ASIA CENTRALE: UN PROGETTO PER I RIFUGIATI AFGHANI

A nove mesi dalla presa del potere dei talebani, la vita di chi è fuggito dall’Afghanistan continua a essere estremamente difficile, con sfide quotidiane immense. Gli afghani che si sono rifugiati nei Paesi vicini vivono in condizioni di insicurezza, spesso senza avere accesso a beni di prima necessità.

Un partner locale di Porte Aperte/Open Doors parla degli sviluppi di uno dei progetti portati avanti in un Paese dell’Asia Centrale al confine con l’Afghanistan: “Siamo in una zona molto difficile e chiusa al Vangelo, ma per la grazia di Dio abbiamo la possibilità di servire in questa regione”; continua poi descrivendo le condizioni dei profughi afghani: “molti si nascondono in zone deserte, senza vestiti, cibo o acqua potabile. Quelli che possiedono almeno un reddito minimo in famiglia possono permettersi di comprare l’acqua, ma si tratta di poche persone. Altrimenti, la gente beve l’acqua piovana o l’acqua del fiume e dei fossati”.

Poi la svolta

“Abbiamo pregato molto affinché potessimo, in qualche modo, contribuire a cambiare questa situazione. Grazie a Dio, alle vostre preghiere e al vostro aiuto concreto, siamo riusciti a realizzare il sogno nostro e di molte persone di quell’area del mondo: abbiamo trivellato a 240 metri di profondità e trovato l’acqua! Questa fonte può ora essere utilizzata sia dai locali sia dai profughi afghani, gratuitamente. Lodiamo il Signore!”

Chiediamo con insistenza di continuare sostenere con la preghiera i partner locali di Porte Aperte in Asia Centrale, affinché possano avere sempre più opportunità di servire i cristiani più vulnerabili.

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