Alessandro Sacco – Testimonianza

ImmagineSatana voleva la mia morte, tentando di convincere mia madre ad abortire:

Mi chiamo Alessandro Sacco, sono nativo di Palermo e ho 19 anni. Mi trovo qui nella missione Cristo è la Risposta da circa due anni. Già dal giorno in cui fui concepito, Satana voleva la mia morte, tentando di convincere mia madre ad abortire, ma il Signore è stato il mio liberatore, perché mia madre ascoltò la voce dello Spirito Santo nel suo cuore e, contro il consiglio di tutti i parenti, portò avanti la gravidanza. Quando cominciai a camminare a carponi mi ritrovai vicino al balcone di casa mia e cominciai a sporgermi fino al punto di cadere, ma mia sorella di soli tre anni si aggrappò a me con tutte le sue forze e cominciò a gridare aiuto! Mia madre, appena udito il grido, giunse terroriZzata vedendomi nel pericolo mortale, ma grazie a Dio ebbe la forza di tirarmi su verso l’interno.

Mi diagnosticarono un tumore al cervello:

All’età di tre anni mi venne una emiparesi, fui portato all’ospedale dove mi fecero l’elettroencefalogramma e dopo la TAC, mi diagnosticarono un tumore al cervello, grande quanto un mandarino, così mi ricoverarono d’urgenza per operarmi. Il dottore, parlando con mia madre, non le diede molte speranze riguardo alla mia sorte, ma mia madre leggeva la Bibbia e credette alla parola di Gesù che dice: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Ogni cosa che chiederete nel mio nome io ve la darò”. Così, quando mi stavano operando, lei cominciò a pregare. Mio padre era rassegnato e voleva che mia madre si rassegnasse perché ormai non avevo più speranze, ma mia madre aspettava un miracolo da parte di Dio perché pensava che Dio mi avrebbe lasciato in vita per darle la gioia di avermi con lei.

Iniziavo a schiumare dalla bocca:

L’operazione che feci fu lunga e pericolosa. Quando mia madre mi racconta come andarono le cose, mi dice che il suo cuore era come traffito nel vedermi pallido, cadaverico, con la testa completamente fasciata, tutta piena di sangue. Ero circondato da infermiere e in quel momento stavo subendo delle trasfusioni. Mia madre stava ad assistere pregando e piangendo e mi racconta che una notte sotto l’effetto dell’anestesia avevo la respirazione molto debole ed ero perfino arrivato al punto di schiumare dalla bocca. I miei occhi si muovevano continuamente come le mie guance e le sopraciglia. Le infermiere chiamarono subito il dottore perché erano impaurite. Il giorno dopo entrai in coma. Satana voleva la mia morte, ma, gloria a Dio, mi svegliai dal coma e cominciai a parlare. I dardi infuocati però continuavano ad arrivare, quando si seppe che il tumore non era stato completamente asportato perché era tropo in profondità. Iniziò così la cura al

 

cobalto, e per tanto tempo fui curato con la chemioterapia. Questa cura portava nausea e dolori in tutto il corpo. Mi somministrarono delle compresse per abbassare i valori del sangue e mia madre me le dava regolarmente. Quando i valori erano tropo bassi però dovevo smettere, perché poteva esserci un pericolo di ripresa del tumore. Immaginatevi in che situazione di pericolo vivevamo!

Alcuni bambini mi circondarono per orinarmi addosso:

Sono cresciuto con l’emiparesi sinistra, e quando ero già grandicello mia madre mi portava in giro con il passeggino. I bambini mi deridevano e i grandi mi commiseravano. Poi finalmente lasciai il passeggino e cominciai a camminare zoppicando, ma la mia situazione non era molto migliore. Ricordo che una volta tornai a casa tutto bagnato perché alcuni bambini mi circondarono per orinarmi addosso, sputarmi e buttarmi bottiglie di vetro. Ero spesso oggetto di beffe, ed arrivai al punto di essere stanco della vita. Più reagivo contro gli altri bambini, più la situazione peggiorava. Avevo sempre paura di uscire di casa per paura d’incontrarli. Pregavo Gesù e contemporaneamente, nella mia ignoranza, pregavo anche molti santi, guardavo la loro effigie nelle immaginette, ma non ricevevo una risposta.

Volevo vedere Gesù in persona:

Un giorno dissi a mia madre che volevo vedere Gesù in persona. Mia madre ebbe timore, perché pensava che vedere Gesù in persona significasse morire, e mi diceva: «Alessandro, tu morirai quando sarai vecchio!” Gesù però ascoltò il desiderio del mio cuore, un bellissimo giorno nel 1986, mentre stavo riprendendo mio padre perché bestemmiava il Signore. Mio padre mi rimproverò pesantemente e io mi nascosi in un angolo della casa per la paura. Improvvisamente vidi Gesù davanti a me. Così mi inginocchiai e dissi il Padre Nostro e poi Lui scomparve. Esultavo di gioia ed il mio cuore palpitava fortemente. Mia madre in quel tempo conobbe una sorella evangelica alla quale chiese se era veramente possibile vedere Gesù prima della morte. Lei le rispose che tanti altri figliuoli di Dio l’avevano visto e cominciò a predicare il Vangelo. In seguito mia madre parlò con me ed anch’io feci l’esperienza della salvezza insieme a lei.

 

Subito dopo la mia conversione Dio mise nel mio cuore una chiamata a servirlo predicando il vangelo in tutto il mondo. Io non pensavo fosse possibile nelle condizioni in cui mi trovavo, ma un giorno, dopo aver terminato la scuola dell’obbligo, ricevetti una telefonata da una professoressa che mi invitava ad andare ad una scuola per invalidi. In un primo momento io accettai l’invito, ma poi rimasi molto turbato dalle cose che vidi e rifiutai. Quando mia madre chiese il motivo risposi che non sopportavo vedere le persone soffrire e subito accesi la TV per distrarmi. In quel momento trasmettevano un cartone animato sulla vita di Paolo e mi colpirono le parole di Gesù che diceva: “Ti porterò per una strada che non vorresti fare”. Spensi la TV, ma lo Spirito Santo continuava a parlarmi dicendomi che in questa scuola mi avrebbe usato per evangelizzare. Così ritelefonai al preside dicendo che avrei accettato l’invito a condizione di poter predicare liberamente il vangelo. Loro accettarono, e fui con loro per un anno e mezzo. Poi arrivò dalle mie parti il gruppo “Cristo è la Risposta” ed io espressi il desiderio di unirmi a loro. Mi accettarono come ospite, ma per le mie condizioni fisiche tutti mi sconsigliavano di rimanere, anche perché ero minorenne. Alla fine però Clark ha visto che ero deciso e mi ha accettato nel gruppo. Ora sono due anni che giro predicando la Parola di Dio e sono felice perché il Signore mi usa in modi meravigliosi proprio grazie alla mia testimonianza particolare.

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook