A Napoli una rapina a mano armata di 5 pizze: “I miei figli devono mangiare”… e il 17% delle famiglie italiane con lo stipendio non arrivano a fine mese

L’Italia è il bel paese dell’assurdità…mentre, oltre quattro milioni di famiglie in Italia non arrivano a fine mese e in un quartiere di Napoli viene derubato un pizzaiolo di pizze da un rapinatore che deve sfamare i propri figli a poche centinaia di metri, più precisamente nel golfo di Napoli, ci si prepara per l’evento spettacolo dell’ America’s Cup e i turisti non perdono tempo e prendono d’assalto la città per assistere alle regate.L’episodio è avvenuto qualche giorno fa nel centro storico di Napoli. La vittima del rapimento si è visto puntare la pistola addosso ed è stato costretto a consegnare le cinque pizze da asporto che aveva appena acquistato. Con la crisi economica che incalza e la disoccupazione che monta, ci si inizia ad arrangiare come si può. A Napoli, per la seconda volta in pochi giorni, un uomo ha rapinato delle pizze. E’ successo qualche sera fa nel centro storico, in uno dei locali più noti della città: un uomo ordina cinque margherite da asporto, le va a ritirare e si avvia verso casa. Mentre cammina si accorge di una presenza alle sue spalle. Non fa in tempo a girarsi che lo sconosciuto gli punta alla schiena la canna di un’arma. Non sapremo mai se è una pistola vera o una scacciacani. “Stai fermo e dammi le pizze – intima alla vittima – Pure i figli miei hanno fame e pure loro devono mangiare stasera”.

L’uomo non ha scelta. Consegna le pizze al rapinatore, che se ne va allungando il passo. La vittima allora torna in pizzeria; un cameriere nota il suo stato di agitazione e gli offre un bicchiere d’acqua. “Rifatemi cinque pizze”, chiede il cliente. “Ma voi non siete appena uscito?”, gli chiede il cassiere. E qui viene fuori la storia. “Non mi crederete, ma sono stato appena rapinato”.

Rapina a mano armata di pizze. Alla fine la vittima decide di tornarsene a casa con i nuovi cinque cartoni. Non sporge denuncia, forse su di lui prevale anche un senso di disagio nel dover immaginare di andare a mettere quanto gli è accaduto, nero su bianco, negli uffici di un commissariato. Ma la voce circola velocemente e, il giorno successivo, nelle salumerie, nei saloni di barbiere e in tutto il quartiere non si fa altro che parlare della anomala rapina. Segno dei tempi? Cartina di tornasole di una miseria che nemmeno i morsi della fame del dopoguerra a Napoli spingevano i più miserabili a commettere un gesto tanto forte?

Mentre avveniva la rapina di pizze l’indagine del Censis e di Confcommercio svelalava  oltre quattro milioni di famiglie in Italia, pari cioè al 17%, non arrivano a fine mese. Non riescono a coprire con i propri stipendi tutte le spese quotidiane tanto che spesso c’è bisogno di ricorrere, per le spese correnti, ai risparmi messi da parte con fatica e custoditi in banca. Così come sono di più quelli che hanno necessità di ricorrere a piccoli prestiti oppure quelli costretti a rinviare i pagamenti. Ritroviamo l’ultima drammatica fotografia di una parte del Paese in un’indagine del Censis e di Confcommercio. Per 11 milioni di famiglie, si legge, la preoccupazione maggiore è quella economica, quella di trovarsi costretti a cambiare il proprio stile di vita per la crisi.

È sempre più difficile mettere qualche risparmio da parte e, spiega l’indagine, per tantissimi italiani diventa un problema affrontare una qualsiasi spesa non programmata. Per questo motivo circa 7 milioni di italiani hanno difficoltà a rispettare le scadenze delle rate e a pagare le tasse. I consumi pro-capite – affermano Censis e Confcommercio – sono ritornati ai livelli di metà anni ’90, in rapida flessione da quattro anni. E secondo gli esperti questo peggioramento dei consumi rappresenta soltanto l’aspetto esteriore più evidente della crisi che attanaglia il Paese. In questo contesto non può che deteriorarsi sempre più il clima di fiducia degli italiani: ci sono sempre, emerge dall’indagine, più “pessimisti” che “ottimisti” in Italia.

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