Condannato per reato di opinione e di informazione

Parli dei testimoni di Geova e ti rendi conto del loro tentativo di zittire le voci critiche. Qualche giorno fa mi è giunta un decreto di condanna penale, convertita in una sanzione pecuniaria, con la seguente motivazione da parte della Procura della Repubblica di Omissis: Imputato del reato p. e p. art. 595 comma 3 e 604 ter c.p. Perché, comunicando con più persone, su Internet, e dunque con un mezzo di pubblicità, mediante una condotta connotata da odio religioso, consistita nell’offendere la reputazione della confessione religiosa dei testimoni di Geova, nonché degli organi apicali della detta confessione, in quanto in un articolo redatto e pubblicato sul sito Fai.Informazione, scriveva la seguente frase: “Knorr(…) riorganizzò il movimento conferendogli una struttura fortemente piramidale, creando una gestione politica in stile orwelliano in cui la libertà individuale era limitata e il controllo della Watch Tower sui fedeli, esercitato tramite gli “anziani” locali, era assoluta”. Fatti commessi il 20 agosto 2022.

Ma davvero il mio articolo era connotato da odio religioso e non da semplice constatazione dei fatti? Cioè dal sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione italiana di raccontare fatti e retroscena di un movimento religioso? Davvero i testimoni di Geova non hanno una struttura centralizzata con un controllo sui singoli fedeli? Vediamo dicono ex membri di questo gruppo e studiosi dei fenomeni settari.

Nella storia dei testimoni di Geova sono stati tanti i fedeli che hanno denunciato questo clima da totalitarismo assoluto che vige nell’organizzazione. Il più noto è stato senza dubbio Raymond Franz, ex membro del Corpo Direttivo, che, nel 1983, pubblicò un libro di cinquecento pagine, Crisi di Coscienza, che fece scalpore tra i testimoni di Geova, perché raccontava, nei dettagli, tutto quello che succedeva dentro l’organizzazione. Franz parlò di una realtà staliniana in cui i fedeli era sottoposti a trattamenti dispotici; a inquisizioni minuziose; a oscure intercettazioni di conversazioni e dialoghi; a processi a porte chiuse senza alcuna difesa; a espulsioni per soli sospetti. Raymond Franz parlò di un movimento settario che isolava i fedeli dal mondo esterno, non a livello fisico, ma a livello mentale.

Una verità messa in risalto anche che da altri due importanti ex testimoni di Geova, Heather e Gary Botting, che hanno paragonato la gestione politica della Watch Tower al romanzo distopico 1984 di George Orwell, dove viene descritta una dittatura che regola ogni aspetto pubblico e privato dei cittadini, compresi i loro pensieri e le loro azioni. Heather e Gary Botting hanno affermato che ai testimoni di Geova viene detto cosa devono sentire e pensare, e che coloro che esprimono punti di vista differenti vengono emarginati, isolati e, nei casi più gravi, espulsi e criminalizzati. Ad avvalorare le denunce degli ex testimoni di Geova, è stato anche lo studioso James Beckford, che ha osservato come la Watch Tower sottoponga i fedeli a un controllo assoluto, impedisca il libero pensiero, controlli il flusso d’informazione e incoraggi la delazione.

Molti ex testimoni di Geova hanno parlato di una realtà claustrofobica dove la libertà individuale è bandita e il controllo del Corpo Direttivo è totale, soffocante. Ai Testimoni viene infatti imposto di “separarsi” dal mondo perché ogni cosa che è al di fuori dell’organizzazione è satanico. È scoraggiato intraprendere relazioni sociali con i non Testimoni, in quanto solo i Testimoni accederanno alla vita eterna, mentre tutti gli altri sono destinati alla distruzione. Viene consigliato loro di sposarsi solo con i fratelli della congregazione. E’ vietato avere qualsiasi tipo di rapporto sociale con disassociati. Ogni aspetto della vita della persona è secondario rispetto alle esigenze del movimento. Più in generale la vita del testimone di Geova è condizionata dalla convinzione che il mondo attuale è destinato a finire, con conseguente rischio di fatalismo. Tra i divieti si enumerano anche il divieto di partecipare alla vita politica e di accettare trasfusioni di sangue. Sfido qualsiasi testimone di Geova a smentire tali divieti.

La mancanza di libertà tra i testimoni di Geova fu un argomento trattato anche dal programma televisivo Le Iene, che avevano trasmesso una puntata in cui raccontavano e denunciavano alcune pratiche strane. Due ragazze avevano raccontato alla trasmissione di Italia 1 di essere stanche di essere condizionate dalla congregazione in ogni aspetto della loro vita. Ecco le loro parole dell’epoca: “Tantissime persone si sono svegliate, sono stufe di essere condizionate in ogni minimo aspetto della loro vita, vorrebbero uscire ma sanno che nel momento in cui abbandonano questo culto perderanno i loro affetti”.

Del movimento dei testimoni di Geova se n’è occupato anche il programma televisivo delle Iene, che avevano intervistato la CESAP, l’associazione italiana di medici e psicologi che indagano sul plagio che subiscono i Testimoni di Geova. L’inviato Pellazza aveva parlato con la dottoressa Lorita Tinelli che afferma: “Quando ci si riferisce ai Testimoni di Geova si può parlare senza dubbio di controllo mentale, comportamentale e dell’informazione – spiega la psicologa – questo perché la logica dei TdG è quella di un gruppo direttivo che impone delle regole sulla vita personale di ciascun membro. C’è un’organizzazione piramidale, con a capo poche figure che hanno il controllo totale sugli altri. Poi ci sono i sorveglianti, gli anziani e molti ancora. Ognuno ha il suo ruolo, fino ad arrivare ai proclamatori che promuovono i libri e le riviste. Le parole di questi testi, ovviamente, non vengono mai messe in dubbio. É il loro cibo spirituale, che dà indicazioni su tutti gli aspetti di vita, personali e collettivi”.

In ogni caso, uscire dall’organizzazione non è facile, soprattutto se si è trascorso anni dentro le sue fila. Il percorso risulta più arduo e difficile soprattutto per chi all’interno delle comunità ci è nato. “Quando sei fuori è un po’ come dover iniziare a camminare e a parlare. Sono terrorizzati, spaesati e non riescono a decodificare gli stimoli dell’ambiente esterno”, racconta Tinelli. “I figli dei testimoni, quando sono piccoli, non possono partecipare alle attività di classe, ai compleanni dei compagni e questo danneggia il loro sviluppo. Non intrattengono mai relazioni autentiche con i loro coetanei. Quando escono dalla comunità hanno problemi a socializzare, ad avere relazioni sentimentali e a farsi una famiglia. Fanno fatica anche dal punto di vista sessuale, visto che per i TdG il sesso è demoniaco”.

Emanuele Nacci, avvocato e professore di diritto pubblico è il presidente del gruppo “Shalom” di Bari, che si occupa di mutuo aiuto per sostenere psicologicamente e culturalmente i fuoriusciti da sette e movimenti religiosi “alternativi”. In 25 anni di attività ha incontrato e aiutato tante persone, la maggior parte delle quali proprio  ex testimoni di geova. Dei Testimoni dice senza mezzi termini: “Sono una vera setta che plagia le coscienze di molte persone e ne condiziona la vita, fino al punto di sfasciare famiglie e creare dipendenza psicologica».oChi entra a farne parte deve rinunciare al proprio senso critico su qualsiasi aspetto della vita, non solo in campo di fede e di morale. Le persone che si possono frequentare, i libri e le riviste da leggere, il modo di vestirsi, pratiche mediche, attività socio-politica. Per loro c’è anche il divieto di votare”.

Come si vede, non mi sono inventato proprio niente. La frase da me riportata su Fai Informazione e ritenuta discriminatoria nei confronti dei testimoni di Geova da un Tribunale non è altro che il sunto di quanto affermano ex appartenenti alla setta della Watch Tower e e studiosi dei fenomeni settari. Comune sia, non impugnerò la sentenza di condanna. Mi basta avere la consapevolezza di essere stato condannato per un reato di opinione e di informazione e non per una condotta connotata da chissà quale odio religioso.

Mario Barbato

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