Lo storico e sociologo Rodney Stark (8 luglio 1934), riconsidera da nuove prospettive le controversie dei consigli teologici inerenti al V secolo incluse anche le sanguinose battaglie sulla trinità, analizzandone gli aspetti e gli episodi più importanti riportati dalla storia cristiana nel corso dei secoli.
Dando nuove risposte a vecchie domande e nuove interpretazioni ad eventi ben conosciuti, egli comprende come la religione di Gesù ha cambiato la storia dell’uomo ed è diventata la più diffusa al mondo.
In quel tempo quasi tutto il mondo pensava che gli dei fossero molti e che fossero poco affidabili, dotati di poteri magici, del dono dell’immortalità e con interessi e difetti tipicamente umani (mangiavano, bevevano, amavano, provavano invidia, fornicavano, baravano, mentivano e davano esempi poco edificanti). Gli ebrei a occidente e gli zoroastriani a oriente si opposero a questa visione deistica scegliendo il monoteismo e separandosi così dal paganesimo.
Anche Roma sviluppò una cultura religiosa pagana adorando molte divinità e innalzando loro templi che erano gestiti dallo stato. In molte società i templi pagani erano gestiti da un clero esclusivo formato da una clientela tiepida (Apocalisse 3:16 “Cosi’, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca”) che tendeva a frequentare vari templi e varie divinità a secondo dei gusti e dei bisogni, anziché da membri. Non c’era alcuna vita da congregazione in quando non esistevano di fatto, i sacerdoti pagani non avevano alcun bisogno del loro sostegno, né tanto meno lo desideravano. A differenza loro i monoteisti cercavano di conoscere e di comprendere il Dio distante e misterioso e sentivano il bisogno di spiegare l’esistenza del male, insegnando a ogni essere umano che è chiamato a scegliere fra il bene e il male (teoria del libero arbitrio).
L’antiteismo era violento e diffuso nel mondo classico, il filosofo e statista Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) accusò gli ebrei di essere una “razza maledetta” e condannò la loro influenza. Anche lo storico romano Cornelio Tacito (56 – 117 d.C.) inveì contro gli ebrei poiché “rifiutavano gli dei” e definiva le loro pratiche religiose “sinistre e rivoltanti”, li definiva anche “malvagi” e crescenti in una lealtà che li legava gli uni agli altri. Anche i romani accusarono infondatamente d’immoralità gli ebrei, Ovido affermò che “la sinagoga ebraica era un luogo di riunione di prostitute”, e nel 139 a.C. gli ebrei vennero espulsi da Roma con l’accusa di “introdurre i loro rituali” tra i romani e dunque di “infettare la morale dei romani”, (Atti 18:2 “Qui trovò un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall’Italia insieme con sua moglie Priscilla, perché Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma. Egli si unì a loro”). Dai referti stoici risulta che gli ebrei furono costretti ad abbandonare Roma a motivo del risentimento che i romani nutrivano nei loro confronti per il fatto che essi erano una comunità forte, ben organizzata, separata dal resto della società e cercavano di convertire i pagani. Molti filosofi greci e romani si convertirono al cristianesimo che si sviluppò pienamente nell’occidente romano dove gli ebrei svolsero un ruolo cruciale nel preparare la via della cristianizzazione di Roma.
Analizzando la diffusione geografica del primo cristianesimo risulta che parallelamente crebbe anche la diffusione dei templi dedicati a Cibele e a Iside, nello stesso modo crebbe la persecuzione contro gli ebrei da parte dei romani che usarono ogni mezzo per distruggere il cristianesimo. La storia racconta le varie fasi stoiche e il modo in cui Dio ha sempre salvaguardato il suo popolo e la Sacra Bibbia, attraverso uomini e donne da lui usati per questo obbiettivo, permettendo così al “cristianesimo” di trionfare e facendo sì che la religione di Gesù cambiasse la storia dell’uomo e diventasse la più diffusa al mondo.
Luisa Lanzarotta – notiziecristiane.com
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