Che ne sarà di un “nato di nuovo” che cade in qualche errore?

IMG_13-700x300“Parlando di coloro che sono stati  da Dio illuminati, i quali hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo, ed hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo avvenire, se cadono, è  impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, perché crocifiggono di nuovo per conto loro, il Figlio di Dio e lo espongono ad infamia”. (Ebrei 6:4-6.

Si tratta qui di coloro che dopo salvati rinnegano la fede ed a causa del peccato rimangano nel mondo del peccato, e in questo modo la loro salvezza si è girata in condannazione.

Lo vediamo anche in 2 Timoteo 2:12,14, che dice: “Se abbiamo costanza nella prova, con Lui altresì con Lui regneremo; se lo rinnegheremo anch’Egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, Egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”. Si capisce chiaro che quelli che rinnegano il Cristo di Dio e la sua salvezza, anche se una volta erano salvati, col rinnegare saranno rinnegati e messi fra gl’infedeli. In quest’ultimo verso però c’è una buona speranza, ed è che mentre siamo  nella caduta e nel peccato, vuol dire che in quel tempo siamo infedeli, ma se la fede viva è in noi, Egli (Dio) rimane fedele, perché  non può rinnegare se stesso. Allora bisogna quanto prima ricorrere a Lui e chiedere il perdono del nostro peccato, ed Egli avrà pietà di noi fallaci.

Quando il peccatore si converte a Dio e pone viva fede in Cristo, riceve da Lui una salvezza eterna a condizione però che deve perseverare a curare la fede in fino alla morte della sua carne.

Non è la scivolata nel peccato che ci toglie la grazia, ma il rinnegamento, senza pentimento. Il Signore sa che la nostra carne è debole e frale, ma Lui è sempre il pronto soccorso, per non perderci avendoci riscattati col suo sangue.

La Scrittura ci dice: “Non vi è dunque ora nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della Vita in Cristo Gesù mi ha affrancato dalla legge del peccato e della morte (Romani 8:1) Così fratelli miei, anche voi siete divenuti morti alla legge (di Mosè) mediante il corpo di Cristo, per appartenere ad un altro corpo, cioè a Colui che è risuscitato dai morti, e questo affinché portiamo del frutto a Dio. (Romani 7:4-5)

Ora siamo stati sciolti dai legami della legge, essendo morti a quella che ci teneva soggetti, talché serviamo in novità di spirito e non in vecchiezza di lettera. (Romani 7:6)

Siamo come la donna maritata che è per legge legata al marito mentre egli vive, ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge che la teneva legata al marito, e non sarà chiamata adultera se passa ad un altro marito.(Romani 7:2-3) Poiché senza la legge il peccato è morto (V.9) Beato l’uomo a cui il Signore non imputa il peccato. (Romani 4: 8) e dove non Vi è legge, non vi è neppure trasgressione (V.15). Questo ci vuol dire che benché scivolando uno cade in qualche fallo, ma si ravvede  e confessa a Dio il fallo, non essendo sotto la legge, il peccato non viene imputato, allora, beato quell’uomo a cui Dio non gli imputa il peccato. (Romani 4:8)

Gesù conferma questo, quando disse: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha Vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla Vita. (Giovanni 5:24)

La nostra capacità viene da Dio che ci ha resi capaci d’essere ministri di un nuovo Patto, non di lettera ma di spirito, perché la lettera uccide, ma lo spirito vivifica (2Corinzi 3:6)

La legge è qualcosa che la dobbiamo conoscere, ed osservarla in Cristo, perché è quella che ci fa conoscere il peccato ed è santa, anzi santissima da richiedere la nostra osservazione, ed è un’ottima cosa camminare noi in santità per piacere a Dio di più. Nondimeno, la legge non ha compiuto nessuna salvezza, poiché tutti muoiono perché tutti hanno peccato, per aver rotto la legge; tanto che è scritto d’essere il ministerio della morte scolpito in lettere su pietra fu circondata di gloria. (2Corinzi 3: 7)

Fratelli santi che siete partecipi della celeste vocazione, siate santi, perché il Signore è santo; secondo che Cristo si è dato alla morte della croce per santificare la sua Sposa, affin di far comparire Egli stesso dinanzi a sé la sua Chiesa gloriosa e senza macchia… (Efesini 5:26-27)

E senza la santificazione nessuno vedrà il Signore. (Ebrei 12: 14-15)

Mentre se diciamo di non aver peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Ma se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità. (1Giovanni 1: 8-9)

John Colucci | Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook