Chi vorrebbe mangiare il maiale allo spiedo in chiesa?

In un mondo dove l’apostasia si fa sempre di più dilagante salta agli occhi, un’altra immagine choc non censurata. Si tratta di una inaugurazione di una Cattedrale dopo i lavori di restauro nel 2013. Ad Hildesheim, in Germania, il pranzo è stato organizzato direttamente in cattedrale. Il protagonista del pasto era “sua maestà” il maiale che è stato letteralmente cotto tra le volte del tempio. L’immagine che poche ore ha fatto il giro dei blog ha destato parecchie polemiche, e ci mancherebbe, e il vescovo mons. Robert Telle pensò bene di rimuoverla dal sito della diocesi dove era stata pubblicata. Nella speranza, almeno, che il maiale sia stato mangiato tutto, intanto, guardando la foto non sappiamo se piangere o ridere.

Non ci sono parole, sembra, proprio che in quel luogo si possa buttare tutto anche un maiale arrosto, e quantunque crediamo vivamente che non sono le mura che ci avvicinano a Dio, è anche vero che le chiese sono deputate ad essere luogo di adorazione, come ci insegna la parola di Dio.

Gesù, infatti, attraverso la Sua parola ci lascia un grande insegnamento; nel Vangelo di Marco è scritto: “Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: “Non sta forse scritto: la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!“

L’azione di Gesù ha un alto significato simbolico importante: sceglie bene la situazione: è circondato da pellegrini di tutto il mondo, i vigilanti del tempio sono attenti a qualsiasi incidente e i soldati romani vigilano dalla torre Antonia. È lo scenario adatto, affinché il suo messaggio riscuota la debita eco.

Quel che Gesù intende fare non è «purificare» il culto, non si avvicina al luogo dei sacrifici per condannare pratiche abusive. Il suo gesto è più radicale e profondo. Gesù blocca e interrompe le normali attività, necessarie al funzionamento religioso del tempio, come il cambiamento della moneta o la vendita di colombe. Il suo intervento è direttamente rivolto a condannare la vita corrotta dell’aristocrazia sacerdotale.

Annuncia il giudizio di Dio non contro quell’edificio, bensì contro un sistema economico, politico e religioso che non può piacere a Dio.

Il tempio è divenuto il simbolo di tutto ciò che opprime il popolo. Nella «casa di Dio» si accumula la ricchezza, mentre nei villaggi dei suoi figli crescono la povertà e l’indebitamento. Il tempio non è al servizio dell’Alleanza. Da lì, nessuno difende i poveri, né protegge i beni e l’onore dei più vulnerabili. Si sta nuovamente ripetendo ciò che Geremia condannava ai tempi suoi: il tempio era diventato un «covo di ladri». E Gesù, il vivente, è certamente un Dio di misericordia ma è anche un Dio di giustizia e condanna ancora oggi con la sua parola scritta nella bibbia, ciò che è abominio ai suoi occhi. Il Suo monito è ravvedetevi prima che sia troppo tardi!

Pietro Proietto | Notiziecristiane.com

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