Una donna cristiana non europea, residente in un paese dominato dall’Islam nel quale da anni aiuta i poveri, è in questo momento per la terza volta nelle mani dei servizi segreti. La donna era stata arrestata martedì 15 gennaio e trattenuta per 13 ore d’interrogatorio. Un veloce messaggio pervenuto alla mia attenzione parla di percosse e abusi. Si teme che venga ulteriormente torturata con l’uso di elettroshock. La comunità cristiana di cui la donna fa parte sta vivendo giorni di ansia e terrore. Diffondi la notizia e incoraggia ogni fratello e ogni sorella alla preghiera, con un pensiero ai perseguitati, agli afflitti, ai poveri, agli umili e a chi porta la parola in quei luoghi!
La donna non europea, residente in un paese dominato dall’islam è stata interrogata anche giovedì per il terzo giorno consecutivo con la stessa modalità: una donna dei servizi segreti davanti e un uomo dietro pronto a colpirla ogni volta che dava una risposta che non gli garbava. E’ stata colpita in maniera così orrenda che chi mi ha fatto pervenire la notizia ha preferito non scendere nei particolari. Quando è stata fatta uscire, la donna cristiana sottoposta a pesante interrogatorio è stata avvertita: nessuno deve sapere quello che è avvenuto, altrimenti…..Giunta a casa ha trovato un agente dei servizi davanti alla sua abitazione. Ha chiamato una coppia di credenti che l’ha accompagnata da un medico.
Psicologicamente e fisicamente era in condizioni pietose.
L’agente li ha seguiti ed è rimasto con loro fino al termine della visita e li ha seguiti poi a casa dove è rimasto finché gli amici della donna torturata non sono andati via. Ha raccontato che l’uomo che l’ha picchiata durante l’interrogatorio utilizzava una tecnica che non lasciava segni, tranne in un occhio che è rimasto gonfio. Durante l’interrogatorio le era stato offerto del cibo che ha rifiutato timorosa che potesse contenere qualche droga. Diversi pastori hanno reclamato presso le autorità che hanno assicurato che la donna era stata trattata bene e che si era trattato di pure formalità. Presto le restituiranno il passaporto di modo che possa tornare nel suo paese, ma non prima che siano state compiute altre formalità. Sabato la donna dovrà ripresentarsi. I credenti locali hanno il cuore in gola.