Quando una donna sola con tre figli decide di cambiare la propria vita…

Nel quartiere Ponticelli di Napoli sono tante le esistenze messe a dura prova dal disagio sociale e dalla povertà. Rosaria, rimasta vedova con tre figli, sta lavorando duramente per dare speranza a sé e ai suoi piccoli…A che cosa si poteva aggrappare Rosaria per avere la speranza di una vita migliore? Don­na sola, vedova con tre figli e una vita di stenti. Era questo il pensiero che non le dava pace: c’era un futuro per lei? La sua vita era stata compromessa dalla morte del giovane marito, morto ammazzato in un agguato di criminalità organizzata. Rosaria, mamma di tre bambini, ha sempre vissuto con ansia e preoccupazione il suo matrimonio, si aspettava che da un momento all’altro il marito potesse essere vittima di una tragedia. Rosaria ha lottato finché ha potuto per strappare il marito dalla tossicodipendenza, da quel ruolo di corriere nel giro dello spaccio che gli serviva per mantenersi. Rosaria, il suo Nino, lo ha perso così. Egli non aveva capito fino in fondo che era entrato in un giro più grande di lui. Non aveva proprio realizzato che cosa stesse facendo. La testa gli scoppiava tutti i giorni… Nino aveva pensato di fare il salto di qualità: voleva mettersi in proprio, diventare uno grande e fare tanti soldi. Diventare ricco e potente. Ma tutto è finito sotto la spietatezza di persone senza cuore e senz’anima. Una quantità di piombo lo ha steso definitivamente sull’asfalto bagnato da una piccola pioggia. Il tutto avveniva non lontano dagli occhi di Rosaria.

Sono passati più di due anni da quella sera. Che serata per quella donna. L’esecuzione della morte del marito avvenne in diretta: fu «sparato» a due passi dalla sua abitazione e Rosaria sentì tutto e capì subito l’orrore. Da quella sera è rimasta sola. Senza più un compagno, un marito e un padre per i suoi tre bambini. Rosaria ha capito prestissimo, però, che qualcosa doveva cambiare. E il cambiamento non poteva essere che quello di iniziare una nuova vita dedicandosi alla crescita dei suoi figli. Rosaria si mette subito in cerca di un lavoro. Qualsiasi cosa le offrono di fare, lei lo accetta. Qualcosa trova. Un primo lavoro: lavare i piatti in una osteria. Poi altri: colf, accompagnatrice, badante, infermiere, cassiera… Dovunque ci sia opportunità di lavoro (naturalmente senza contratto), Rosaria non si sottrae. Quella donna ha aperto il cuore alla speranza pensando ai propri figli. Sente che si sta allontanando dal passato; da quella vita brutta che non apparteneva alla sua tradizione e che era finita in tragedia. Lei è convinta che sta costruendo qualcosa di onesto per la famiglia, che sta creando una speranza per il futuro dei piccoli e per se stessa.

Quanto costa costruire una speranza? La speranza è un sentimento di fiducia per il futuro e Rosaria se lo tiene stretto al petto. Se tu costruisci la speranza con le tue mani, con il sudore della fronte, con la sofferenza, con la privazione, con la rinuncia, allora entri in una nuova dimensione spirituale. Perché creare speranza significa credere nella costruzione di una nuova vita.

Questa donna non ha ceduto nemmeno di un centimetro, ha lottato tutti giorni, ha affidato la sua nuova vita a quella speranza che qualcosa di nuovo potesse accadere. Costruire una nuova vita si può. Rosaria è veramente la vedova rimasta sola al mondo, e da buona credente ha posto la speranza in Dio come ci ricorda la prima lettera di Paolo a Timoteo 5, 5, supplicando e pregando Dio notte e giorno di darle la forza per lavorare e sostenere i suoi figli. Vivere la speranza del cambiamento è bello. La bellezza della speranza appartiene a Rosaria, donna coraggiosa e piena di volontà di combattere e cambiare una vita che si era presentata difficile e complicata.

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