse un riflesso di quello che la tua carne brama. Gesù Cristo può darti il perdono, la guarigione, la redenzione e la grazia. Per quelli che desiderano ardentemente la mascolinità come facevo io: Dio può riempire il vuoto; quello che il sesso tra due uomini non sarà mai capace di fare. Come la ruota di un criceto che gira nella voglia perpetua di sesso. Esci dalla ruota del criceto, amico mio, e sii libero! Dio può ristorare la tua mascolinità alla luce del Suo piano originale. Potrebbe sembrare impossibile, lo so, anch’io ci sono passato. Le fiamme della libido per qualcuno dello stesso genere sono così potenti che delle volte tutto il mio corpo si sentiva come gettato intrappolato in una fornace. Ma Dio è buono. Vuole arrivare fino alla fornace e TIRARTI FUORI! Ero talmente distrutto e perduto, eppure il PADRE è arrivato nella mia vita ed è diventato il Padre che non avevo mai avuto (Salmo 68:5). Dio mi ha avvolto in una identità che è Sua, dandomi la libertà dalle attrazioni sessuali, dalla concupiscenza e dai desideri, COMPLETANDOMI, frantumando il mio cuore, ripulendolo dalle vie malvagie e dandogli dei nuovi desideri! (Matteo 15:19) Mi ha dato una sicurezza che può muovere le montagne. Un cuore che arde di fiducia.
Un giorno mi sono guardato allo specchio e ho meditato. Chi sono? Quello che vedevo prima era una creatura triste, sola e depressa. Un bambino intrappolato nel corpo di un giovane adulto. Un cristiano, un discepolo di Cristo, eppure ancora sommerso in una così bassa autostima che nessuno è in grado di immaginare. Non credevo di essere degno di essere amato. Non credevo che avrei mai potuto trovare la felicità. Ero disperato. La grande cosa di Dio è che c’è sempre un “ma”. C’è sempre abbondanza di possibilità.
Ma Dio, col tempo, ha cambiato quella mia meditazione allo specchio. Il bambino è diventato un uomo. E l’uomo era sicuro di sé, maschile, risoluto, coraggioso e degno d’onore. L’uomo stava imparando la saggezza su chi Dio volesse che io fossi come uomo, a tal punto da far traboccare il suo pensiero come una cascata. Stava imparando la verità sulla sessualità, il mondo in cui Dio, il creatore della sessualità, l’aveva progettata. Stava imparando questo e tanto altro…
So di essere un uomo adesso. Suono un guerriero maschio alfa, un principe, UN PRODE DI DIO. Questa è la mia identità. Questo è CHI SONO. Sono vincente in Cristo. Sono un campione in Cristo (Salmo 23).
La gente del mondo non si troverà d’accordo. Il Nemico e le sue forze combatteranno. “VIENI QUI!” ti diranno. SONO PRONTO e rivestito di una impenetrabile armatura! (Efesini 6:11)
Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.
– Atti degli Apostoli 20:24 –
Ho promesso di non smettere MAI di raccontare alla gente quello che Dio ha fatto nella mia vita e quello che sta facendo nella mia vita. Non mi vergognerò più del mio passato. Racconterò la mia storia ancora e ancora, fino all’ultimo respiro. Sarò sempre fiero della mia storia. La storia di come il Re dei re è arrivato nella mia vita e l’ha cambiata per sempre. Ero un’anima distrutta, con un vuoto gigantesco di tenebre. Ho creduto a così tante menzogne, la prima che un uomo avrebbe potuto curare la sua disperazione in un modo sessuale. NO! Dio è mio Padre adesso…e non ho bisogno della mascolinità di un altro uomo perché SONO UOMO COMPLETO IN CRISTO GESÙ!
Se c’è qualcuno lì fuori che sta lottando con l’omosessualità o che si identifica come omosessuale, ascoltami. Non sei solo. Sei amato da Dio più di quanto immagini! Qualunque cosa ti abbiano detto di Dio, sappi questo, Lui ti ama. Non importa quanto pornografia hai guardato, con quante persone sei andato a letto. Lui ti ama! Non c’è nulla che potrebbe far smettere a Dio di amarti! So quello che il mondo dice. Il mondo dice: «Se nato così.» Il mondo è pieno di miriadi di opinioni. Le opinioni sono altisonanti. Un post su internet non è uno spazio adatto a rispondere ad ogni domanda su questa questione. Ma per favore, ti incoraggio a darti una possibilità con Dio. Permetti a Dio di mostrarti quello che può fare nella tua vita. Ascoltami. Sono un esempio vivo e vegeto di quello che Dio può fare. Qualcuno che era travolto dalla concupiscenza (Romani 1:27) e che adesso può dire con sicurezza che Dio ha placato queste forze. Questa libido, queste attrazioni, questi desideri. Non posso nemmeno spiegarlo a parole (figuriamoci in un post) le cose immensamente incomprensibili che Dio ha fatto nella mia vita. Alla croce di Gesù Cristo ci sono guarigione, redenzione, santificazione e speranza.
Mi sono guadagnato la tua attenzione all’inizio? Sì… Sono innamorato di un uomo. È conosciuto con tanti nomi. L’Onnipotente, il Salvatore, ma quello più conosciuto è Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
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